I turchi guidano la forza di reazione rapida della NATO. Ma le tensioni restano.

(di Tiziano Ciocchetti)
07/01/21

Dopo la Germania, la Polonia e l’Italia è arrivato il turno della Turchia di guidare, dal 1° gennaio, il VJTF (Very High Readiness Joint Task Force), integrato nella NRF (NATO Response Force).

È bene ricordare che la politica estera di Ankara ha suscitato - e continua a suscitare - tensioni all'interno della NATO. Oltre ai suoi interventi in Siria, Libia e persino Azerbaijan, la Turchia è fortemente impegnata per la ricerca di idrocarburi nelle aree rivendicate dalla Grecia, mettendo in discussione del Diritto internazionale e ricattando l'Unione Europea sui migranti. Ciò è stato motivo, all'inizio di dicembre, di una riunione piuttosto burrascosa dei ministri degli esteri dell'Alleanza.

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva alzato i toni, accusando Ankara di "prendere in ostaggio" i piani di difesa previsti dagli Alleati, al fine di indebolirne la coesione.

I piani riguarderebbero in particolare il fianco orientale della NATO, dove diversi paesi membri temono le ingerenze russe, soprattutto dopo l'affare Crimea e il sostegno di Mosca ai separatisti nel Donbass, una regione situata nel sud-est dell'Ucraina, Paese con il quale la Turchia è in ottimi rapporti, come dimostra la forte cooperazione nel settore degli armamenti.

La VJTF si basa su una brigata di terra multinazionale, forze speciali, mezzi aerei e navali. Il suo ruolo è di intervenire con brevissimo preavviso (da 2 a 3 giorni), qualora fosse necessario per preparare il successivo dispiegamento di un primo gruppo di forze di secondo grado (IFFG), composto da due brigate multinazionali.

Nel 2021, il grosso delle truppe della VJFT sarà fornito dalla 66ᵃ brigata di fanteria meccanizzata dell'Esercito turco, con circa 4.200 soldati su una forza totale di 6.400. Tuttavia "anche Albania, Ungheria, Italia, Lettonia, Montenegro, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti forniranno unità", ha comunicato la NATO.

Da sottolineare come la Turchia abbia investito molto in questa task force, soprattutto per quanto concerne la pianificazione della logistica e delle necessità di munizioni. Mettendo a disposizione le ultime acquisizione in fatto di MBT, missili anticarro e artiglierie.

Foto: Türk Silahlı Kuvvetleri