Gli MBT e i nuovi scenari di guerra: Servono ancora?

(di Tiziano Ciocchetti)
10/12/18

Nei recenti conflitti in Iraq e in Siria si è assistito ad un utilizzo marginale dei corazzati, in quanto lo stato islamico disponeva di pochi mezzi, principalmente utilizzati come apripista per altri veicoli imbottiti di esplosivi.

In Ucraina, invece, si è avuto un esempio su larga scala di moderna lotta anticarro, infatti, l’artiglieria pesante russa, utilizzando anche lanciarazzi campali come l’URAGAN da 220 mm e lo SMERCH da 300 mm, ogni qual volta la situazione delle forze filo russe si faceva critica, è intervenuta con sub-munizioni anticarro sulle postazioni governative ucraine. Una tattica che ha inflitto numerose perdite alle truppe di Kiev, in quanto i suoi corazzati – versioni non aggiornate di T-72 e T-80 –, senza specifiche protezioni per la parte superiore del veicolo, si sono dimostrati particolarmente vulnerabili, avendo oltremodo lo svantaggio di manovrare in grandi pianure prive di ostacoli naturali.

L’unica soluzione sarebbe stata quella di posizionare i carri dentro zone alberate, comunque fuori dalla portata dell’artiglieria russa, ed operare sfruttando le capacità degli UCAV per individuare i lanciarazzi campali, eliminandoli successivamente con un tiro di controbatteria.

Gli ultimi conflitti, più o meno asimmetrici, hanno sollevato quesiti circa i possibili impieghi futuri degli MBT. A tal proposito, ancora una volta, le esperienze del corpo corazzato israeliano (Shiryon) sembrano tracciare la via per un utilizzo efficace dei carri negli odierni conflitti, almeno di quelli a bassa/media intensità.

Dopo le non trascurabili perdite subite dai corazzati di Tel Aviv (a fronte della totale assenza di una controparte corazzata) nelle operazioni in Libano del 2006 e nella Striscia di Gaza nel 2009, nell’estate del 2014, il Tsahal lancia l’operazione MARGINE DI PROTEZIONE – finalizzata a bloccare il lancio di razzi da Gaza e distruggere la rete di tunnel costruita da Hamas – con l’impiego di 400 veicoli blindati/corazzati.

In questa operazione i MERKAVA sono stati utilizzati per fornire appoggio ai reparti di fanteria, non per occupare aree chiave a ridosso delle linee nemiche, né tanto meno per distruggere formazioni corazzate, inesistenti, dell’avversario. Lo Shiryon ha contribuito soltanto alla conquista e alla protezione di una striscia di terreno scarsamente urbanizzato molto limitata, con lo scopo di facilitare la distruzione della rete di gallerie da parte del genio e della fanteria. Nei combattimenti i MERKAVA hanno erogato fuoco d’appoggio, a sostegno delle truppe appiedate, sparando migliaia di colpi contro edifici, utilizzati dai miliziani di Hamas come postazioni di lancio.

Nel corso dell’operazione lo Shiryon non ha registrato il danneggiamento di carri né perdite o ferimenti tra gli equipaggi.

Questo potrebbe essere uno dei possibili impieghi dei corazzati negli scenari futuri, in quanto la grande diffusione, anche tra i miliziani, di moderni sistemi anticarro (ricordiamo che il mezzo invulnerabile non esiste) limita fortemente l’utilizzo di MBT moderni dai costi molto elevati, soprattutto in un ambiente urbano densamente popolato.

(foto: MoD Ucraina / IDF)