Hovercraft: il sogno proibito della Marina Militare

(di Tiziano Ciocchetti)
07/08/19

Nella seconda metà degli anni ’90 dello scorso secolo, nel quadro del potenziamento delle capacità di landing force da parte della Marina Militare, si era ventilata l’ipotesi di acquistare dagli Stati Uniti uno o due esemplari di LCAC (Landing Craft Air Cushion). Tuttavia, gli alti costi - soprattutto di gestione, in quanto gli hovercraft sono più vicini ad un velivolo che a una imbarcazione - fecero propendere per soluzioni più economiche.

Un hovercraft è, in sostanza, un veicolo a cuscino d’aria costituito da uno scafo a piattaforma sotto il quale trova posto un elemento flessibile, chiamato cintura. Con il motore acceso, le ventole soffianti poste sopra la struttura inviano verso il basso un getto d’aria che, colpendo una superficie, genera una spinta di sostentazione sufficiente a far sollevare lo scafo di qualche centimetro. La propulsione viene assicurata, durante la fase del volo, da una o più eliche spingenti (quattro turbine a gas Allied-Signal TF-40B, due per la propulsione e due per il lift di sostentazione).

Il primo LCAC di serie venne consegnato nel 1984 e hanno partecipato a tutte le operazioni anfibie che da allora videro protagonista la U.S. Navy, come l’invasione di Panama nel 1989, l’operazione Desert Storm nel 1991 e la missione Restore Hope in Somalia nel 1992.

I compiti svolti da questi particolari mezzi riguardano principalmente il trasferimento ship to shore and beach to beach di uomini e materiali, a supporto delle operazioni anfibie.

Il progetto risale agli anni ’70, quando la U.S. Navy emanò un requisito operativo per l’acquisizione di veicoli a cuscino d’aria. La gara vide vincitore il progetto della Bell Aerospace Textron e, a partire dal 1984, cominciarono le consegne della versione definitiva. Tra il 1984 e il 2001 vennero consegnati 97 esemplari (91 alla U.S. Navy e 6 alla Japan Maritime Self-Defense Force), di questi 74 sono interessati a un programma di ammodernamento che si concluderà nel 2024.

Gli LCAC sono mezzi anfibi caratterizzati da elevate prestazioni che, con un carico massimo di 75 tonnellate, possono raggiungere una velocità di 40 nodi (a pieno carico!), con un’autonomia di 200 miglia nautiche (370 chilometri!). Possono operare anche su aree innevate, sulle superfici ghiacciate, sulla sabbia e in zone paludose. Possono essere trasportati 24 soldati, ospitati nello spazio interno del mezzo, insieme a un MBT, oppure 12 VLTM.

Con l’entrata in servizio della nuova unità d’assalto anfibia TRIESTE (con un dislocamento a vuoto di 33.000 tonnellate), si ripropone per la Marina Militare la necessità di un mezzo che possa consentire di operare a una distanza di sicurezza dalle coste. Le nuove quattro landing craft classe LC23 (il cui ingresso in servizio è previsto per il 2021) dovranno svolgere la funzione di supporto nelle operazioni anfibie. Tuttavia, pur potendo vantare notevoli capacità di carico (fino a un massimo di 60 tonnellate) non potranno avere la flessibilità degli hovercraft LCAC.

Immagini: U.S. Navy / U.S. Marine Corps