L'Ucraina di Zelensky ed i fantasmi di Odessa

(di Andrea Gaspardo)
03/05/19

Nel corso di due tornate elettorali, tenutesi rispettivamente il 31 di marzo ed il 21 di aprile, tra i 18 ed i 19 milioni di elettori ucraini hanno eletto a maggioranza assoluta Vladimir Zelensky a nuovo capo di stato in sostituzione a Petro Poroshenko che, già presidente tra il 2014 ed il 2019, ha dovuto rinunciare alla possibilità di venire rieletto, almeno per il momento.

In termini geopolitici, economici, sociali e persino militari, l'Ucraina che Zelensky si appresta a governare è un paese in profondo stato comatoso che ha scarsissime possibilità di superare il quinquennio 2019-2024 nella sua attuale dimensione geografica ed architettura politico-istituzionale. È soprattutto un paese diviso che non riesce a pacificarsi nemmeno attorno al ricordo dei propri morti. Così, mentre manifestazioni ufficiali ricordavano a Kiev il quinto anniversario della rivoluzione/colpo di stato di Euromaidan, un velo pressoché totale di silenzio è stato invece steso sugli “altri morti” causati degli scellerati eventi succedutisi dopo quel fatidico febbraio del 2014.

Dopo che la guerriglia di piazza ebbe defenestrato il traballante governo di Viktor Yanukovych, in altre zone dell'Ucraina, là dove l'identità locale risultava più connessa a quella russa, si verificarono numerose manifestazione dal carattere “anti-Euromaidan” ed in diverse zone le cose presero una piega drammatica.

Uno di questi eventi ebbe luogo ad Odessa, città affacciata su Mar Nero, dalla fama leggendaria e caratterizzata da una società cosmopolita e fortemente russofona. Il 2 di maggio del 2014 la città fu teatro di due imponenti manifestazioni (una pro-Euromaidan e l'altra anti-Euromaidan) che ben presto degenerarono in violenti scontro che culminarono con l'incendio del Palazzo dei Sindacati, dove si erano asserragliati un gran numero di manifestanti “anti-Euromaidan”. In quello che, da quel momento, è diventato noto come “massacro di Odessa”, persero la vita poco meno di cinquanta persone, in massima parte proprio durante l'incendio.

Sfortunatamente, a cinque anni di distanza, le autorità ucraine non hanno avuto la volontà, per non dire il coraggio, di portare avanti un'indagine esaustiva dell'accaduto e di assicurare i colpevoli alla giustizia. Da un lato, la repressione ad Odessa servì a rinfrancare gli animi delle frange più estremiste dello spettro politico ucraino, rese ancora più bellicose dopo le umiliazioni patite a distanza ravvicinata in Crimea e nel Donbass. Dall'altro, portando a termine un'azione di questo tipo, la destra nazionalista si è guadagnata l'impunità perché ha dimostrato sul terreno di saper “combattere” e di essere disposta ad usare persino la violenza se si tratta di raggiungere i propri scopi. Considerando poi che, nel corso della Guerra nel Donbass, sono stati proprio i volontari della destra nazionalista ad accorrere in massa a rimpinguare le fila dei “Battaglioni Territoriali” che hanno sostenuto l'urto principale dei combattimenti, si capisce come mai la “demo/plutocrazia” ucraina sia divenuta ostaggio dei desiderata di una fazione che, seppur relativamente ridotta sul piano numerico ed elettorale (tranne in determinati contesti regionali) è però armata fino ai denti e può tenere tutti sotto scacco.

Che gli eventi di Odessa non siano stati accidentali lo dimostrano sia le investigazioni successive all'accaduto che il buon senso delle “teste pensanti”. È molto raro che delle manifestazioni politiche degenerino in scontri così violenti causanti un numero elevato di morti. Se poi tali perdite sono così univocamente distribuite a favore di una sola parte (46 contro 2) allora il sospetto che gli “attaccanti” abbiano pianificato il tutto e si siano presentati all'appuntamento con l'obiettivo di nuocere diventa un'amara certezza.

Dopo i fatti del 2014, una strana calma aleggia su Odessa, città apparentemente domata, ma è una calma che si poggia sulla paura. C'è da chiedersi se effettivamente l'elezione di Zelensky (che qui ha raggiunto percentuali da plebiscito) potrà disinnestare questa pericolosa bomba ad orologeria.

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