Débâcle dei Typhoon nel “dogfight”

(di Giovanni Caprara)
09/08/15

Si è appena concluso il wargame “Indradhanush-2015” svoltosi a Coningsby nel Lincolnshire (UK). L’esercitazione prevedeva combattimenti ravvicinati, detti “dogfight”, fra i piloti inglesi sui loro Eurofighter Typhoon, in opposizione agli indiani a bordo dei Sukhoi-30 MKI.

Erano stati pianificati dodici “scontri”, che comprendevano scenari uno-contro-uno, uno-contro-due e due-contro-uno, in ragione di quattro per tipo. I Sukhoi indiani hanno avuto la meglio tutte le dodici volte.

Ovviamente la RAF ha subito tentato di giustificare il risultato disastroso dell’esercitazione adducendo che gli Eurofighter volavano senza l’ausilio dei radar BVR, in grado di identificare bersagli e condurre combattimenti al di là del raggio visivo.

La spiegazione alla débâcle inglese appare quanto mai inopportuna, in quanto le esercitazioni vertevano sullo scenario WVR, entro il raggio visivo, nel quale il lancio dei missili veniva simulato a due miglia di distanza tra i velivoli.

In realtà tale sconfitta è una diretta conseguenza della filosofia progettuale dei nuovi aeromobili occidentali. Infatti, per la NATO il “dogfight” è una pratica superata alla quale è preferita la superiorità aerea raggiungibile con i radar BVR e missili aria-aria capaci di abbattere un aviogetto ostile oltre la linea dell’orizzonte.

Al contrario i Russi costruiscono aerei da caccia “super manovrabili”: è una peculiarità ottenuta mediante l’uso della spinta vettoriale ed il controllo dell’apparecchio in post-stallo per consentire al pilota di effettuare manovre ad altissimo angolo d’attacco. Invece, le aeronautiche occidentali preferiscono conservare l’energia cinetica prodotta dell’aeromobile in combattimento.

E’ possibile che tale differenza in fase di progettazione ingeneri difficoltà alla NATO, in quanto il combattimento potrebbe avvenire proprio nelle circostanze oggetto dell’esercitazione, difatti è possibile forzare lo scenario meno favorevole all’avversario, avvalendosi delle condizioni atmosferiche, di zone d’ombra radar ed anche generando falsi tracciati od “esche”.

Se tali tattiche dovessero avere l’effetto desiderato, i velivoli NATO sarebbero costretti ad accettare il combattimento in cui hanno palesato di essere inferiori non solo nel Coningsby con i Typhoon, ma anche con gli F-15 ed i Mirage 2000 in altri combattimenti contro Il Sukhoi-30.

(foto: Royal Air Force)