Crisi in Crimea: arrivano le sanzioni a ridosso di una guerra che Putin non può vincere

17/03/14

Il voto in Crimea non sarà riconosciuto dalla comunità internazionale. E' quanto ha dichiarato il presidente Obama commentando l'esito del referendum che si è svolto ieri.

Questa mattina, la Casa Bianca e l'Unione Europea dopo aver avuto contezza dell'esito del referendum peraltro assai scontato, hanno annunciato sanzioni contro i leader separatisti in Crimea, modellando le misure restrittive sulle persone che hanno determinato l'attuale contesto in Ucraina. Bruxelles ha commissionato sanzioni per 21 persone (13 russi e 8 ucraini di Crimea) “poiché ritenute responsabili di azioni che hanno minato l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”.

Tra i destinatari delle sanzioni che puntano a colpire l'economia di Mosca, l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich ed alcune figure chiave del governo russo come Vladislav Surkov, Sergey Glazyev e Leonid Slutsky.

Si cerca comunque una soluzione diplomatica nel tentativo di risolvere una delle peggiori crisi geopolitiche degli ultimi anni.

Gli alleati occidentali chiedono a Putin di far rientrare la crisi, sostenendo i piani per una riforma politica in Ucraina, ritirando le truppe russe dalla Crimea e smobilitando il contingente militare schierato a ridosso del confine.

Putin, che incontrerà i rappresentanti delle due camere del parlamento venerdì prossimo con oggetto la richiesta dell'annessione da parte della Crimea, continua a giudicare legale il referendum, in piena osservanza del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite così come avvenuto per l'indipendenza del Kosovo dalla Serbia.

Il parlamento ucraino, intanto, ha votato per la mobilitazione parziale delle riserve militari a seguito delle tensioni con la Russia. Il decreto del presidente Oleksandr Turchynov, che prevede la mobilitazione di decine di migliaia di riservisti, è stato approvato da 275 dei 308 deputati. La mobilitazione, secondo il testo del decreto, dovrà essere completata in 45 giorni.

 

La Russia e' un gigante ma sottovalutare l'Ucraina sarebbe un madornale errore

L'Ucraina ha un esercito di 129,950 uomini, 17 navi, circa 400 aerei ed un migliaio di carri armati. L'equipaggiamento è in gran parte di provenienza sovietica, ma le reali dimensione della forza militare ucraina, considerando le divisioni interne sono praticamente sconosciute. E 'certamente un paese partner della Nato, ma non ha quelle garanzie di intervento armato che l'appartenenza all'Alleanza Atlantica gli avrebbe garantito.

Un confronto con l'esercito russo, sotto un profilo prettamente numerico, sarebbe impietoso. Mosca, solo per fare un esempio, ha un esercito di 845 mila uomini. Putin non dovrebbe tuttavia sottovalutare la pratica Ucraina, perché la guerra non si vince soltanto con i numeri. E' opinione comune infatti, che la Russia ha un esercito enorme, ma non così tanto grande da invadere l'Ucraina. Mosca non può permettersi di assemblare economicamente una forza d'invasione, considerando che molte delle sue componenti belliche non sarebbero in grado di garantire la sorveglianza dei confini senza la forza di terra che inevitabilmente verrebbe convogliata in Ucraina.

 

L'Ucraina come la Georgia?

Molte sono le analogie tra quanto avvenuto in Georgia nel 2008 e la situazione attuale in Ucraina, ma profonde le differenze. Da non dimenticare che furono i georgiani i primi ad aprire il fuoco nel 2008, mentre gli ucraini continuano a predicare calma, non dando alla Russia alcun motivo per attaccare.

Infine, se è vero che da un lato l'apparato militare ucraino è obsoleto e con una prontezza al combattimento discutibile, dall'altro lato si dovrebbe comportare meglio delle piccole forze georgiane che affrontarono l'offensiva russa nel 2008. L'equipaggiamento ucraino infatti, per molti versi è un'immagine speculare minore delle forze russe.

Franco Iacch