Il Kurdistan torna a far parlare di sé ed uno dei suoi leader storici, Ocalan, annuncia il tramonto del PKK, chiedendo ai militanti di deporre le armi e rompere le righe. È una decisione che sorprende l'occidente ma certo non chi segue le vicende curde e le acrobazie politiche di Ankara.
La prima considerazione riguarda proprio Ocalan, ormai per molti un ex pasionario che, realisticamente ha forse visto un'entità politica certamente diversa da quella che era in origine e non più così dedita alla causa kurda.
Anche Erdogan ha sicuramente parte nella vicenda; non si può escludere che la moral suasion su Ocalan porti a compattare l'attore kurdo per recuperare lo spazio politico messo in pericolo dalla liaison israelo-saudita.
Rimane lo spazio siriano, pericolosamente aperto e da controllare prima che qualche altro aspirante egemone lo riempia.
Lo scenario nella sua volubilità ad ipotesi difficili, a strade impervie. Erdogan ha in questo momento tra le mani una granata; Ocalan la possibilità, se mai sarà davvero nuovamente libero, di ricostituire un soggetto politico che andrebbe a polverizzare il vecchio PKK.
Ma chi rinuncerebbe così facilmente ad un potere così radicato e diffuso?
Una nuova danza è cominciata a est; dovremmo cominciare a guardare con reale attenzione al Mashrek* ed alle sue instabilità.
* Insieme dei paesi arabi che si trovano a est rispetto al Cairo e a nord rispetto alla penisola arabica