Le immagini che arrivano da Raqqa parlano chiaro: le esecuzioni pubbliche nei territori controllati dallo Stato Islamico adesso avvengono alla maniera saudita. In pratica l’agghiacciante rito della decapitazione per cui è tristemente noto il Califfato non si attua più solo con il coltello, ma con la scimitarra lunga, rituale in voga in Arabia.
A Riad la pena di morte è prevista per una lunga serie di reati: omicidio, stupro, apostasia, traffico di droga, omosessualità, sodomia, adulterio, rapina, contrabbando, pratiche di stregoneria… solo per citarne alcuni. Nonostante siano previste lapidazione e impiccagione, l’esecuzione avviene quasi sempre per decapitazione pubblica per mezzo di spada ricurva.
Lo Stato Islamico a quanto pare si sta adeguando. Soprattutto le condanne a morte per apostasia, molto frequenti tra Raqqa e Mosul, vengono eseguite sempre più spesso con questo rituale inumano.
Nonostante il tentativo continuo di Riad di apparire come vittima della furia terrorista islamista, le riflessioni sui rapporti tra sauditi e ISIS, passano anche da questi particolari terrificanti.
(foto: Al Alam)