L’Arma azzurra si potenzia?

(di Tiziano Ciocchetti)
06/08/21

Il Documento Programmatico Pluriennale (DPP) della Difesa, per il triennio 2021-2023, offre non pochi spunti di riflessione per ciò che concerne i nuovi programmi d’acquisizione dell’Aeronautica Militare.

Il primo aspetto che salta all’occhio è il rifornimento in volo. L’Aeronautica dispone di 4 air-tanker Boeing KC-767, mentre altri 6 C-130J possono essere riconfigurati, in caso di necessità, in aerocisterne KC-130J.

Nel Documento è prevista l’acquisizione di ulteriori due KC-767, con relativo supporto logistico, nonché l’aggiornamento degli altri 4 agli standard dell’USAF. Il costo del programma ammonterà a 1.4 miliardi di euro da ripartire in 15 anni.

Altro punto nodale il rinnovamento delle capacità SHORAD (SHOrt Range Air-Defence) dell’Aeronautica Militare. Il sistema Aspide (in servizio da oltre 40 anni) verrà sostituito dal CAMM-Er di MBDA, lo stesso sistema che verrà adottato dall’Esercito Italiano. La spesa ammonta a 368 milioni di euro, di cui 238 milioni verranno finanziati su di un arco temporale di nove anni.

C’è ancora poca chiarezza sull’European MALE. La Difesa stanzierà, fino al 2035, 1,8 miliardi di dollari tuttavia si tratta di un velivolo dalle caratteristiche piuttosto convenzionali (in pratica esprimerà capacità che sono già alla portata degli UAV attuali) e non c’è traccia di versioni armate.

Su quest’ultimo aspetto, nel caso degli MQ-9 Reaper, il Ministero della Difesa si diletta nei soliti bizantinismi. Infatti, secondo quanto riportato dal Documento, “la finalità del programma (MQ-9 Reaper, NdA) risiede nel garantire l’adeguamento dei sensori, dei payload e dei sistemi di Comando e Controllo (C2) agli ultimi standard tecnologici, assicurando un grado di sviluppo prestazionale in linea con l’output capacitivo e operativo richiesto dalla Difesa in relazione agli attuali e futuri scenari di riferimento. Il velivolo garantirà incrementati livelli di sicurezza e protezione nell’ambito di missioni di scorta convogli, rendendo disponibile una flessibile capacità di difesa esprimibile dall’aria. Introdurrà, inoltre, una nuova opzione di protezione, sia diretta alle forze di protezione, sia diretta alle forze sul terreno che a vantaggio di dispositivi aerei durante operazione a elevata intensità/valenza”.

Tradotto: i Reaper del 32° stormo dell’Aeronautica Militare saranno armati!

La spesa ammonterà a 168 milioni di euro, di cui 59 milioni già finanziati per i prossimi sette anni.

Gli altri programmi riguardano il potenziamento della flotta di velivoli CAEW (Conformal Airborne Early Warning), attualmente su due G-550; l’acquisizione di un sostituto per l’RQ-1 Predator; il potenziamento della componente ASW, con l’acquisizione di ulteriori P-72A (in valutazione anche una versione dedicata del C-27J); l’acquisizione di capacità anti-ICBM, con il sistema superficie-aria MBDA Aster-30 Block 1N; la sostituzione della flotta di C-130J (in servizio da oltre vent’anni), con un vettore di categoria simile come il KC-390 dell’Embraer oppure maggiore, come l’A-400M dell’Airbus.

Come si evince dal DPP i programmi dell’Aeronautica sono molteplici e diversificati, quello che stona, purtroppo, è il solito modus operandi della Difesa, ovvero spalmare le acquisizioni su un arco di tempo medio/lungo finanziando i programmi con pochi fondi per poi aumentarli negli ultimi anniTale sistema porta le Forze Armate a completare le linee di acquisizione quando ormai sul mercato già sono presenti sistemi più avanzati.

Si dovrebbe, invece, convogliare i pochi fondi a disposizione su un numero ben definito di acquisizioni, rinunciando a quei provvedimenti a “prezzemolo” (così definiti da un alto ufficiale dell’Esercito Italiano), ovvero compro un po’ di tutto per avere capacità a 360°, sviluppando al massimo quei comporti che rivestono un elevato interesse strategico per la Nazione.

Foto: U.S. Air Force