Nuovamente operativa l’ambasciata d’Italia a Kiev

(di LA)
17/04/22

Sarà di nuovo pienamente operativa la nostra ambasciata a Kiev, una delle prime a tornare nella capitale ucraina. L’ambasciatore Pier Francesco Zazo ed il suo staff sono rientrati a Kiev da Leopoli protetti dagli uomini della scorta formata da militari del 7° reggimento carabinieri “Trentino Alto-Adige” reparto di punta che opera, così come gli altri della 2a brigata mobile carabinieri, in aree ad alto rischio. Ricordiamo che la scorta, la tutela e la vigilanza in tutte le sedi diplomatiche italiane all’estero è compito esclusivo dell’Arma.

Il diplomatico ha detto che “la riapertura della nostra Ambasciata a Kiev rappresenta un momento emozionante e di speranza ad oltre cinquanta giorni di distanza dall'inizio del conflitto. […] La riapertura della nostra sede è un gesto simbolico ma che queste Autorità apprezzano molto. Oggi ci sentiamo ancora più vicini al Governo e al popolo ucraino e continueremo ad assistere al meglio i nostri connazionali".

Gli uffici dell’ambasciata sono fondamentali per cittadini ed imprenditori con interessi in Ucraina e si occupano di assistere le aziende italiane che hanno attività in quel territorio, di condividere informazioni utili. Dall’inizio delle ostilità i servizi sono stati evidentemente limitati ed incentrati all’assistenza ai connazionali ed al rilascio di documenti di viaggio di emergenza sospendendo altri servizi quali rilascio passaporti, legalizzazioni e domande di visto.

Il Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale ha scritto sui social che l’ambasciata “sarà pienamente operativa da lunedì. È il simbolo di un’Italia che non perde tempo, non smette di credere nella diplomazia e cerca con insistenza la pace” mentre in un’intervista a Rai Radio 1 ha affermato che "il canale con Mosca non va chiuso. L'espulsione dei membri della delegazione europea da Mosca è la risposta alle espulsioni da parte dell'Ue di qualche settimana fa. Ci aspettiamo una stessa azione da Mosca che risponda alla nostra espulsione di 30 russi con passaporto diplomatico. Vedremo in che termini interesserà il nostro personale diplomatico. Ma teniamo aperto il canale con Mosca e teniamo aperto anche una linea rossa per le evacuazioni di civili. Non dobbiamo smettere di credere nella diplomazia”.

Il compito dell’ambasciatore Zazo sarà sicuramente impegnativo e importante.

Restare vicino alle autorità ucraine e raccoglier informazioni ed elementi utili alla ricostruzione dei fatti per “perseguire la strada della giustizia”. Inizierà sin dai prossimi giorni delle visite nelle zone limitrofe alla capitale dove la ferocia dei combattimenti ha provocato violenze, morte e distruzione ma il Ministro ha precisato che al momento “l'Italia non ha gli elementi per verificare se in Ucraina stia avvenendo un genocidio". Termine quest’ultimo che sta provocando in questi ultimi giorni reazioni contrastanti da parte dei diversi leader mondiali in particolare i massimi esponenti di Stati Uniti, Ucraina, Russia, Francia ed Israele.

Altro obiettivo della diplomazia nel difficile teatro ucraino è quello, a detta del capo della Farnesina, “di far ripartire il processo di dialogo tra Ucraina e Russia. Zelensky ha fatto delle aperture importanti, ora è Putin che deve parlare" al fine di creare corridoi umanitari per evacuare la popolazione dall’est Ucraina dove i combattimenti sono sempre più intensi. Arrivare ad una tregua momentanea in occasione dell’imminente Pasqua ortodossa (24 aprile) appare una sfida ardua ma potrebbe essere l’incipit per l’instaurarsi di solide basi per “arrivare ad una conferenza di pace”.