Le truppe russe stanno per cozzare contro altre due fortezze come l’Azovstal di Mariupol

(di David Rossi)
30/04/22

Le forze russe, guidate adesso dal generale Dvornikov, stanno facendo in modo nuovo i soliti vecchi errori: combattono su un fronte lunghissimo, ancora molto superiore ai mille chilometri, hanno problemi di logistica non appena si allontanano più di un’ora dal campo base, arruolano stranieri, spesso nemmeno ex sovietici, e mercenari per quella che il Cremlino offre in pasto al mondo come una “guerra patriottica”1, ma soprattutto finiscono spesso per cozzare contro ostacoli costruiti nei decenni passati dai sovietici, che Putin e i suoi uomini dovrebbero conoscere bene ma quasi di cui sembrano ignorare la valenza strategica, qualora in mano alle forze ucraine.

Avete presente, giusto per riferirsi agli esempi più clamorosi, le fortezze in cui si sono trasformati l’aeroporto Antonov e l’acciaieria di Mariupol? Per non parlare di ostacoli naturali come i bassi fondali marini o l’eccezionale larghezza di alcuni fiumi…

Ebbene, sui due lati del basso corso del fiume Dnipro, Dvornikov e le sue truppe stanno disperatamente tentando di estendere i tentacoli del loro controllo sulle due città di Zaporizia2 - a est - e Kryvyi Ryi3 - a ovest -, pur trattandosi di due centri densamente abitati - rispettivamente, 750 e 630 mila abitanti, poco meno di Torino e poco più di Genova per capirsi -. Il tentativo viene, inoltre, portato avanti nonostante comporti un allungamento della linea dei rifornimenti insostenibile per la Russia attuale, ma soprattutto nonostante il fatto che i due centri siano sedi di due complessi metallurgici e logistici di dimensioni uguali se non superiori ad Azovstal.

Lo ricordiamo: Azovstal è quel complesso industriale, con alla base un bunker di dimensioni spaventose e profondo quanto un palazzo di sei piani, che le truppe di Mosca da più di nove settimane non sono mai riuscite a occupare nemmeno in parte, nonostante la linea dei rifornimenti sia cortissima e il rapporto di forze fra assedianti e resistenti sia stato in certi momenti di dieci a uno.

Solo i difensori appartenenti al battaglione Azov dichiarano di aver “terminato” la vita di oltre millecento soldati russi da quelle parti nelle ultime settimane. Se fosse vero, vorrebbe dire che probabilmente che fra il 5 e il 10% delle ingenti perdite russe, sono avvenute in pochi chilometri quadrati

Ebbene, lo Zaporzhstal e l’ArcelorMittal Kryvyi Ryi, gli equivalenti di Azovstal nelel due città, sono concettualmente la stessa cosa: due fortezze pressoché inespugnabili. Guardiamoli qui di seguito…

Il complesso logistico-industriale di Kryvyi Ryi, costruito una prima volta negli anni trenta e distrutto durante la seconda guerra mondiale, è stato durante gli anni Settanta il più grande impianto siderurgico d’Europa. L’intera area, comprendente i ciclopici stabilimenti di diverse aziende metallurgiche, è posta a scudo della città, sul lato meridionale, di fatto proteggendo due delle tre direttrici stradali che conducono al centro abitato da sud e permettendo, comunque, di tenere sotto tiro la terza.

La sola azienda siderurgica di proprietà del gruppo Mittal Steel dal 2005 può impiegare 20mila lavoratori: edifici sopra e sotto il livello del suolo devono essere in proporzione...

Data l’esperienza dell’invasione nazista nella prima metà degli anni Quaranta, non è difficile immaginare che custodisca un bunker e che possa costituire un bastione capace di provocare perdite umane e materiali inimmaginabili per le truppe del Cremlino.

Lo Zaporizhstal ha una storia analoga all’altro, una proprietà meno chiara, ma soprattutto una posizione al centro della città spaventosamente simile a quella dell’Azovstal a Mariupol: in pratica, permette di bloccare tutte le vie di transito sulla direttrice sud-nord e di tenere d’occhio la diga posta sul Dnipro a poca distanza dall’eccezionale complesso logistico-industriale, esteso per una lunghezza massima di nove chilometri e largo all’incirca un terzo. Tra l’altro, Zaporizia ha fama di essere l’ex capitale dei Cosacchi e rappresenta una città particolarmente importante da difendere per i militari e i paramilitari ucraini.

Che cosa possiamo concludere? Che anche radendo al suolo le due città e provocando, secondo gli standard visti a settentrione di Kiev e a Mariupol, la perdita presumibilmente di 50-100mila civili, le truppe russe non potrebbero avere la meglio su queste due fortezze, in cui migliaia di difensori potrebbero tenere testa alle truppe di Mosca per molti mesi. Insomma, come avrebbe detto Papa Benedetto XV, sarebbe “una inutile strage”.

Una nota a parte meriterebbero i cantieri della città di Mykolaiv, altro importante obiettivo dei Russi: posti su un’ansa del larghissimo fiume, promettono di potersi trasformare in un’altra trappola mortale per gli attaccanti. Questa, però, è un’altra storia…

Quello che a noi interessa far capire è che molti obiettivi delle forze russe non sono, per così dire, a portata di mano, ma richiedono un investimento eccezionale di uomini e mezzi, oltre che di credibilità politica, da parte del Cremlino.

Se è vero, come dicono molti analisti, che la Russia non può perdere la guerra, è quasi certo che non può nemmeno vincerla.

1 La storia dei mercenari in una guerra così detta patriottica dimostra, secondo il nostro Andrea Forte, che “l’elastico dei Russi è molto corto” per quanto riguarda le risorse da impiegare in questa guerra

2 Pronuncia: tsaporigia in italiano

3 Pronuncia: kre-vi-rè

Foto: google maps / MoD Fed. Russa