Siriani a 60 km da Raqqa. Il Califfato ritira miliziani da tutti i fronti

(di Giampiero Venturi)
11/06/16

L’offensiva delle Forze Armate siriane in direzione di Raqqa continua. La linea del fronte è ora a 18 km dalla base aerea di Tabqa e a circa 60 dall’autoproclamata capitale del Califfato.

Le difficoltà dei miliziani islamisti sarebbero confermate dai rinforzi ISIS inviati dal nord est di Palmira. Non a caso le brigate corazzate 60a e 67a dell’esercito nelle ultime 24 ore sarebbero avanzate per diversi km oltre l’area archeologica liberata, riconquistando il villaggio di Arak senza trovare particolare resistenza. Mancherebbero 40 km all’importante città di Al Sukhna, ultimo centro rilevante prima dell’Eufrate e Deir el-Zor.

Fonti militari locali segnalano che anche dalla regione di Aleppo si sarebbero sganciate colonne ISIS per convergere a sud sul fronte di Raqqa, vitale per la sopravvivenza dello Stato Islamico.

La velocità di avanzamento delle truppe di Damasco nelle ultime due settimane deve molto alla conformazione del terreno. L’area a sud ovest dell’Eufrate è pianeggiante, desertica e disabitata. Questo impedisce ai terroristi di applicare le tecniche d’imboscata a loro congeniali e consente ai mezzi corazzati siriani spostamenti più veloci.

Precisiamo che negli ultimi mesi la maggior parte degli attacchi suicidi messi in atto dai terroristi del Califfato è avvenuto attraverso Humvees trafugate in massa all’esercito iracheno. Fonti ufficiali di Baghdad parlano di 2300 mezzi catturati (sull’indolenza delle truppe irachene formate anche da sunniti compiacenti non abbiamo conferme, n.d.a.). Le Humvees consentono il trasporto di elevati carichi di esplosivo e grazie alla blindatura una buona difesa dell’autista suicida che ha quindi maggiore possibilità di avvicinarsi all’obiettivo. La tecnica è stata esportata dall’Iraq alla Siria, ma in contesti desertici dove i miliziani ISIS sono completamente esposti al fuoco, non risulta efficace.

Tra l’altro i T-90 siriani si starebbero dimostrando capaci di resistere a molte armi anticarro, rendendo ancora più difficile la difesa dei miliziani. 

Altro fattore determinante nell’area desertica di Tabqa è la superiorità aerea che permette di neutralizzare obiettivi isolati come check point o postazioni di artiglieria senza effetti collaterali. I raid russo-siriani sarebbero in corso anche in queste ore.

Nei prossimi giorni sarà decisivo il rafforzamento dei reparti siriani schierati al fronte. Le linee di comunicazione e rifornimento si sono allungate ed è quindi probabile un consolidamento delle posizioni prima di un ulteriore avvicinamento a Raqqa, dove fonti americane indicherebbero dai 3000 ai 5000 islamisti presenti.

Proprio dal fronte ISIS c’è da aspettarsi una reazione su vasta scala con attentati in sedi urbane e probabilmente l’assestamento delle difese nelle aree abitate, creando uno schema non molto diverso da quello di Falluja in Iraq.

La CNN parla di un coordinamento tra russi e americani per l’offensiva su Raqqa condotta da nord e sud contemporaneamente. In realtà i successi delle milizie curde SDF appoggiate da forze speciali USA in questi ultimi giorni si sarebbero concentrate nell’area a est di Aleppo. Il governo siriano non ha mai approvato la presenza di truppe USA in Siria ed è probabile che una volta neutralizzato lo Stato Islamico, tra curdi filoamericani del nord est e Damasco appoggiata da Mosca, ci sarà maretta. L’ago della bilancia sarà paradossalmente la Turchia.

(foto: SAA)