CORONAVIRUS: Defender Europe ridimensionata. Un nuovo ruolo per la NATO?

(di Maurizio Geri)
23/03/20

La NATO ha deciso di ridimensionare l'esercitazione Defender Europe 20, prevista per il prossimo mese, a causa dell’emergenza Corona Virus. Il Comando Europeo Americano (EUCOM) ha interrotto il 13 marzo tutti i movimenti di personale e equipaggiamento dagli Stati Uniti all’Europa, riducendo gli obiettivi e la portata dell’esercitazione militare, ma non il suo valore strategico.

Defender Europe, che si realizzerà fra il 20 aprile e il 20 maggio, doveva essere l’esercitazione NATO con il più grande dispiegamento di forse Statunitensi (20.000) sul territorio Europeo negli ultimi 25 anni. L’obiettivo primario dell’esercitazione è quello di “addestrare e costruire una maggior preparazione per scoraggiare potenziali minacce esterne attraverso tutto il continente”, quindi un obiettivo di deterrenza.

Da parte Americana lo scopo è anche quello di dimostrare “prontezza strategica”, cioè la capacità di spostare e rendere operativa una intera divisione per proteggere l’Europa, e in particolar i piccoli paesi Baltici, da un eventuale intervento militare russo. L’abilità di schierare una forza di combattimento in Europa ha quindi come finalità principali quello di rassicurare i paesi dell’Est Europa e rafforzare l’impegno Statunitense in tempi di “isolamento” della potenza Americana, ma anche ribadire agli alleati Europei la necessità di mantenere gli sforzi richiesti da una forza come quella Atlantica, garantendo gli impegni presi, inclusi quelli economici (in particolare il 2% del GDP come spesa per la difesa1).

È un’operazione quindi che non ha come obiettivo alcuna provocazione verso la Russia, come è stato insinuato recentemente nelle varie teorie del complotto e le fake news apparse sui social. Anche perchè la Russia ha fatto esercitazioni ben più imponenti di quella NATO (l’ultima due anni fa, la Vostok 2018 con 300.000 uomini - foto) e, tanto per dire, ai tempi della Guerra Fredda sul fronte europeo c’erano di stanza 70.000 americani.

L’idea iniziale di Defender Europe era di avere in totale 37.000 soldati: oltre a ottomila Europei e novemila Americani già presenti in Europa gli USA avrebbero mandato appunto 20.000 altri militari (oltre a 20,000 pezzi d’equipaggiamento) ma visto il ridimensionamento saranno solamente seimila i militari provenienti dagli USA e tremila i pezzi d’equipaggiamento (oltre ad altri novemila fra veicoli e pezzi d’equipaggiamento che verranno usati ma che sono già stazionati in Europa). I soldati Europei arriveranno invece da 17 invece che dei 18 paesi previsti: l’Italia ha cancellato ovviamente la sua partecipazione, impiegando i suoi militari per l’emergenza sanitaria (v.articolo).

Anche se l’operazione verrà adesso ridotta, comunque il capo dello Staff dell’Esercito Americano, gen. James McConville ha detto che “la prontezza strategica è già stata dimostrata”, con l’abilità di dispiegare le forze Americane in maniera veloce e di fare esercitazioni efficienti con gli Alleati. Inoltre l’apprendimento è stato anche quello di adattamento dei piani, con la capacità di ridimensionare il dispiegamento, e quindi usare alcune unità per altri obiettivi e posizionamenti.

Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, confermando l’importanza di portare a termine Defender Europe, ha inoltre incoraggiato gli Alleati a mantenere le loro promesse sulle spese militari, nonostante lo schock economico che sarà prodotto dalla crisi pandemica, anche per il ruolo che i militari possono giocare proprio durante questo tipo di crisi.

In molti stati della NATO, ha ricordato il segretario generale, le forze armate stanno dando sostegno, provvedendo alla logistica, al controllo delle frontiere, e al supporto medico con ospedali militari e materiale medico.

Il caso italiano è quello dove l’esercito sta avendo un ruolo maggiore per questa crisi, dato che oltre al supporto alle forze dell’ordine con i tanti posti di controllo nei confronti dei cittadini che si spostano, sta allestendo nel più breve tempo possibile due ospedali da campo a Piacenza e Crema in provincia di Cremona, e sostendendo, con medici e infermieri dell’Esercito, le strutture sanitarie nazionali. Anche gli Stati Uniti stanno aiutando l’Italia, recentemente per esempio hanno aviotrasportato dalla Germania alla base di Aviano un sistema mobile per il trattamento di pazienti (En-Route Patient Staging System-ERPSS) che può ricevere fino a 40 pazienti durante 24 ore.

Questo in effetti potrebbe essere un punto fondamentale dell’impiego delle forze armate verso queste nuove minacce globali, che come ha recentemento scritto l’ex Supreme Allied Commander Transformation della NATO, l’ammiraglio James Stavridis, possono avere un ruolo cruciale proprio nella difesa da minacce sempre più insidiose e complesse, come quelle biologiche o da disastri naturali, oltre alle classiche minacce convenzionali, ibride e irregolari.

Forse la NATO, come recentemente commentato, dovrebbe proprio pensare a una esercitazione NBC (Nuclear, Biological and Chemical) dopo Defender Europe, dato che il futuro sarà caratterizzato sempre più da queste sfide, anche più gravi rispetto a quelle che ora sembrano blande minacce convenzionali o anche cibernetiche.

1 Gli USA coprono circa il 70% della spesa complessiva NATO, ma è anche vero che l’America spende il 3.4% del suo PIL in difesa, con un budget di 728 miliardi di dollari nel 2019 (la Cina che è seconda ne spende circa 250).

Foto: U.S. Army / MoD Fed. russa / U.S. Air Force