L'Ucraina alla prova del fuoco: resistenza o resa? (prima parte)

(di Andrea Gaspardo)
25/02/22

Non molto tempo fa avevamo prodotto un'analisi intitolata “Sciame di fuoco” nella quale avevamo tracciato i contorni di un'ipotetica operazione militare russa volta a piegare lo stato ucraino con la forza a partire dallo scenario di un drammatico deterioramento della contesa che attualmente oppone gli Stati Uniti ed i loro alleati occidentali da un lato e la Federazione Russa dall'altro (vedi articolo).

Alla luce degli eventi odierni e della decisione della Russia di muovere guerra all'Ucraina, in questa breve serie di tre “puntate” torneremo ora su quell'argomento affrontandolo però dal lato dell'Ucraina analizzando le capacità di resistenza del paese e se esse possano eventualmente tradursi in efficaci leve di potere geopolitico nelle mani della leadership di Kiev al fine di districare il paese dalla delicatissima situazione nella quale si trova.

Avvieremo la nostra narrazione con una citazione ad effetto: “Tutto è possibile per una leadership capace”. Il significato di questa frase diventerà chiaro al termine della serie.

Per cominciare è necessario studiare le “capacità cinetiche” dell'Ucraina, ovvero la sua forza militare pura e semplice sempre tenendo a mente che per ovvie ragioni, la “fotografia” che qui forniremo rappresenta necessariamente la situazione vigente la notte tra il 23 ed il 24 febbraio 2022, prima che le ostilità avessero inizio.

Le Forze Armate Ucraine nacquero nella loro forma moderna il 6 dicembre del 1991, anche se esse divennero effettivamente operative solo sul finire del 1992 con lo scioglimento definitivo di quelle che erano state le Forze Armate dell'Unione Sovietica.

Attualmente lo strumento militare di Kiev si articola su cinque branche indipendenti: Forze di Terra, Forze Aeree, Marina, Forze da Assalto Aereo e Forze per Operazioni Speciali. In passato le Forze Armate Ucraine presentavano altre due componenti indipendenti: le Forze di Difesa Aerea e le Truppe della Difesa Civile tuttavia esse hanno cessato di esistere con il tempo, quanto meno nella loro forma originale.

Le Forze di Difesa Aerea erano le dirette eredi delle Forze di Difesa Aerea Sovietiche (“PVO strany”) e controllavano i reparti di caccia intercettori e le unità di difesa missilistica, tuttavia nel 2004 esse hanno cessato di esistere come arma autonoma e le loro competenze così come gli asset operativi sono stati suddivisi tra le Forze di Terra e le Forze Aeree.

Le Truppe della Difesa Civile erano anch'esse eredi dell'omonima arma esistente nel periodo sovietico e sostanzialmente comparabile alla Protezione Civile Italiana, seppure con un maggiore accento sulla militarizzazione e sui ruoli “paramilitari” in caso di conflitto. Dopo un periodo sotto il controllo delle Forze Armate, le Truppe della Difesa Civile sono state prima trasformate in Ministero per le Emergenze e, dal 24 dicembre del 2012 sono diventate un'agenzia sotto la dipendenza del Ministero degli Affari Interni denominata “Servizio di Emergenza dello Stato”.

Qui è necessario fare un piccolo inciso dato che in epoca sovietica e nel primo periodo dell'Ucraina indipendente le Truppe della Difesa Civile erano tenute in altissima considerazione dalla popolazione, anche a causa delle delicate mansioni sotto la loro responsabilità che le portavano ad incidere direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini (esattamente come in Italia) specialmente dopo il disastro di Chernobyl. Per questa ragione la posizione di leadership di questo “servizio” è sempre stata ambitissima e, purtroppo, nel corso del tempo è finita nelle mani di alcuni dei più incompetenti, spietati e corrotti uomini (e donne) di potere dell'Ucraina che, con il procedere degli anni, hanno letteralmente snaturato e spogliato il servizio di gran parte delle sue competenze.

Leonid Kuchma, Viktor Yushchenko, Viktor Yanukovych e Yulia Tymoshenko sono tutti stati a capo delle Truppe della Difesa Civile/Ministero per le Emergenze ad un certo punto delle rispettive carriere, e su questo fatto bisogna meditare... e parecchio!

Il ruolo dominante nelle Forze Armate Ucraine è occupato, neanche a dirlo, dalle Forze di Terra, in linea sia con le tradizioni militari ereditate dall'Unione Sovietica sia con l'approccio operativo mutuato in anni recenti dalla NATO. Al momento della disgregazione dell'URSS, le Forze di Terra Ucraine contavano quasi un milione di uomini equipaggiati con 13.500 carri armati e un numero ancora superiore di altri mezzi "corazzati" tra autoblindo, veicoli protetti per la fanteria (APC), veicoli da combattimento per la fanteria (IFV) e chi più ne ha più ne metta.

La drammatica situazione economica del paese e i mutati equilibri geopolitici hanno ben presto reso impossibile il mantenimento di un tale elefantiaco strumento militare e le riduzioni sono iniziate da subito anche in ottemperanza agli obblighi dell'Ucraina all'adesione al Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa (CFE Treaty). La cosa interessante è che, mentre gli obblighi del trattato prevedevano che gli arsenali in esubero venissero distrutti o, dove possibile, convertiti all'uso civile, in Ucraina tale clausola rimase in gran parte lettera morta perché le autorità del paese si limitarono ad immagazzinarli per poterli poi vendere in un secondo momento al fine di ottenere valuta pregiata sui mercati internazionali.

In tutta onestà bisogna però ammettere che, da un lato, tale politica venne seguita (e per certi versi viene seguita ancora oggi) da pressoché tutti i paesi dell'ex-Patto di Varsavia e dell'ex-Unione Sovietica (per non parlare della nuova Germania unificata alle prese con lo smaltimento degli arsenali della defunta DDR!), dall'altro la condizione particolarmente critica nella quale si trovò l'economia dell'Ucraina nel corso di tutti gli anni '90 può essere citata come parziale “attenuante” in favore della leadership di Kiev per aver deciso di utilizzare la armi “per ottenere pane”.

Non rappresenta invece un'attenuante il fatto che, in questo come in altri casi, a godere maggiormente dei lauti introiti della svendita degli arsenali del paese siano stati gli oligarchi e l'élite corrotta e non la povera gente. Una cosa che è necessario specificare è che la riduzione degli effettivi e degli arsenali sia per quanto riguarda le Forze di Terra che per il resto delle Forze Armate non è avvenuta nella maggior parte dei casi nel quadro di una riforma organica, ma semplicemente perché il governo del paese, negando i finanziamenti necessari, lasciò tranquillamente “deperire” lo strumento militare, registrando al contempo paurosi picchi nel calo dell'efficienza anno dopo anno.

Tale drammatico stato di cose divenne chiaro a tutti nel corso dei drammatici eventi del 2014 quando l'Ucraina dovette subire senza colpo ferire la perdita della Crimea e faticò non poco ad organizzare le truppe necessarie a contrattaccare le milizie separatiste nell'area del Donbass. Da allora i vertici del paese hanno dato il via a quello che, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, doveva essere un vigoroso processo di modernizzazione volto a fermare il declino e rivitalizzare le Forze Armate.

Oggi le Forze di Terra sono divise in cinque branche operative: le Forze Corazzate, le Forze di Fanteria Meccanizzata, le Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale, l'Artiglieria Missilistica e di Difesa Aerea e l'Aviazione dell'Esercito.

Le Forze Corazzate e le Forze di Fanteria Meccanizzata rappresentano la spina dorsale dello strumento militare di Kiev dal punto di vista quantitativo. Nel corso del conflitto nel Donbass sono state gettate nella mischia fin dal principio soffrendo gravi perdite sia di uomini che di mezzi. All'atto della loro formazione, le Forze Corazzate ucraine allineavano 7 divisioni corazzate ma oggi sono ridotte a sei brigate, delle quali due di prima linea e le restanti quattro inquadrate nella riserva.

Più consistenti sono invece le Forze di Fanteria Meccanizzata, eredi delle vecchie divisioni di fucilieri motorizzati del periodo sovietico. Attualmente, le brigate assegnate alle Forze di Fanteria Motorizzata sono ventitré, delle quali:

- quindici brigate meccanizzate;

- cinque brigate motorizzate;

- due brigate da montagna;

- una brigata di cacciatori motorizzati di fanteria.

Il principale “cavallo da lavoro” delle Forze Corazzate e delle Forze di Fanteria Meccanizzata è il carro armato T-64, sviluppato e prodotto durante il periodo sovietico proprio nelle fabbriche situate nel paese. Altre tipologie di carri schierate da Kiev sono il T-72 ed il T-80, anch'essi ereditati dal periodo sovietico, e il T-84 (foto), quest'ultimo sviluppato dall'Ucraina indipendente.

La linea carri è poi rinforzata da migliaia di altri mezzi corazzati di tutti i tipi, in massima parte ereditati dal periodo sovietico, come i veicoli da combattimento per la fanteria (IFV) BMP-1, BMP-2 e BMP-3 i veicoli protetti per la fanteria (APC) BTR-60, BTR-70, BTR-80 e MT-LB e le autoblindo BRDM-1 e BRDM-2, altri ottenuti in anni recentissimi dai partner occidentali come i blindati Saxon di produzione britannica ed i celeberrimi gipponi blindati di origine americana M1114 Humvee ed altri ancora sviluppati e prodotti dall'industria nazionale negli ultimi 8 anni, come i veicoli protetti per la fanteria (APC) BTR-3, BTR-4, Kozak-2, KrAZ Shrek, KrAZ Spartan, Dozor-B e Novator. È molto difficile dire con precisione quanti siano i mezzi a disposizione delle forze di Kiev. Per ragioni di sicurezza nazionale infatti, dal 2014 in poi, il Governo ed il Ministero della Difesa hanno smesso di pubblicare le relative tabelle che fino all'anno precedente mostravano le statistiche sulla disponibilità di equipaggiamenti e sui numeri dei mezzi mantenuti nei magazzini.

La maggior parte dei dati quantitativi in circolazione sono tratti da pubblicazioni della Jane's, dalla RAND o della CIA le quali però hanno dimostrato di non essere sempre affidabili.

Le incognite principali riguardo alle statistiche dei mezzi militari ucraini riguardano sostanzialmente quattro aspetti:

- primo: quanta parte degli arsenali ereditati dal periodo sovietico è ancora a disposizione degli ucraini in magazzino e non è stata nel frattempo venduta, distrutta o riconvertita?

- secondo: qual è la reale capacità delle industrie della difesa ucraine di rimettere in servizio i mezzi precedentemente immagazzinati e, magari, aggiornarli ai moderni standard del campo di battaglia per aumentarne le capacità operative?

- terzo: qual è la reale capacità degli uffici tecnici e delle industrie ucraine di progettare, testare e produrre in grande numero nuovi mezzi da combattimento per le proprie forze armate?

- quarto: complessivamente, dal 2014 ad oggi, quanti mezzi delle Forze Armate Ucraine sono stati distrutti o catturati nel corso della Guerra del Donbass?

Considerando le fonti afferenti al mondo anglosassone sopra menzionate, il numero di mezzi corazzati di tutti i tipi al giorno d'oggi nominalmente a disposizione degli ucraini dovrebbe aggirarsi attorno alle 16.000 unità, ma è ovvio a chiunque che quelli realmente operativi sono solo una frazione del totale (forse il 30% a voler essere generosi!). È ovvio che se le Forze Corazzate e le Forze di Fanteria Meccanizzata vogliono riuscire ad imbastire una strategia di difesa efficace esse devono necessariamente poter contare sulla collaborazione delle Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale e dell'Aviazione dell'Esercito e sulla protezione garantita dall'Artiglieria Missilistica e di Difesa Aerea.

Le Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale sono costituite dalle unità di fuoco equipaggiate con i missili tattici, gli obici, i cannoni, i mortai, i lanciarazzi ed i cannoni anticarro e come nelle più pure tradizioni mutuate dal passato sovietico, rappresentano le vere “regine del campo di battaglia”.

Dal punto di vista organizzativo esse si articolano in “unità tattiche”, “unità di fronte” e “unità strategiche” e sono equipaggiate quasi esclusivamente con mezzi ereditati dal periodo sovietico.

Le “unità tattiche” sono costituite da diciannove “gruppi d'artiglieria” assegnati a ciascuna delle brigate che compongono le Forze Corazzate e le Forze di Fanteria Meccanizzata e hanno il compito di fornire fuoco di appoggio tattico alle unità medesime.

Le “unità di fronte” invece sono raggruppate in undici brigate poste alle dipendenze dei comandi locali ed assegnate a specifiche missioni di supporto qualora la situazione tattico-strategica lo richieda. Tali brigate si suddividono in: una brigata d'addestramento, due brigate della riserva, quattro brigate assegnate a ciascuno dei quattro comandi territoriali in cui è diviso il territorio dell'Ucraina (Nord, Sud, Ovest, Est), tre brigate di artiglieria lanciarazzi ed una brigata di artiglieria pesante. Infine la 19a brigata missilistica “Santa Barbara” rappresenta l'unica “unità strategica” presente nell'organigramma delle Forze Armate Ucraine.

Per quanto riguarda gli equipaggiamenti, per il supporto a livello di squadra, le Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale utilizzano una pletora di mortai leggeri da 82 millimetri e pesanti da 120 millimetri ereditati dal periodo sovietico come il 2B14 Podnos, l'82-BM-37, il 2S12 Sani ed il 120-PM-43 e gli stessi calibri prodotti negli anni recenti dall'Ucraina come il KBA-48M ed il M120-15 Molot. Nel settore anticarro sono disponibili i cannoni da 85 millimetri D-44 e D-48, quelli da 100 millimetri T12 Rapira e i potenti cannoni da 125 millimetri 2A45 Sprut-A. Tutti i cannoni anticarro ucraini sono stati ereditati dal periodo sovietico tranne i 2A45 Sprut-A che, venendo prodotti negli stabilimenti della KMDB di Kharkov, nell'Ucraina orientale, hanno continuato ad essere prodotti anche nel periodo dell'indipendenza.

Per il bombardamento di teatro ed areale sono disponibili una grande quantità di obici come i D-30 da 122 millimetri (foto), i D-20, i 2A36 e i 2A65 tutti da 152 millimetri ed i B4 da 203 millimetri, di semoventi come i 2S1 Gvozdika da 122 millimetri, i 2S3 Akatsiya, i 2S19 Msta-S e gli ShKH Vz. 77 DANA da 152 millimetri e i potentissimi 2S5 Giatsint-S e 2S7 Pion rispettivamente da 152 e da 203 millimetri.

Il bombardamento a lungo raggio è poi sostenuto da un nutrito contingente di lanciarazzi a canne multiple costituito dai lanciarazzi BM-21 Grad con 40 canne da 122 millimetri l'una, BM-27 Uragan con 16 canne da 220 millimetri l'una e BM-30 Smerch con 12 canne da 300 millimetri l'una. Con l'unica eccezione degli ShKH Vz. 77 DANA che sono di origine cecoslovacca, tutti gli altri sistemi menzionati precedentemente sono di origine sovietica, magari aggiornati negli anni recenti dall'Ucraina o dalla vicina Bielorussia.

La sopra citata 19a brigata missilistica “Santa Barbara” è poi dotata di circa 90 missili balistici tattici OTR-21 Tochka-U, sempre di origine sovietica, in grado di colpire con grande precisione bersagli situati a 120 chilometri di distanza e che rappresentano le uniche armi strategiche in possesso dell'Ucraina. In realtà sembra che nei magazzini siano ancora disponibili anche 50 razzi balistici tattici 9K52 Luna-M ma non sono più operativi da moltissimo tempo e per poter essere utilizzati di nuovo necessiterebbero di una completa revisione.

Escludendo i mortai, ma considerando tutti assieme cannoni anticarro, pezzi d'artiglieria, obici, semoventi, lanciarazzi a canne multiple e missili balistici tattici, le Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale dell'esercito ucraino dispongono di almeno 4.200 “bocche da fuoco”. Anche in questo caso, come nei corazzati, è difficile valutare correttamente i livelli di operatività, tuttavia sono presumibilmente assai più alti dato che il livello di manutenzione della quale necessitano i sistemi d'artiglieria è inferiore rispetto ai veicoli corazzati. Inoltre, addestrare i serventi dei sistemi d'artiglieria è assai più semplice che non con i soldati prestanti servizio in altre branche dotate di armamenti assai più complessi.

Tutti questi elementi ci portano a dire che, nel complesso, le Forze Lanciarazzi e di Artiglieria Campale rappresentano per lo strumento militare di Kiev un asset forse addirittura più importante rispetto alle Forze Corazzate ed alle Forze di Fanteria Meccanizzata. Questo però non vuol dire che esse non abbiano delle limitazioni!

Prima di tutto, in una situazione di guerra totale contro la Russia, l'artiglieria ucraina risulterebbe inferiore numericamente rispetto a quella degli avversari e non in grado do offrire gli stessi volumi di fuoco in ogni settore del fronte, essendo lo stesso assai vasto.

Secondariamente, l'artiglieria di Kiev è ancora per la maggior parte costituita da pezzi trainati, i quali devono quindi essere spostati di posizione in posizione mediante l'utilizzo di camion o altri mezzi ruotati o cingolati. Questo fatto ne riduce sia la mobilità che la capacità di sopravvivere di fronte al cosiddetto “fuoco di controbatteria” che, conoscendo le dottrine militari russe, arriverà puntualmente come la grandine dal cielo.

Da ultimo, il ridotto numero di missili balistici tattici OTR-21 Tochka-U a disposizione pone gli ucraini in decisivo svantaggio rispetto ai russi e privi di una reale capacità di risposta strategica, a meno che qualche testa calda a Kiev proponga di utilizzare la novantina di missili balistici a disposizione per organizzare un bombardamento concentrico avente come obiettivo le centrali nucleari russe situate a Smolensk, Kursk, Voronezh e Rostov, tuttavia il tipo di risposta che la Federazione Russa sarebbe in grado di mettere in campo dopo una simile azione sarebbe tale che, francamente, è difficile che una strategia come questa possa anche solo venire presa in considerazione.

Consci di questa mancanza di opzioni, i vertici militari di Kiev hanno da tempo cercato di risolvere la situazione mediante l'immissione in servizio di nuovi sistemi di produzione nazionale come il semovente ruotato da 155 millimetri 2S22 Bohdana, il sistema lanciarazzi a canne multiple da 300 millimetri Vilkha, il missile da crociera Korshun-2 ed i missili balistici tattici Hrim-2 e Sapsan. In ogni caso, ad oggi nessuno di tali sistemi è ancora entrato in servizio e, probabilmente, mai vi entrerà.

La quarta branca della Forze di Terra Ucraine è costituita dall'Artiglieria Missilistica per la Difesa Antiaerea e di essa avevamo già parlato nel corso dell'analisi intitolata “Sciame di Fuoco”.

Ricordiamo qui che per la difesa delle proprie colonne corazzate, le Forze di Terra Ucraine dispongono di circa 1.500 pezzi d'artiglieria antiaerea trainati tra cannoni S-60 e mitragliatrici binate ZU-23-2, 400 semoventi antiaerei ZSU-23-4 “Shilka” e 2K22 “Tunguska”, 350 sistemi missilistici antiaerei mobili a corto raggio 9K31 Strela-1, 9K35 Strela-10 e 9K33 Osa, e un centinaio di sistemi missilistici a medio e lungo raggio 9K37 Buk, 9K330 Tor e S-300V1.

Come già detto in precedenza, questo rappresenta uno schieramento numeroso e potente ma datato e vulnerabile al massiccio utilizzo di sistemi per la guerra elettronica che i russi dispiegheranno sicuramente nel teatro delle operazioni.

L'ultima componente delle Forze di Terra Ucraine è costituita dall'Aviazione dell'Esercito, la quale allinea una composita “armada volante” costituita da non meno di 250 velivoli ad ala rotante tra Mi-2, Mi-8 e Mi-26 da trasporto e Mi-24 da attacco. Essa è organizzata su un comando operativo, una base deposito e quattro brigare separate assegnate a ciascuna della quattro regioni militari del paese e, sulla carta, sembra essere una forza potente. In realtà anch'essa è stata gravemente penalizzata sia dalla scarsità di fondi che dalla mancanza di parti di ricambio.

Gli elicotteri ucraini hanno subito serie perdite nel corso della prima fase della Guerra del Donbass, nel 2014-2015, e nonostante la Motor Sich (compagnia facente parte del sistema militar-industriale ucraino) abbia raggiunto la piena capacità di produrre sia i propulsori che le pale dei rotori, la gran parte dei velivoli è ancora non operativa. In ogni caso, anche se fosse al culmine della potenza, è assai difficile che l'Aviazione dell'Esercito possa influenzare l'andamento della guerra di terra perché gli elicotteri ucraini si troverebbero ad operare in un ambiente letteralmente “saturo” di missili antiaerei russi rischiando l'annichilimento completo.

L'Ucraina alla prova del fuoco: resistenza o resa? (seconda parte)

L'Ucraina alla prova del fuoco: resistenza o resa? (terza parte)

Foto: U.S. Army / U.S. Navy