Triangolo Norte: tra corruzione, violenza e speranza nella nuova amministrazione USA

(di Maria Grazia Labellarte)
26/01/21

Nel "Triangolo del Nord" dell’America Centrale (Guatemala, Honduras, El Salvador) si stima che il coronavirus abbia ucciso più di 10.000 persone oltre a procurare la devastazione economica comune al resto del mondo.

Attualmente in quest’area del pianeta, tuttavia, oltre alla criminalità e la violenza, la povertà e la disoccupazione rimangono i principali fattori che conducono le popolazioni all’emigrazione verso “terre ambite dalla loro speranza di un futuro migliore”.

Fu lo stesso Donald Trump ad adottare misure drastiche atte a chiudere il confine meridionale con il suo paese, bloccando le richieste di asilo ed inasprendo tutte le leggi, in modo da non consentire ai funzionari di frontiera di deportare i migranti che tentantavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti.

Secondo l’opinione di un’autorevole funzionario dell'Ufficio di Washington per l'America Latina, se la nuova amministrazione presidenziale ripristinerà il diritto di chiedere asilo è probabile che l'esodo dal Triangolo del Nord riprenda con il rischio che i migranti che viaggiano da soli verrebbero violentati, estorti, feriti o uccisi. Le autorità si stanno affrettando a smantellare carovane di migranti dirette negli Stati Uniti che viaggiano insieme per sicurezza.

Secondo l’osservatorio americano CINS, “l'ultima carovana a lasciare l'Honduras è stata fermata dalle forze di sicurezza guatemalteche, che l'hanno costretta a lasciare l'autostrada usando manganelli e gas lacrimogeni”.

Fu proprio Biden, circa sette anni fa, quando già decine di migliaia di bambini dell’area raggiunsero il confine con gli USA, a diventare l'interlocutore principale dell’amministrazione Obama e gestire la crisi umanitaria. In quell’occasione visitò i tre paesi del Triangolo Norte per discutere di un ingente aiuto statunitense. L'amministrazione esercitò a suo tempo pressioni sul Messico e sul Guatemala per rafforzare la sicurezza e aumentare il numero di posti di blocco e raid sulle rotte preferite dai migranti.

Più tardi Donald Trump avrebbe reso la “repressione dei migranti” praticamente l'unica priorità delle relazioni della sua amministrazione con il Messico e i paesi del Triangolo settentrionale, firmando accordi controversi con El Salvador, Guatemala e Honduras che richiedevano ai richiedenti asilo di cercare rifugio nel paese in cui viaggiano per primi. Secondo fonti di studio concernenti le crisi umanitarie proprio questa repressione avrebbe spinto i migranti verso le reti di trafficanti.

Le difficoltà di questa area sono legate anche al futuro degli Stati Uniti e la prosperità di quei paesi sono parole chiave per gli interessi nazionali degli USA. I traffici illeciti, lo sviluppo economico, la corruzione, sono sfide nel triangolo settentrionale come pure la garanzia che la popolazione abbia altre opzioni per affrontare il viaggio rischioso per raggiungere gli Stati Uniti. Su questo c'è molta attesa nelle nuove politiche della nuova amministrazione Biden.

Foto: U.S. DoD