L'economia dell'Ucraina a 5 anni da Euromaidan

(di Andrea Gaspardo)
21/03/19

Nel corso di una lezione del corso di macroeconomia tenutasi in una prestigiosa università del nord-Italia diversi anni fa, un professore ordinario di economia, poi diventato volto noto nel dibattito politico e televisivo italiano ammonì i suoi studenti dicendo: “Non fidatevi mai dei meri segni positivi riguardanti l'economia di un paese, perché anche il gatto morto rimbalza!”. L'oggetto del contendere in quell'occasione erano le prestazioni “da prefisso telefonico” dell'economia italiana, ma la stessa cosa potrebbe essere detta a proposito dell'Ucraina.

A cinque anni dal terremoto geopolitico di Euromaidan, l'Ucraina versa in una situazione economica assai “delicata”, per non dire disastrosa. Sebbene il paese est-europeo abbia concluso il 2018 registrando il terzo anno consecutivo di crescita positiva (+2,3% nel 2016, +2,5% nel 2017 e +3,5% nel 2018), ciò non è stato assolutamente sufficiente a colmare il disastro del biennio 2014-15 quando l'economia ucraina è letteralmente crollata (-6,8% nel 2014 e -12% nel 2015). Anche le previsioni sulla riduzione dell'inflazione non dovrebbero rallegrare più di tanto; se infatti le previsioni parlano di un'inflazione al 7,3% (dato più basso in questo decennio, se paragonato per esempio, al 14,4% del 2017), le parallele previsioni sull'andamento dell'economia (+2,9% per il 2019) testimoniano il fatto che, in Ucraina come nel resto del mondo, le aspettative dei mercati si stanno già riorientando in vista dell'arrivo della nuova grande crisi finanziaria ed economica internazionale che, tra l'estate del 2019 e quella del 2020, dovrebbe colpire l'economia mondiale.

Andando a scavare a fondo, cercando poi di analizzare la “qualità” dello sviluppo dell'economia ucraina, non si può non notare che il paese abbia perso 7 posizioni nella classifica delle economie più innovative secondo la classifica di Bloomberg scendendo dalla numero 46 del 2018 alla numero 53 del 2019. Il declino del settore industriale si può apprezzare in tutta la sua magnitudine guardando ai dati di quelli che una volta erano i fiori all'occhiello del paese: l'industria aerospaziale e quella automobilistica.

La fine di tutti i programmi di cooperazione militare e civile con la Russia in campo aeronautico ha provocato una diminuzione dei fatturati del settore aerospaziale dell'80%, costringendo il governo di Kiev ad attuare una fusione tra “Antonov Corporation” e “UkrOboronProm” pur di salvare l'iconico marchio di epoca sovietica (intervento che, se l'Ucraina fosse parte della UE sarebbe legalmente impossibile perché qualificato come “aiuto di stato”!).

Ma il vero dramma è quello che sta vivendo il settore automobilistico. Grazie alla sua profonda integrazione con il mercato russo, l'industria automobilistica ucraina aveva tratto giovamento dalla ripresa economica della Russia negli anni Duemila, arrivando a produrre ben 424.000 veicoli ad uso civile nel 2008, rinverdendo così i fasti dell'epoca sovietica. Tuttavia, la crisi economica globale prima e i risvolti di Euromaidan dopo, hanno colpito con la violenza di un maglio tanto che, secondo dati ufficiali, nel 2017 l'Ucraina ha prodotto solamente 8.586 veicoli ad uso civile. Nell'aprile 2018, l'associazione di tutti i produttori di veicoli d'Ucraina, “Ukrautoprom”, ha emanato un comunicato ufficiale secondo il quale “le industrie automobilistica lavorano solamente al 2% della loro capacità, e l'output complessivo di veicoli a motore è il 98% inferiore a quello del 2008”; l'industria automobilistica ucraina può dirsi oggi a tutti gli effetti defunta.

Ma allora, a cosa sono dovute le performance moderatamente positive dell'economia ucraina degli ultimi tre anni? Semplice, dal boom dell'agricoltura! E questa è la triste realtà dei fatti: con solamente il 5,8% della forza lavoro impegnata ed il 33,16% dell'export nel 2016, l'agricoltura è diventata l'unico settore dell'economia che è riuscito a tenere a galla il paese in questo drammatico periodo della sua storia. Aveva ragione quel tale: anche il gatto morto rimbalza!

Immagini: web / U.S. Air Force