Palmira: pronta la controffensiva siriana per cacciare l'ISIS

(di Giampiero Venturi)
27/12/16

Quando il 12 dicembre i miliziani dello Stato Islamico hanno riconquistato Palmira, stupore e sgomento hanno avuto la meglio. La tanto sbandierata liberazione di Aleppo delle forze siriane sembrava intaccata dalla brutta figura rimediata dai governativi e condivisa con i russi: il sedicente Califfato, dato da più parti per morente, riusciva all’improvviso ad avere la meglio, minacciando addirittura di proseguire verso ovest.

Lo scarso peso strategico della città e soprattutto l’assoluta priorità politica data da Damasco all’azzeramento dei ribelli del nord, in realtà avevano dato da subito alla sconfitta di Palmira un valore più che altro morale e simbolico. Solo la difesa della base aerea di Tyas a ovest della città e la riconquista dei giacimenti di gas e petrolio di Shaer (a est dei siti archeologici) sembrano a tutt’oggi avere primaria importanza.

Alla luce di questo, appare prossima la controffensiva delle forze di terra siriane, da 15 giorni in continua crescita numerica lungo tutto l’asse della strada 32.

Tra i 5000 e i 7000 soldati di Damasco sarebbero in assetto di battaglia, coadiuvati da paramilitari e da unità di Hezbollah.  Giunte sul fronte anche unità delle Forze Tigre sintomo di una ripresa dell’offensiva imminente.

Molto dipende dagli sviluppi dei principali fronti ancora aperti e dalla necessità di convogliarvi risorse:

  • la regione ad est di Aleppo (verso la base aerea di Kuweires)
  • la regione ad ovest di Aleppo verso il Governatorato di Idlib;
  • l’area urbana ad ovest di Damasco;
  • l'area a nord di Hama.

Dal fronte di Daraa, all’estremo sud della Siria, continuano invece ad arrivare notizie di resa delle forze del Free Syrian Army alle truppe regolari siriane, che in cambio della cessazione delle ostilità concedono il salvacondotto agli ex disertori. L’allentamento dei combattimenti a sud, permette a Damasco di riposizionare forze fresche altrove.

(foto: SAA)