La mossa cinese di Kiribati: una piccola isola in mezzo al Pacifico guadagna un’incidenza geostrategica enorme

(di Francesco Ferrante)
15/06/21

Secondo diverse indiscrezioni, il governo cinese avrebbe intenzione di ristrutturare ed espandere una pista di atterraggio sull'isola di Kanton, isola che fa parte di Kiribati, una nazione il cui territorio è praticamente un arcipelago nel mezzo dell'Oceano Pacifico centrale. Se fosse vero, questo potrebbe dare a Pechino una base aerea in una posizione incredibilmente strategica, praticamente a metà tra Nord America e Nuova Zelanda, allungando, in tal modo, il “braccio strategico” di Pechino in una regione critica e sempre più tesa.

Reuters aveva riferito sugli sviluppi in corso circa le relazioni tra i cinesi a Kiribati, che includevano anche miglioramenti ad un ponte associato alla pista di atterraggio, il 5 maggio 2021, sulla base delle dichiarazioni rilasciate da una rappresentante politica di Kiribati, Tessie Lambourne (ex ambasciatrice in Cina).

Allo stato attuale, il sito ha un'unica pista utilizzabile, che misura circa 1.900 mt di lunghezza, sebbene in base alle immagini satellitari la lunghezza totale sfruttabile potrebbe arrivare a 2.450. L'isola, con una forma a “nastro” ed un'area totale di circa 24 km quadrati, con una popolazione di 20 persone, e fa parte del più ampio gruppo di isole Phoenix di Kiribati. Nessun abitante, invece, è registrato nelle altre isole.

"Il governo non ha condiviso il costo e altri dettagli a parte lo studio di fattibilità per la riabilitazione della pista e del ponte", ha affermato la stessa Lambourne, che l'anno scorso diede vita al partito Boutokaan Kiribati Moa, in contrapposizione al Tobwaan Kiribati del presidente Taneti Maamau. "L'opposizione cercherà maggiori informazioni dal governo a tempo debito", ha poi aggiunto alla Reuters.

Ad oggi, né fonti ufficiali del Kiribati né autorità cinesi sembrano voler replicare in alcun modo, al rapporto di Reuters; la stessa agenzia ha anche affermato di aver chiesto di commentare alla U.S. Navy e il Dipartimento di Stato USA, ma nessuno pare aver ancora risposto al momento della pubblicazione del pezzo.

A dire il vero, si cominciò a parlare di possibili ed importanti progetti infrastrutturali cinesi a Kiribati già dal 2019, quando il Paese, sotto il presidente Maamau eletto per la prima volta nel 2016, riconobbe Pechino come legittimo governo della Cina e pose fine alle relazioni diplomatiche con Taiwan. Questo essenzialmente ribaltò la precedente decisione presa dai funzionari di I-Kiribati nel 2003 di riconoscere la governance di Taipei.

Durante la II guerra mondiale, la pista di atterraggio dell'atollo corallino venne utilizzata dalle forze aeree USA come tappa per la rotta tra le Hawaii e il Pacifico meridionale. Dopo la guerra, gli operatori civili lo utilizzarono anche come scalo transpacifico. Gli Stati Uniti hanno anche utilizzato l'isola per il monitoraggio spaziale e missilistico fino alla fine degli anni '60. Al giorno d’oggi, l'aeroporto di Canton Island è utilizzato solo per emergenze.

Una volta modernizzata, teoricamente la pista esistente potrebbe essere già sufficientemente adatta per lo schieramento di caccia, ma se, come detto in precedenza, il tratto utilizzabile venisse esteso e reso fruibile per l'intera lunghezza di 2450 mt, la base diverrebbe adatta per il trasporto di grandi dimensioni, per l’atterragio/decollo di aerei da pattugliamento marittimo e persino di bombardieri strategici. Premesso che tutto ciò comporterebbe notevoli investimenti da parte cinese, tuttavia il posizionamento strategico della pista di Kanton sarebbe una mossa notevole sulla scacchiera internazionale anche per quanto attiene il dispiegamento di velivoli ISR, compresi UAV con autonomie di volo elevate, in quanto estenderebbe il braccio operativo dell'Esercito di Liberazione Popolare sia verso le Hawaii da una parte, sia verso l'Australia e Nuova Zelanda dall'altra.

Proprio lo scorso anno infatti, l'Australian Strategic Policy Institute (Aspi) dichiarò1 che le strutture cinesi su Kiribati sarebbero state pensate per un posizionamento strategico cinese lungo le principali rotte marittime tra Nord America e Australia/Nuova Zelanda. Come qualcuno fece notare, di fatto l'isola diventerebbe una portaerei cinese permanente nel mezzo del Pacifico.

Con questo in mente, vale la pena comprendere che se gli sviluppi della Cina presso l'aeroporto di Kanton si concretizzassero assumendo una connotazione prettamente militare, il tutto avverrebbe a similitudine di quanto già accaduto negli avamposti artificiali della Cina nel Mar Cinese Meridionale: ovvero sia la capacità dimostrata da Pechino di trasformare isole remote e disabitate in importanti avamposti militari. Oltre a garantire un sicuro punto d'appoggio in una posizione strategicamente rilevante, i piani della Cina per Kiribati avrebbero un impatto considerevole per l’accesso diretto a tutta la vasta zona economica esclusiva di quella nazione, che copre ben oltre 1,35 milioni di miglia quadrate e include alcune delle zone di pesca più produttive del Pacifico.

Quando Pechino ruppe i legami con Kiribati nel 2003, a causa del riconoscimento di Taiwan da parte del paese, Pechino chiuse una stazione di geo-localizzazione spaziale a South Tarawa, un'altra isola a Kiribati, sede della capitale del paese e della maggior parte delle sue infrastrutture. Questo è un altro sito che potrebbe essere ripristinato dal momento che i rapporti Kiribati-Cina hanno ripreso a crescere con nuova linfa.

Resta comunque tutto da vedere se gli eventuali miglioramenti da parte cinese all'aeroporto di Kanton, o alle infrastrutture associate, abbiano o meno una chiara connotazione militare. Preoccupazioni su simili capacità “dual-use” sono già emerse da diversi progetti avviati da Pechino in altre parti del mondo, come ad esempio nella regione dei Caraibi, punto dove la Cina sta palesando un crescente interesse.

Allo stesso tempo, va detto che alcuni dei siti in questione non sembrano effettivamente avere -almeno direttamente - alcuno scopo militare, stando alla loro forma attuale2. Il nuovo aeroporto in Cambogia34, ultimato lo scorso anno, è una di queste strutture5. Almeno apparentemente, tutta l’infrastruttura sembrerebbe essere destinata a servire un vicino resort di lusso, nonostante le affermazioni di esperti e osservatori secondo cui alcune delle caratteristiche della pista di atterraggio siano inadatte ad attività di aviazione commerciale.

Detto questo, è anche vero che non sarebbe assolutamente troppo difficile per le autorità cinesi riorganizzare un tale aeroporto per un uso esclusivamente militare, o “dual use”, come base di sosta intermedia. E soprattutto in tempi relativamente brevi.

Fonti

https://www.reuters.com/article/us-taiwan-diplomacy-kiribati-idUSKBN1W50DI (20.09.2019)

https://www.reuters.com/article/us-china-kiribati-idUSKBN1WC2KB (29.09.2019)

https://www.reuters.com/article/us-china-kiribati-idUSKBN1Z5168 (06.01.2020)

https://www.reuters.com/article/us-kiribati-china-idUSKBN25G0YX (20.08.2020)

https://www.scmp.com/week-asia/politics/article/3098125/chinese-diplomat-pictured-walking-locals-backs-highlights (21.08.2020)

https://www.reuters.com/article/us-china-kiribati-exclusive-idUSKBN2CM0IZ (05.05.2021)

https://www.reuters.com/world/asia-pacific/kiribati-says-china-backed-pacific-airstrip-project-civilian-use-2021-05-13/ (13.05.2021)

https://asia.nikkei.com/Politics/International-relations/Indo-Pacific/China-extends-South-Pacific-reach-by-funding-runway-project (19.05.2021)