Kazakistan: prove tecniche di instabilità

(di Gino Lanzara)
06/01/22

In Kazakistan sta andando in scena una probabile nuova Maidan. Le violente proteste scoppiate da qualche giorno sono state indirizzate contro il repentino ed elevato aumento del prezzo del gas. Ma non è escluso che possa trattarsi di un pretesto per inscenare una nuova Maidan.

In un contesto fluido come questo militari e Guardia nazionale sono naturalmente costretti ad un intervento più blando se non alla resa, visto che se sparassero sulla folla prenderebbe forma una situazione alterata e non in linea con gli effettivi avvenimenti.

Si segnalano inoltre carenze e defaillance delle forze dell'ordine schierate, che risultano in alcuni casi addirittura passate, con diversi militari, tra le fila degli insorti.

Nel frattempo alcuni manifestanti sono entrati in possesso di equipaggiamento bellico della Guardia nazionale, mentre Internet risulta del tutto bloccato. Aerei russi, anche un cargo strategici russi Il-76, risultano atterrati ad Almaty.

Siamo di fronte ad una nuova Ucraina? Probabile, ma di certo Mosca starà attenta a non rimanere di nuovo dal lato perdente del tavolo. In Bielorussia l'anno scorso ha scongiurato una nuova rivolta colorata grazie all'intelligence locale coordinata con la Fsb/Gru russa. La situazione kazaka è più difficile e complessa date  multietnicità e multiculturalità del paese. Non si può escludere un intervento deciso del Cremlino, indirizzato ad evitare situazioni peggiori ed incontrollabili.

NATO e USA?

L'interesse occidentale sembra volto a tenere la Russia occupata su un altro fronte. Al momento il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che la Russia, su richiesta del presidente kazako Tokajev,  sta intervenendo in Kazakistan con "forze di mantenimento della pace", operanti nell'ambito del del Trattato di sicurezza collettiva, CSTO. Ricordiamo che il CSTO è  un’alleanza militare che comprende Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizstan, Tajikistan e soprattutto la Russia.

Notizie non confermate da "Nastojashcheje Vremja", riferiscono che la Russia stia già inviando personale militare in Kazakistan, tanto da citare la preparazione di un aereo speciale da trasporto truppe presso un aeroporto militare vicino a Orenburg, a non più di 160 km dalla frontiera Kazaka; a questo potrebbe aggiungersi l'11a brigata genieri di stanza nella città di Kamensk-Shakhtinsky.

Con l'arrivo delle forze CSTO, il Kazakistan potrebbe dare l'addio alla sua indipendenza, con un intervento che richiama alla memoria quello in Bielorussia. Il coinvolgimento del CSTO consentirà di rendere i confini impermeabili. È presumibile che con i confini meridionali controllati, con internet e telefonia mobile bloccati, popolazione in casa, diventi più facile dare la caccia ai possibili agenti stranieri che, se intendono tenere viva la rivolta, dovranno esporsi direttamente.

Per Mosca, avere teste da mostrare ai negoziati Osce di metà gennaio, potrebbe essere determinante, visto che tutti gli Stati del CSTO appartengono all'Osce.

Per l'Italia potrebbe essere un disastro energetico visti i legami di Eni con il Kazakistan.