Da diverso tempo, nel mondo degli analisti militari, sta circolando il pensiero che, vista la grande proliferazione di sistemi missilistici supersonici e ipersonici a lunga gittata, il concetto di portaerei sia diventato ormai obsoleto.
Ma se le portaerei non servono più come mai potenze navali come Stati Uniti, Cina, India, Francia e Regno Unito continuano a costruirle?
Il PLA (People’s Liberation Army) ha introdotto in servizio missili balistici ipersonici antinave (Carrier Killer). Il DF-21D ha una velocità pari a mach 10 e una gittata massima di 1.500 km, la sola energia cinetica prodotta all’impatto sarebbe sufficiente ad affondare una portaerei da 100.000 tonnellate di dislocamento. Nel 2015 i cinesi hanno presentato il DF-26B con gittata accresciuta fino a 5.000 km.
Tali sistemi d’arma non consentirebbero al grosso della VII Flotta di operare nello stretto di Taiwan.
Tuttavia il PLAN (People’s Liberation Army Navy) ha in linea due portaerei, ne sta allestendo una e ne ha in programma di acquisire altre due. Il Giappone sta modificando due portaeromobili classe Izumo per consentire l’imbarco degli F-35B. Anche la Corea del Sud sta valutando la costruzione di una portaerei, nonostante le minacce maggiori al Paese arrivino dal fronte terrestre.
Quindi, dato che unità simili costituiscono bersagli “facili” per missili supersonici/ipersonici, come mai le principali marine del mondo continuano a volerle?
La prima risposta potrebbe essere che le portaerei siano ancora militarmente utili!
Le bolle anti-accesso cinesi (A2/AD) potrebbero essere non così letali come il regime di Pechino vuol far credere. Le portaerei forniscono ancora aeroporti mobili che sono probabilmente più sicuri delle strutture statiche. Anche se sono a rischio in specifici scenari di combattimento ad alta intensità, le portaerei rimangono comunque strumenti efficaci in dozzine di altre possibili operazioni militari.
Altro fattore determinante è l’entrata in servizio del caccia di 5° generazione STOVL F-35B. Tale macchina permette a marine che possono disporre di sole portaeromobili (come ad esempio il Cavour) di avere limitate capacità di proiezione di potenza e difesa aerea. I gruppi di volo imbarcati di Regno Unito, Italia e Giappone dipendono integralmente dall’F-35B, sebbene siano obbligati a decollare con poco carico in quanto i vettori che li imbarcano non sono dotati di catapulte (CATOBAR).
La seconda risposta è quella che avere nella flotta una portaerei costituisce motivo di grande prestigio per una nazione.
La U.S. Navy, con le classi Nimitz e Ford (insieme alle altre unità che costituiscono i carrier battle group), rappresenta la potenza navale degli Stati Uniti nel mondo (talassocrazia).
Per paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito o persino la Russia, una portaerei trasmette l'apparenza di potenza militare e continua rilevanza globale. Per la Cina e l'India, le portaerei trasmettono modernità e dimostrano uno stato di grande potere e progresso tecnologico.
Probabilmente la Russia, nel prossimo futuro, abbandonerà il concetto di aviazione imbarcata, in quanto l’ammiraglia Kuznetsov non sembra destinata a tornare presto in servizio, con conseguente decadimento delle capacità operative dei piloti imbarcati.
Un caso a parte riguarda la Marina Militare italiana. Attualmente è in linea la portaelicotteri/portaerei da 27.000 tonnellate Cavour, adibita all’imbarco di velivoli V/STOL e STOVL. Il taglio della commessa di F-35A/B (da 131 macchine a 90) consente alla Marina di acquisire solamente 15 velivoli, rispetto al requisito iniziale di 30.
Ciò comporterà il dimezzamento delle capacità del Gruppo di Volo imbarcato, a fronte dei costi che si dovranno sostenere, lo Stato Maggiore della Marina dovrebbe chiedersi se non sia il caso di rinunciare a una aviazione imbarcata e cedere i 15 F-35B all’Aeronautica. Il Cavour potrebbe diventare ciò che è sempre stato, una portaelicotteri che all’occorrenza è in grado di imbarcare un numero limitato di velivoli STOVL (così come preventivato per la nuova nave d’assalto anfibio Trieste).
Foto: U.S. Navy / U.S. Marine Corps