Accordo a due con tanti interrogativi futuri…

(di Giuseppe Morabito)
14/02/25

I leader europei si stanno affrettando “diplomaticamente” allo scopo di ottenere un posto UE al tavolo dei colloqui di pace sull’Ucraina dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato direttamente con il presidente russo Vladimir Putin e ha annunciato l’avvio immediato dei negoziati. Trump ha affermato di aver avuto una “telefonata altamente produttiva” mercoledì e che “probabilmente” incontrerà di persona Putin a breve termine. Ha poi informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky del colloquio, ma non si è sciolto il dubbio sulla partecipazione dell’Ucraina “alla pari” ai negoziati.

“Penso che debbano fare la pace…” ha detto Trump, cosi spingendo entrambe le parti ad avviare colloqui per porre fine alla guerra durata circa tre anni. In segno di tensione tra l’amministrazione Trump e l’Europa, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha affermato che è “deplorevole” che Washington abbia fatto “concessioni” alla Russia prima ancora che i colloqui di pace fossero iniziati. Per Pistorius, l’Europa “dovrà convivere direttamente” con le conseguenze, quindi “è ovvio che dobbiamo prendere parte ai negoziati”.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha, inoltre, espresso la sua preoccupazione che Trump possa costringere l’Ucraina a un pessimo accordo di pace che la lascerebbe di fronte a una Russia rinforzata da tale decisione. “Il prossimo compito è garantire che non ci sia una pace dettata”, ha aggiunto.

Il ministro della Difesa svedese Pal Jonson ha affermato che le nazioni europee hanno fornito circa il 60% del sostegno militare a Kiev (lo scorso anno) e devono essere coinvolte, soprattutto considerando la richiesta degli Stati Uniti che l’Europa si assuma maggiori responsabilità per la sicurezza dell’Ucraina a lungo termine. “È molto naturale che siamo coinvolti nelle discussioni”, ha affermato Jonson.

Questi commenti sono arrivati ​​a margine di un vertice NATO a Bruxelles. Vertice che molti analisti europei speravano potesse essere l’occasione per influenzare la visione degli Stati Uniti sul termine del conflitto. Oggi diviene chiaro che l’amministrazione Trump sta andando avanti senza Europa. Il segretario generale della NATO Mark Rutte, che ha presieduto l’incontro di Monaco, ha affermato che qualunque sia l’accordo raggiunto tra Russia e Ucraina, è fondamentale che “l’accordo di pace duri, e che Putin comprenda che questa è la fine del conflitto e che Mosca non potrà mai più tentare di occupare un pezzo dell’Ucraina”. Rutte ha insistito sul fatto che l’Ucraina deve essere “strettamente coinvolta” nei colloqui di pace.

Va ricordato che nella sua campagna presidenziale, Trump si era impegnato a porre fine alla guerra, ma aveva condiviso pochi dettagli su come farlo. In un'intervista televisiva, nel fine settimana, avrebbe anche affermato che, a “un certo punto”, l'Ucraina potrebbe diventare russa, sollevando preoccupazioni tra gli alleati della NATO. L’Ucraina e i suoi alleati europei hanno insistito sul fatto che qualsiasi accordo dovrebbe mirare al ritiro della Russia dal territorio ucraino conquistato (cosa praticamente impossibile per Mosca).

In merito, il nuovo segretario alla Difesa americano Pete Hegseth ha affermato che il ritorno ai confini dell’Ucraina pre-2014 è “un obiettivo irrealistico”, aggiungendo che “perseguire quest’obiettivo illusorio non farà altro che prolungare la guerra e causare più sofferenze”. Hegseth ha anche raffreddato il desiderio dell’Ucraina di diventare membro della NATO e, tuttavia, ha negato che Washington abbia tradito Kiev avviando negoziati sul suo futuro senza il suo pieno coinvolgimento. “Non c’è tradimento. Si riconosce che il mondo intero e gli Stati Uniti sono interessati alla pace, o meglio, una pace negoziata”. Il capo del Pentagono ha difeso l’approccio statunitense, affermando che il mondo è fortunato ad avere Trump, “il miglior negoziatore del pianeta”, aggiungendo che la guerra in Ucraina deve, “essere un campanello d’allarme” per gli alleati europei della NATO affinché spendano (oramai questo è divenuto una triste cantilena) “di più nei propri bilanci per la difesa".

Hegseth ha anche chiarito che gli Stati Uniti non avrebbero schierato truppe sul terreno. “Invece, qualsiasi garanzia di sicurezza deve essere sostenuta da truppe europee e non europee”.

Il Cremlino ha affermato di volere non soli negoziati sull’Ucraina con gli Stati Uniti, ma anche sulla sicurezza europea e sulle “preoccupazioni” di Mosca, che già nel 2021 chiedeva che la NATO tornasse ai confini del 1997. “Certamente, tutte le questioni relative alla sicurezza nel continente europeo, soprattutto quegli aspetti che riguardano il nostro Paese, la Federazione Russa, dovrebbero essere discusse in modo esaustivo, e ci aspettiamo che sia così”, ha detto ai giornalisti il ​​portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Lo stesso Peshov, quando gli è stato chiesto se le nazioni europee avranno un posto al tavolo della pace, ha detto che è prematuro parlare del formato dei negoziati.

Nel frattempo, la Cina Popolare ha accolto con favore i colloqui fra Trump e Putin per porre fine alla guerra in Ucraina. Un portavoce di Pechino ha fatto sapere che: “La Russia e gli Stati Uniti sono entrambe potenze influenti, Pechino accoglie con favore i loro sforzi per rafforzare la comunicazione e il dialogo su una serie di questioni internazionali”.

La Cina Popolare ha costantemente sostenuto che i negoziati sono l’unica via percorribile per risolvere la crisi. Effettivamente il presidente Xi Jinping ha da sempre puntato, a una soluzione politica della questione Ucraina ma nel contempo minaccia quotidianamente di invadere la Repubblica di Cina – Taiwan.

Per quanto riguarda il nostro paese il ministro degli Esteri Tajani ribadisce la sua posizione: in questa fase è assolutamente necessario che l’Europa lavori unita, con gli USA, per raggiungere un accordo che non sia una tregua provvisoria e che riporti la pace nel nostro continente. Per fare questo sarà però, necessario restituire all’UE un ruolo di primo piano nei negoziati. Francia, Germania e Spagna hanno già chiarito che non può esserci accordo senza la partecipazione di Kiev e dell’Europa.

In conclusione, il presidente ucraino Zelensky, forse, sperava ben altro e dopo la cruciale giornata di Monaco. Il presidente ucraino ha dovuto prendere atto che il futuro negoziato di pace, per l’Ucraina, sarà tutto in salita con l’Europa, almeno in questa prima fase tagliata fuori dalla linea diretta stabilita tra la Casa Bianca e il Cremlino.

Foto: archivio Cremlino / NATO / X