Il futuro sale a bordo della “Mare Aperto”

(di Renato Scarfi)
02/05/23

Negli ultimi anni si è sviluppata una forte competizione per l’accesso alle risorse naturali marine e sottomarine, con conseguenti rivendicazioni sulle aree di interesse.

L’enorme valenza degli spazi marittimi in termini di influenze climatico-ambientali, risorse energetiche, materie prime pregiate, riserve alimentari, attività economiche e connettività tra continenti li rendono, infatti, ancor più che in passato driver per eccellenza rispetto alle prospettive di crescita sostenibile e prosperità inclusiva sul piano globale. Questa funzione nevralgica per il benessere economico (e quindi sociale) degli Stati comporta importanti ripercussioni sulle relazioni internazionali contemporanee e sugli aspetti securitari di ciascuna nazione. Per tale motivo le Marine militari hanno visto nel tempo crescere il proprio ruolo di promotrici e garanti della sicurezza.

Affinché tale compito possa essere svolto con efficacia, alla disponibilità di adeguati mezzi deve necessariamente accompagnarsi un’adeguata preparazione e addestramento degli equipaggi, in modo da mantenere elevata efficienza operativa e costituire un deterrente per coloro che vorrebbero influire negativamente sugli altrui legittimi interessi nazionali.

Ben conscia di ciò, la Marina Militare, attraverso il comando in capo della squadra navale (CINCNAV), ha ormai consolidato un proprio ciclo addestrativo annuale, denominato “Mare Aperto”. Si tratta della principale esercitazione marittima nazionale che, strutturata su due sessioni annuali (primaverile e autunnale) della durata di circa un mese ciascuna, vede il coinvolgimento dell’intera Forza Armata.

Dal 13 aprile scorso si sta svolgendo la prima edizione del 2023, che terminerà il prossimo 6 maggio, interessando l’alto mare e le zone costiere del Mar di Sardegna, Tirreno, Adriatico, Ionio e dello Stretto di Sicilia, con eventi addestrativi multidimensionali e il supporto delle funzionalità cyber e spaziale.

Come ha sottolineato il comandante in capo della squadra navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, responsabile della pianificazione, condotta e verifica dell’esercitazione, “…la Mare Aperto è giunta a un livello di maturazione che ne fa una ben conosciuta e apprezzata palestra addestrativa, con una corposa partecipazione multinazionale e solide integrazioni interforze e interagenzia, il cui valore é la possibilità di esercitare nella sua massima espressione sia la peculiare dinamicità e flessibilità del comando e controllo marittimo sia il livello di prontezza ed efficacia d’azione delle singole componenti del nostro strumento militare marittimo difensivo sia la loro prontezza e abilità nel fondersi nei pacchetti capacitivi abilitanti per la proiezione sul mare e dal mare…”.

Lo scenario addestrativo, che ormai vede una qualificante continuità tra le varie edizioni, è strutturato in una serie di fasi consecutive. La prima di queste (warm up) è partita subito dopo la pre-sail conference (13 aprile) e si è conclusa domenica 23 aprile. Durante tale fase tutte le unità partecipanti sono state coinvolte in eventi addestrativi che hanno riguardato la condotta di varie attività marinaresche, interazioni con mezzi navali e personale del corpo delle Capitanerie di Porto e lo sviluppo delle diverse forme di lotta (antinave, antiaerea, antisommergibile, contromisure mine, anfibia ed elettronica).

Dopo una breve sosta in vari porti, si è aperta la seconda fase, caratterizzata dalla suddivisione delle unità in due gruppi contrapposti e connotata dall’impiego di capacità militari marittime reali in operazioni warfare & combat, sicurezza marittima e cooperazione securitaria, in un contesto di difficoltà e complessità crescenti. In tale ambito, ciascuno dei due “partiti” viene chiamato ad assolvere dinamicamente le proprie missioni, al fine di conseguire gli obiettivi via via assegnati dalla direzione dell’esercitazione, imbarcata sulla portaerei Cavour.

Obiettivi addestrativi

Allo scopo di permettere di addestrare efficacemente tutte le componenti della squadra navale e a tutti i livelli, la pianificazione prevede una serie di eventi inseriti in uno scenario internazionale fittizio, caratterizzato da una crisi internazionale con l’applicazione del principio di difesa collettiva (cosiddetto “NATO articolo 5”), ma che tiene anche conto delle altre presumibili sfide che potrebbero profilarsi nel dominio marittimo, con particolare attenzione alla gestione della Zona Economica Esclusiva (ZEE) e alla protezione degli interessi nazionali in tale area.

Sono, quindi, stati individuati diversi temi addestrativi particolarmente significativi, come la salvaguardia della libertà di navigazione lungo le linee di comunicazione marittime, la protezione delle linee subacquee di approvvigionamento energetico e di collegamento informatico, la capacità di acquisire capillarità conoscitiva e informativa nonché la superiorità strategica in determinate aree (A2/AD), il consolidamento dell’interoperabilità multinazionale, quello dell’integrazione interforze e la costruzione di una architettura sistemica di cooperazione in ambito interagenzia, per il contrasto alle attività illecite via mare e per il concorso in interventi di soccorso umanitario. Un obiettivo, quest’ultimo, divenuto ormai indispensabile, per raggiungere il quale è necessario armonizzare mezzi, competenze, procedure, capacità gestionali e raggio d’azione.

In tale ambito, la Marina Militare è il naturale riferimento nel processo di ineludibile integrazione coordinata delle diverse realtà operanti sul mare.

Gli obiettivi sono, quindi, importanti e non riguardano soltanto la squadra navale e la Marina, ma si inseriscono in un contesto molto più ampio, che riguarda l’intera impostazione dell’azione dello Stato sul mare.

Ma perché sono stati scelti questi obiettivi? La capacità di accesso alle risorse marine e sottomarine sta acquisendo una crescente importanza nelle agende nazionali ed è alla base dello sviluppo degli strumenti deputati a salvaguardare gli interessi nazionali, economici e di sicurezza nel dominio marittimo. In tale ambito, la ZEE (istituita nel 1982 con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare – UNCLOS) e la gestione delle risorse in essa racchiuse, ha un rilevante significato politico ed economico (leggi articolo “Zona Economica Esclusiva e potere marittimo”).

L’Italia e le sue attuali filiere industriali sono, inoltre, estremamente dipendenti dall’estero per l’approvvigionamento di risorse e materie prime. Il nostro paese è, quindi, particolarmente esposto a eventuali azioni che interferiscano con la libera accessibilità delle vie commerciali marittime. Le linee di comunicazione marittime sono, pertanto, indispensabili per il nostro benessere. Da qui discende la necessità di assicurare la libertà di navigazione lungo queste “autostrade” commerciali (leggi articolo “La tutela degli interessi nazionali sul mare”).

I danni apportati al gasdotto sottomarino North Stream, seguiti all’episodio meno noto, ma altrettanto preoccupante, della misteriosa troncatura che ha interrotto uno dei due cavi sottomarini di comunicazione del Svalbard Undersea Cable System (tra Norvegia e Isole Svalbard), hanno inoltre emblematicamente evidenziato l’ulteriore vulnerabilità che interessa la dimensione marittima.

In tal senso va sottolineato che l’attuale livello tecnologico rende ormai accessibili gli strumenti per azioni di sabotaggio nelle profondità marine anche da parte di attori non statali, quali la criminalità organizzata transnazionale o addirittura il terrorismo internazionale.

C’è quindi un enorme bisogno di provvedere in maniera concreta e trasversale alla sicurezza della dimensione marittima nel suo complesso, con le linee del traffico commerciale, le varie attività del cluster marittimo (pesca, diportismo, ecc..) e le infrastrutture strategiche offshore, cui oggi si aggiungono, appunto, le linee sottomarine sia di approvvigionamento energetico, indispensabile per lo sviluppo industriale e per garantire il nostro livello di vita, sia di comunicazione digitale, che forniscono i collegamenti per la world wide web, su cui peraltro corrono le innumerevoli transazioni economiche correlate al commercio e alla finanza internazionale (leggi articolo “Spazi marittimi e sicurezza internazionale”).

Si comprende, quindi, come il concetto di sicurezza racchiuda un ampio ventaglio di attività umane, tutte necessarie a consentire il nostro benessere.

Parallelamente alla tutela dei nostri legittimi interessi, inoltre, la Marina ha sviluppato anche capacità di portare aiuto alle popolazioni in emergenza. Le sue moderne capacità medico-sanitarie (il Cavour è dotato, per esempio, di due sale operatorie) e la naturale attitudine a poter operare per lungo tempo in maniera indipendente dalle infrastrutture a terra, consentono alle navi di poter intervenire sia in supporto alle popolazioni nel caso di calamità naturali o emergenze umanitarie sia nel settore logistico fornendo, per esempio, energia elettrica alla popolazione. Tutte capacità che fanno sì che la Marina abbia reali e spiccate caratteristiche expeditionary che, in occasione di esercitazioni complesse come la “Mare Aperto”, vengono ulteriormente verificate e affinate.

Gli attori

Oltre alle più moderne unità navali e subacquee della squadra nvale, come la portaerei Cavour, partecipano all’esercitazione anche l’intera Aviazione Navale, con gli F-35B, gli AV-8B e gli elicotteri imbarcati, la Forza Anfibia, costituita dal complesso delle navi da sbarco, dei mezzi anfibi e dei fucilieri della brigata marina San Marco, le componenti subacquei e incursori del Comsubin, le Forze di contromisure mine, la rete radar costiera e le componenti specialistiche delle telecomunicazioni e cyber, che garantiscono il flusso informativo e le funzioni offerte dal dominio spaziale.

In tale ambito, proprio la presenza della portaerei aggiunge valore strategico all’esercitazione, in quanto permette di mettere alla prova le capacità operative di gruppi navali di elevato pregio e la capacità di integrarsi in una Forza navale composita. Tra le Marine del mondo, infatti, sono poche quelle in grado di operare con gruppi portaerei, che permettono la proiezione di potenza a notevole distanza dalla madrepatria. Si tratta di un gruppo molto ristretto di paesi, tra cui l’Italia, che possono operare per lungo tempo nelle aree marittime di interesse nazionale. È anche per questo motivo che la Marina coglie ogni occasione per effettuare esercitazioni con gruppi portaerei di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, ecc…. Eventi che permettono di approfondire la collaborazione e consentono un fruttuoso scambio di esperienze tecnico-operative.

Tornando alla Mare Aperto, alla già interessantissima presenza in forze della Marina Militare si aggiunge la consolidata partecipazione multinazionale (13 nazioni NATO e 10 partner) e il coinvolgimento in supporto di componenti dell’Esercito, che si integra nella Forza da sbarco della Marina, dell’Aeronautica, che partecipa con velivoli di vario tipo (caccia, rifornitori, early warning, unmanned). Per la prima volta partecipa anche l’Arma dei Carabinieri.

Tra le importanti novità di questa edizione, alcuni eventi addestrativi con la partecipazione di Guardia di Finanza e Protezione civile, a dimostrazione della delicatezza e della variegata specificità delle minacce presenti nel dominio marittimo. Come ha sottolineato l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, si tratta di “…un grande lavoro di squadra, non soltanto all’interno della Marina ma in un contesto più ampio, interforze e interagenzia...”. Questa presenza trasversale è, quindi, un segnale molto importante perché testimonia la sinergia esistente tra le Forze Armate e tra queste e il resto degli attori che danno vita al “sistema paese”, per il raggiungimento di obiettivi che sono comuni e condivisi.

In tale ambito, il CINCNAV svolge il ruolo di direttore dell’esercitazione, mantenendo comunque l’indispensabile e continuo contatto con il mondo reale, attraverso l’aggiornamento degli eventi di interesse geostrategico e il costante scambio di informazioni con le unità navali dislocate sui mari del mondo, impegnate in missioni nazionali o inquadrate in dispositivi multinazionali.

La partecipazione di tutti gli attori che operano sul mare, oltre a dimostrare il raggiungimento di un’elevata interoperabilità, sottolinea con forza l’importanza di tutti i contributi per la compilazione di una completa e aggiornata Maritime Situational Awareness (MSA), che permetta in tempo reale di comprendere l’evolversi della situazione nelle aree marittime di interesse e di mettere in campo le azioni più efficaci per rispondere alle sfide che dovessero proporsi.

Un’interessante novità, che ha preso piede (marino) da qualche edizione della “Mare Aperto”, è la presenza a bordo delle principali unità navali partecipanti di studenti universitari, suddivisi in due partiti contrapposti e selezionati da varie facoltà1 di numerose Università italiane2.

Il loro ruolo nell’esercitazione è quello di “disegnare” l’evoluzione dello scenario fittizio sotto il profilo geopolitico e legale che, in questo modo, diventa estremamente dinamico. Gli studenti, inoltre, partecipano attivamente all’attività mediatica di esercitazione e alle attività addestrative di supporto informativo dallo spazio e di contrasto cyber. Un interessante connubio tra Forze operative e mondo dello studio, che permette uno scambio di esperienze e di idee, in grado di fornire ulteriori spunti di riflessione su temi di estremo interesse. La partecipazione di tanti giovani studenti universitari a bordo, inoltre, rappresenta anche un’occasione per diffondere la cultura della marittimità e approfondire particolari tematiche ad essa correlate, con le importanti implicazioni strategiche ed economiche per un paese come il nostro.

Da sottolineare, infine, la presenza a bordo di studenti di medicina provenienti dall’Università di Trieste che, nel corso dell’esercitazione, effettuano un tirocinio pratico presso la componente sanitaria di Nave Cavour, dove hanno la possibilità di entrare in contatto con sistemi all’avanguardia come quello per la “telemedicina”, una importante realtà estremamente utile anche nel caso di interventi lontano dalla madrepatria. Ai futuri medici si affianca poi il preziosissimo supporto di alcune infermiere volontarie della Croce Rossa e quello degli ufficiali medici, biologi e psicologi della Marina in tirocinio pre-imbarco, a completamento dell’articolato ventaglio delle capacità medico-sanitarie del gruppo navale. Una situazione unica, mai verificatasi prima, che risponde alle sollecitazioni da parte del settore medico-sanitario militare per lo svolgimento di attività che si possono svolgere ottimizzando quello che la Marina ha a disposizione.

Conclusioni

In un mondo sempre più caratterizzato da una dura competizione sia per l’accesso alle risorse sia per la fruibilità delle linee commerciali marittime, il dominio marittimo è sempre più il fulcro della sicurezza internazionale e della prosperità delle popolazioni. In estrema sintesi, dal mare passa tutto ciò che è importante per il benessere dei cittadini.

In tale ambito, le esercitazioni delle Forze navali sono una forma di “assicurazione” per la nostra prosperità. Come ha evidenziato l’ammiraglio De Carolis “…in uno scenario internazionale in continua evoluzione, lo scopo di queste esercitazioni è quello di continuare ad addestrarsi per poter dare il nostro contributo alla stabilità e alla sicurezza internazionale e per essere pronti a difendere efficacemente i nostri legittimi interessi da un complesso di minacce, crescenti in numero, tipologia, complessità, mutevolezza e interrelazione gravanti in una dimensione, come quella marittima, da sempre di rilevanza vitale e strategica per la nostra nazione…”.

Dal mare, sul mare, sopra e sotto il mare, quindi, perché anche le profondità marine rappresenteranno sempre più un settore di rilevante interesse economico e strategico e, quindi, fonte di possibili sfide alla sicurezza internazionale. La competizione per l’accesso al dominio subacqueo si aggiunge, quindi, alle numerose sfide già esistenti, come la minaccia alla libertà di navigazione, uno dei temi addestrativi della “Mare Aperto”. Qualunque restrizione in questo settore (per incidente o intervento esterno) ha, infatti, un effetto diretto a livello globale, non solo nel breve ma anche nel medio termine, come hanno ben dimostrato gli attacchi dei pirati e il blocco del Canale di Suez del 2021.

Va poi evidenziato che la condotta di grandi esercitazioni di questo tipo, caratterizzate da eventi che si svolgono realmente e con numerose navi effettivamente in mare, permettono anche una più attenta e profonda attività di controllo delle aree interessate, con gli intuibili positivi miglioramenti della sicurezza complessiva. Un lavoro molto impegnativo, il cui valore è stato riconosciuto dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto che, durante l’esercitazione, ha effettuato una visita a bordo di Nave Cavour, accompagnato dal capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e dal capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino.

Il dominio marittimo, indispensabile fonte di ricchezza e di crescita, è sempre più un elemento che vale la pena proteggere, in ogni senso, e la professionalità degli equipaggi della Marina, unita alla partecipazione di giovani studenti universitari alla “Mare Aperto” permette di guardare lontano con fiducia. Ma per continuare la navigazione verso il futuro è indispensabile che ci sia anche un’adeguata risposta da parte della politica, il cui sguardo deve essere rivolto con estrema e concreta attenzione principalmente verso le questioni marittime nella consapevolezza che non c’è democrazia senza sicurezza. Un’attenzione che passa attraverso la conoscenza delle dinamiche correlate all’economia internazionale, la consapevolezza della nostra dipendenza complessiva dal mare e la comprensione del fondamentale ruolo svolto dalla Marina per la tutela degli interessi nazionali e per il cluster marittimo italiano nel suo complesso.

1 Scienze politiche, Giurisprudenza, Relazioni internazionali e diplomatiche, Comunicazione, Ingegneria navale, Geologia e Geofisica, Ingegneria aerospaziale, Management, Mediazione linguistica e culturale, Scienze del governo e delle politiche pubbliche

2 Varie Università di Bologna, Pisa, Siena, Trieste, Viterbo, Genova, Napoli, Bari, Roma, Milano

Foto: Marina Militare