E se la Russia non fosse una isolata potenza regionale?

06/04/14

La democratica ed inclusiva Australia propone di escludere la Russia dal prossimo G20, ritenendo che il presidente Putin, o chi per lui, non sia degno di prendere parte alla riunione dei 20 paesi più industrializzati al mondo.

E' certo che il Vladimir Vladimirovich possa non essere simpatico, probabilmente perché con le sue azioni pone in luce le contraddizioni ed i nervi scoperti di un occidente decadente e nello stesso tempo arrogante, ma da qui a scegliere la via dell’offesa diplomatica si ritiene occorra maggiore prudenza.

La scelta del muro contro muro, di cui l’Australia si fa portavoce, non è altro che l’eco delle affermazioni di Obama e Cameron, cioè di un mondo anglosassone che fa fatica a capire le nuove dinamiche globali, ritenendo di essere ancora il depositario del potere, della moneta di riferimento e della forza militare.

Miopia allo stato puro!

Il Pacifico è sempre più nelle mani della Cina che peraltro, in maniera tentacolare, si espande in Africa, con lo scopo di acquisirne le materie prime ed in Europa imponendo lo yuan quale moneta di riferimento per gli scambi bilaterali con la spompata locomotiva tedesca, il blocco dei produttori di petrolio si estende a paesi, quali il Venezuela o la Libia poco disposti ad accettare i dictat a stelle e strisce e poi Brasile ed India in un eterno confine tra modernità e medioevo, sbattono sul piatto del mercato mondiale prodotti sempre migliori e sempre più a basso costo.

Per riportare il ragionamento sulla Russia e sulla sua ipotetica esclusione dai tavoli in cui si decide delle sorti del globo, non saranno certo le invettive che la declassano a potenza regionale, assieme alle ridicole sanzioni commerciali che fermeranno la mano di Putin, la storia e le relazioni internazionali dovrebbero averci ormai insegnato che l’isolamento diplomatico acuisce i conflitti e rafforza le politiche di potenza.

I domini del conflitto si sviluppano nella dimensione fisica, cognitiva e morale ed è proprio in questi tre ambiti che occorre agire in maniera bilanciata, per il momento la Russia, con la sua politica neo-zarista, sta sviluppando uno strumento industriale e militare non certo da potenza regionale, è forte di una volontà ferrea che genera coesione, tanto che la Cina stessa, non certo in modo disinteressato, ha fermato il progetto di rappresaglia, presentato in sede di consiglio di sicurezza dell’ONU ed inoltre ha una spiccata capacita di comprendere le dinamiche politiche dello scenario di riferimento, tanto che il Ministro degli esteri Lavrov, mantiene un attivismo inusuale per un paese che i media più schierati e disattenti, vorrebbero ormai solo e senza risorse.

Al momento l’orizzonte non offre alcuna “coalition of willings” che sia nelle condizioni di spezzare la volontà e controllare la cognizione dei russi, pertanto quelle australiane restano mere farneticazioni prive di qualsivoglia fondamento e finalizzate solo al tentativo di orientare il più possibile una opinione pubblica mondiale che a quanto pare risulta sempre meno narcotizzata da quello che una volta veniva definito il pensiero unico.

Andrea Pastore

(foto: Presidenza Fed. russa / MoD PRC)