Venezuela: restiamo ancora a guardare?

(di Maria Grazia Labellarte)
30/01/19

Lo scorso 25 gennaio, la Commissione dei Vescovi Venezuelani per la Giustizia e la Pace, si è espressa sulla questione della repressione in atto negli ultimi giorni nel Paese, comunicato commentato e pubblicato in rete da Catholic News Agency. 

I Vescovi hanno invitato il governo di Maduro a rispettare "la vita e la sicurezza di tutti i venezuelani, compresi quelli che protestano civilmente" e hanno chiesto "la cessazione della violazione dei diritti umani e la garanzia di tutti i diritti dei cittadini".

Dal 21 gennaio, la repressione e la violenza sono state sempre più utilizzate dalle forze di sicurezza dello Stato (e da talune bande armate...), contro le persone che protestano civilmente.
Nel comunicato si legge "Deploriamo profondamente la Morte, il dolore e la sofferenza della nostra gente. Il bilancio di feriti, morti, detenuti arbitrariamente, torturati e perseguitati in tutta la terra, viola la dignità e i diritti umani dei cittadini. È un clamore che grida al cielo: fermate la repressione!".

I vescovi del Venezuela, affermano che il secondo mandato di Maduro è illegittimo, e hanno espresso il proprio sostegno a manifestazioni pacifiche di opposizione, definendoli un "segno di speranza" per il necessario cambiamento democratico. Alcuni vescovi hanno preso parte alle marce. La Commissione di Giustizia e Pace dei vescovi ha anche sollecitato la preghiera "che l'ordine costituzionale sia ripristinato per una nazione prospera spiritualmente e materialmente".

Secondo alcuni webmagazine venezuelani "dozzine di bambini dal 23 gennaio, non sarebbero tornati a casa dopo la scuola”. Altri segnalano che altri ragazzi e bambini sarebbero maltrattati e reclusi in condizioni tremende in prigioni militari, per ordine di "giudici nominati da Nicolás Maduro". L'accusa formale contestata a questi minori sarebbe di "terrorismo". 

La repressione politica iniziata il 21 gennaio (due giorni prima della protesta nazionale indetta dal presidente ad interim Juan Guaidó per chiedere la cessazione dell'usurpazione del potere di Maduro) conta già decine di morti e oltre 850 detenuti. Una delle prime vittime è stato proprio un adolescente (foto). 

La questione Venezuela sta diventando sempre più delicata non solo all'interno del paese ma anche tra i già precari equilibri internazionali. In Italia il governo resta ancora a guardare?

L'Art. 350 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela sancisce che “il popolo del Venezuela, fedele alla sua tradizione repubblicana, alla sua lotta per l'indipendenza, la pace e la libertà, RIFIUTA qualunque regime, legislazione o autorità che sia contraria ai valori, principi e garanzie democratiche o diminuisca i diritti umani". L’iniziativa del presidente ad interim Guaidó non è dunque una “forzatura” – come lascia intendere troppa Stampa - bensì un atto previsto dalla Carta venezuelana.

Che il mondo si stia divisendo tra i due contendenti sudamericani è evidente. Che vi siano manipolazioni nell’informazione è altrettanto inevitabile.

La domanda a questo punto è: nel caso in cui sarà confermato il fenomeno in crescita dei “desaparecidos” venezuelani, il sangue di decine, centinaia o migliaia di innocenti ricadrà anche sul nostro governo? Essere stati a guardare non laverà via dalle mani il sangue di uomini, donne e bambini.