La situazione delle forze armate italiane: armamento ed equipaggiamento del 185° RRAO

(di Tiziano Ciocchetti)
04/06/19

Il RRAO (Reggimento da Ricognizione e Acquisizione Obiettivi) è un reparto del COM.FO.S.E. (Comando Forze Speciali dell’Esercito) - dal 2017 è inserito nella fascia TIER-1 del Comando delle Operazioni Speciali -, particolarmente specializzato nella condotta delle Ricognizioni Speciali (Special Recce) e delle Terminal Guidance Operations (TGO), ovvero il controllo terminale di ogni sorgente di fuoco contro obiettivi paganti di alto valore strategico.

Gli operatori sono addestrati per raggiungere l’obiettivo prima di ogni altro in territorio ostile, azione che richiede la massima cura del movimento e dell’osservazione occulta: videre nec videri, è il motto del Reggimento, a sottolineare il modus operandi oltre le linee nemiche.

Presente in tutte le recenti missioni all’estero dei contingenti italiani, gli operatori del RRAO ebbero un ruolo determinante nella battaglia dei ponti a Nassiria, nel 2004, allorché individuarono con precisione le fonti di fuoco dei miliziani, permettendone la neutralizzazione, senza danni collaterali per la popolazione civile.

In Afghanistan, inquadrati nella task force Victor, hanno condotto operazioni finalizzate all’individuazione dei capi talebani, eliminandoli sia in modo diretto, con azioni di cecchinaggio, sia illuminando i bersagli a favori di vettori aerei nazionali (come per esempio gli elicotteri d’attacco MANGUSTA e i caccia AMX) oppure della coalizione.

I veicoli LINCE del Reggimento sono armati anche con lanciagranate automatici Mk-19 da 40 mm, arma assai utile qualora fosse necessario - vista la posizione avanzata degli operatori - sviluppare un elevato volume di fuoco per sganciarsi da un attacco nemico.

Tra le armi corte spiccano le solite Glock-17 e Beretta PX4 Storm, mentre tra le armi lunghe si comincia a diffondere il Beretta ARX-160A2 - versione specifica per le forze speciali, alla quale può essere montato un soppressore di suono, assai utile per chi deve operare in modo furtivo - anche se comunque le carabine della serie M-4 sono sempre molto apprezzate.

Nel campo delle LMG, la versione della Minimi in calibro 7,62x51 mm è preferita a quella in 5,56x45 mm per la maggiore gittata e potenza del munizionamento.

Molto curato il settore delle armi di precisione, in quanto pochi tiri precisi possono causare seri danni alle apparecchiature del dispositivo nemico.

Oltre al TRG-42 in calibro .338 Lapua Magnum (8,6x70 mm), è presente il Barrett M-82A1 da 12,7x99 impiegato come arma anti-materiale. Probabilmente sono presenti anche modelli di fucili in calibro .408 Chey Tac (10,4x77 mm), come l’italiano Thunder.

Tuttavia, l’arma migliore del RRAO è l’occhio umano, in quanto gli operatori devono essere in grado di fornire indicazioni estremamente precise sugli obiettivi da colpire.

A tale scopo dispongono di apparecchiature di ultima generazione, anche per l’osservazione notturna, come la camera termica Thales SOPHIE MF, che in 3,5 kg di peso incorpora anche un GPS e un marcatore laser.

Un altro sistema è l’israeliano CORAL CR, una apparecchiatura che individua una persona fino a una distanza di 5 km e un veicolo fino a 11 km.

Per quanto concerne la designazione dei bersagli, inizialmente veniva impiegato il sistema israeliano Elop GLTD (Ground Laser Target Designator), con una portata massima di 10 km, ma assai ingombrante (il peso raggiunge i 30 kg), creava non pochi problemi nel caso soprattutto di infiltrazioni a piedi. Il problema si è risolto adottando un altro sistema israeliano, il PLRD II, la cui testa optronica pesa meno di 7 kg (a cui bisogna aggiungere le batterie e il treppiede), con una portata di 10 km per vaste aree (5 km per un carro).

È altresì vero che le missioni JTAC (Joint Terminal Attack Controller), perché abbiano successo, devono seguire delle procedure precise. Il vettore aereo deve essere sicuro del segnale che segue e che illumina il bersaglio, specialmente se ci sono reparti amici nelle vicinanze.

Altri reparti del comparto forze speciali possono effettuare missioni in cui è richiesto la designazione del bersaglio (9° Col Moschin, GOI, 17° Stormo), ma per gli operatori del 185° RRAO è la loro ragione d’essere.

Foto: Esercito Italiano