Sahel: manifestazioni antifrancesi, terrorismo jihadista ed espansione tedesca

(di Antonino Lombardi)
19/05/22

Da diversi giorni in Ciad (uno dei Paesi più poveri al mondo) imperversano manifestazioni contro la presenza francese nel Paese. Già nello scorso autunno la popolazione era scesa in piazza per impedire la rielezione del “presidente” Mahamat Idriss-Déby.

I manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro le ingerenze della Francia e per chiedere l’abbandono del Paese da parte dell'ex colonizzatore. Dicono anche no all’installazione di basi militari francesi sul proprio territorio. Bandiere francesi bruciate e diversi distributori di carburante “Total” saccheggiati, hanno indotto le forze antisommossa ciadiane ad usare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere i rivoltosi e diversi sono stati gli arresti.

Max Y. Loalngar, portavoce del movimento Wikit Tama è stato arrestato dopo la marcia del 14 maggio 2022, trasformata in una violenta manifestazione in diverse città del Ciad contro la politica francese. È accusato, dal Ministero della Pubblica Sicurezza, di atti vandalici.

N el Sahel è in corso una recrudescenza del sentimento anti-francese più forte del solito.

Alla fine di febbraio, Mahamat Idriss-Déby, che guida il Consiglio militare di transizione ciadiano, ha annunciato la sua intenzione di rafforzare la Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA) aggiungendo 1.000 delle sue truppe alle 1.400 già schierate. Uno dei problemi che però dovrà affrontare è il materiale di equipaggiamento.

Dopo quest’annuncio, il consigliere militare del dipartimento per le operazioni di pace delle Nazioni Unite, Birame Diop, ha voluto valutare le esigenze dell’esercito ciadiano che necessiterebbe di almeno un centinaio di veicoli corazzati e droni da osservazione. Pare che i francesi non abbiano accolto tali richieste il che ha portato il generale Diop a negoziare con i turchi che già forniscono materiali al Ciad.

Il terrorismo si diffonde nel Golfo di Guinea

Il terrorismo non pare fermarsi anzi si diffonde sempre più in Togo, Mali, Niger e Burkina Faso. Nella notte tra il 10 e l’11 Maggio un attacco perpetrato da un gruppo terroristico nel nord del Togo al confine con il Burkina Faso, ha ucciso 8 soldati e 13 sono rimasti feriti. Nel Paese non c’erano mai stati attacchi di questa portata. Fonti militari hanno riferito che l'attacco è stato perpetrato da una sessantina di uomini armati e che il combattimento è durato più di due ore ed un gruppo di soldati chiamati in soccorso è stato vittima di un agguato. Anche l’alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, J. Borrell, ha affermato che l'attacco in Togo mostra che la minaccia terroristica si sta diffondendo nei paesi del Golfo di Guinea.

Pare che alcuni gruppi jihadisti stiano stabilendo basi in Burkina Faso e Mali per espandersi in Benin, Costa d'Avorio ed, in minor parte, in Togo, Ghana, Senegal e Guinea.

Diversi gruppi armati sono molto attivi in ​​Burkina Faso, Niger e Mali. In particolare, il Katiba Macina (noto anche come Front de libération du Macina, fondato nel 2015 da Amadou Koufa), legato ad Al-Qaeda, sta cercando di rafforzare la propria presenza sia nel sud-est del Burkina Faso che nel sud-ovest del Niger diffondendosi anche nel Benin e nel Togo.

In Mali il Katiba Macina (pron. "Katiba Massina", ndr) è ricercato dalle forze armate locali supportate dal gruppo russo "Wagner" e ha rivendicato di aver preso in ostaggio alcuni appartenenti a quest’ultimo.

Secondo Human Right Watch le forze armate maliane e i soldati stranieri associati avrebbero giustiziato sommariamente circa 300 uomini civili, alcuni dei quali sospetti combattenti islamisti, nella città di Moura, nel Mali centrale, alla fine di marzo 2022. Gli uomini erano tra quelli detenuti durante un'operazione militare iniziata il 27 marzo. Pare che forze dell'esercito maliano e soldati stranieri, identificati da diverse fonti come russi, hanno giustiziato in piccoli gruppi diverse centinaia di persone che erano state arrestate a Moura. Tuttavia, da Bamako, negano la presenza di altre forze straniere (vedasi russi) sul territorio maliano.

La Germania amplia la sua presenza nel Sahel

In Germania il governo sta decidendo in questi giorni di espandere le operazioni militari nel Sahel aumentando il numerico dei propri uomini nelle varie missioni ONU e UE presenti nell’area. La mozione sarà votata la prossima settimana. Circa 300 uomini dovrebbero rinforzare il contingente della MINUSMA subentrando alla truppe francesi che nei prossimi mesi dovrebbero lasciare il Mali per trasferirsi nei paesi limitrofi. Si tratta di servizi medici, forze di supporto per il proseguimento delle operazioni dell'aeroporto di Gao, nonché un'ulteriore compagnia di sicurezza e supporto per le operazioni delle forze di ricognizione a terra. I rinforzi tedeschi non saranno solo nel contingente MINUSMA ma anche nelle missioni EUCAP Sahel Mali e EUCAP Sahel Niger. I rinforzi che la Germania metterà in campo andrebbero, secondo la proposta del governo, a migliorare le capacità operative delle forze di sicurezza di Burkina Faso, Mali, Mauritania e Niger e della task force congiunta dei paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger).

Ufficialmente, la mossa tedesca è finalizzata al contenimento dei massacri perpetrati dal governo golpista del Mali in alleanza con le forze russe ma non va dimenticato che il Mali è geostrategicamente importante e ricco di risorse (petrolio, uranio, oro).

La ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock ha dichiarato che “non ci stiamo concentrando solo su cosa sta accadendo alle nostre porte” ma “continuiamo a prendere sul serio le nostre responsabilità nel mondo”. Ritorno dell’imperialismo tedesco sulla scena mondiale ed in particolare in Africa?

Foto: Twitter / Bundeswehr