La Georgia post elezioni: la fine del “sogno europeo”?

(di Valentina Chabert)
28/10/24

Si concludono in un clima tensione e di profonda crisi politica le elezioni di sabato 26 ottobre in Georgia, in cui il partito Georgian Dream (GD) – al potere dal 2012 – ha ottenuto il 53,92% dei voti smarcando di gran lunga la coalizione delle opposizioni1.

Se a livello territoriale i partiti di opposizione hanno conquistato poco più della capitale Tbilisi, la maggioranza delle regioni meridionali tra cui il Samtkhe-Javakheti e le aree montuose di Svaneti, Racha-Lechkhumi, Guria e Adjara hanno agevolmente confermato il vantaggio di Georgian Dream, che storicamente ha la propria roccaforte proprio in queste aree remote e abitate per lo più da minoranze etniche2.

Nonostante gli scrutini siano stati condotti elettronicamente nel 90% dei seggi, non sono mancate forti critiche e preoccupazioni per presunte irregolarità elettorali da parte dell’opposizione, che si è rifiutata di riconoscere la sconfitta e, al contrario, ha annunciato una nuova mobilitazione di piazza per la serata del 28 ottobre3.

Dello stesso avviso è anche la presidente georgiana Salome Zourabichvili (foto), che nelle prime dichiarazioni del 27 ottobre ha ribadito come la Georgia sia da mesi allo stesso tempo vittima e testimone di un’operazione speciale russa” sotto forma di moderna guerra ibrida contro la popolazione, al fine di impedire il cammino europeo per cui il Paese si è preparato da anni4.

Per l’opposizione infatti il partito di governo capeggiato dal miliardario Bidzina Ivanishvili avrebbe quale obiettivo primario l’avvicinamento di Tbilisi a Mosca, eventualità che senza dubbio segnerebbe la condanna a morte di una possibile adesione all’istituzionalismo bruxelliano e alla NATO, obiettivi sanciti a livello costituzionale, nonché una decisa sterzata autoritaria nel Paese, con conseguenze dai confini ancora poco nitidi.

Dal canto suo, Georgian Dream ha rifiutato qualsiasi tipo di accusa, comprese le pressioni e le irregolarità registrate dagli osservatori internazionali dell’OSCE durante gli scrutini5, rivendicando una vittoria - a cui ha fatto eco l’attuale primo ministro Irakli Kobakhidze – che vorrà tradursi in una politica estera che guarda all’integrazione europea, possibilmente entro il 20306.

Tuttavia, le relazioni con Bruxelles restano tese, e dagli eventi dell’ultimo anno nulla fa presagire che vi sia una sterzata di tollerante democrazia nei confronti di oppositori, media indipendenti, organizzazioni della società civile e attivisti che scenderanno tra le arterie della capitale “per la libertà” e per mostrare la propria volontà di costruire un futuro diverso per la Georgia7.

Benché al momento solo il primo ministro ungherese Viktor Orbán (seguito dal presidente azerbaigiano Aliyev e dal primo ministro armeno Pashinyan) ha espresso le proprie congratulazioni a Ivanishvili e si prepari a visitare la capitale georgiana nei primi giorni della settimana8, una tale posizione non deve illudere circa la possibilità che gli altri Paesi europei si accodino e riconoscano la legittimità di un nuovo governo a guida GD.

L’UE ha infatti congelato il processo di adesione della Georgia sulla scia di sanzioni contro funzionari georgiani imposte dagli Stati Uniti all’indomani dell’approvazione della Legge sulle influenze straniere, la quale prevede che le organizzazioni che ricevono più del 20% dei propri finanziamenti dall’estero di registrino come agenti stranieri9.

Divenuta celebre con l’espressione “legge russa” tanto per le somiglianze con un’analoga regolamentazione di Mosca, quanto per le presunte pressioni provenienti dal Cremlino per la sua approvazione, la normativa ha segnato una cesura determinante nei i rapporti con l’Occidente, ed è stata la prima di una serie di azioni governative intese a portare la Georgia su una traiettoria che da ovest sembra più volgersi ad oriente. Non da ultimo, l’entrata in vigore della legge “anti-LGBT”, con evidenti ispirazioni moscovite, che proibisce qualsiasi tipo di propaganda in pieno stile antidemocratico e illiberale10.

A poco sono serviti i veti e i continui respingimenti della presidente Zourabichvili, così come apparentemente vani sono stati i mesi di proteste incessanti da parte di tutta la popolazione georgiana.

Se durante le proteste di maggio i manifestanti esitavano ad additare il partito di maggioranza come puramente filorusso per non eclissare decenni di aggiustamenti in senso comunitario, preferendo invece individuare interessi personali di un’élite politica incarnata da Ivanishvili che ha fatto fortuna proprio grazie ad un legame personale con la Russia, a pochi giorni dalle elezioni i timori di scivolare in via unidirezionale nell’orbita del Cremlino si fanno tangibili.

Lo ha suggerito, ad esempio, tutta la campagna elettorale di Georgian Dream, che non ha mancato di giocare efficacemente sui rischi di una minaccia imminente di guerra con i vicini russi – unici a riconoscere l’indipendenza delle due regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossetia del Sud – da intendersi non sotto forma di invasione su larga scala in stile ucraino, ma di crescenti provocazioni al confine con le aree secessioniste in cui Mosca staziona con basi, truppe e mezzi bellici dal 200811.

Considerando che la Georgia non fa ufficialmente parte di alcuna organizzazione securitaria di tipo militare né gode di particolare forza bellica autonoma, l’effetto sulla popolazione di possibili movimenti di truppe al confine con la Russia non è di difficile interpretazione.

Ad ogni modo, ciò che è chiaro è che la vittoria di Georgian Dream e la sua intenzione di proseguire il cammino europeo del Paese “da Stato sovrano” non sono da leggersi come espressione della volontà dei georgiani in favore della Russia: un elettorato spaventato, l’ombra di una possibile replica di quanto accade in Ucraina e il ricordo ancora fresco degli eventi del 2008 con grande probabilità possono aver bilanciato eventuali scambi e manipolazioni di voti con un autentico timore da parte di quell’80% degli elettori filoeuropei che un’eventuale vittoria delle opposizioni (così come postulato in campagna elettorale da Ivanishvili) avrebbe potuto trascinare la Georgia in uno scontro con Mosca per cieca adesione all’Occidente e al suo non meglio specificato “partito globale della guerra”, intenzionato ad aprire un secondo fronte con Tbilisi12.

Timori che fanno piombare la Georgia in un vortice di debolezza e vulnerabilità, con imminenti incertezze sulla sua tenuta democratica.

1 Official Results of 2024 vote: what they show, Civil Georgia, 28 ottobre 2024. Disponibile al link: https://civil.ge/archives/631386.

2 Georgia's pivotal elections: Four key takeaways, Euronews, 27 ottobre 2024. Disponibile al link: https://www.euronews.com/my-europe/2024/10/27/georgias-pivotal-elections-four-key-takeaways.

3 Georgian president calls for protests after ruling party wins disputed election, Reuters, 27 ottobre 2024.

4 Georgian President: 'An election that has been stolen', Deutsche Welle, 27 ottobre 2024. Il discorso è disponibile al link: https://www.dw.com/en/georgian-president-this-is-an-election-that-has-been-stolen/video-70619380.

5 OSCE, Georgia, Parliamentary Elections, 26 October 2024: Statement of Preliminary Findings and Conclusions. Disponibile al link: https://www.osce.org/odihr/elections/georgia/579346.

6 Georgia PM rejects vote-rigging claims in BBC interview as president calls mass rally, BBC, 28 ottobre 2024.

7 Valentina Chabert, La “legge russa? Mosca vuole allontanare la Georgia dall’UE”. Intervista a Giorgi Mukhigulishvili, Opinio Juris – Law and Politics Review, 6 maggio 2024. Disponibile al link: https://www.opiniojuris.it/opinio/la-legge-russa-mosca-vuole-allontanare-la-georgia-dallue/.

8 Amid EU censure, Orbán plans Georgia visit to celebrate contested vote, Politico, 28 ottobre 2024.

9 Valentina Chabert, La legge sulle influenze straniere infiamma la Georgia, Difesa Online, 3 giugno 2024. Disponibile al link: https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-legge-sulle-influenze-straniere-infiamma-la-georgia.

10 Parliament Adopts Anti-LGBT Legislation in Third Hearing, Civil Georgia, 17 settembre 2024.

11 Campaign Highlights Ahead of 2024 October Vote, Civil Georgia, 21 ottobre 2024.

12 “Global War Party,” “Second Front,” “Unprecedented election meddling” from the West, and other propaganda narratives dominating Georgian information space in the run-up to the key 2024 elections, European Digital Media observatory, 25 ottobre 2024. Disponibile al link: https://edmo.eu/publications/global-war-party-second-front-unprecedented-election-meddling-from-the-west-and-other-propaganda-narratives-dominating-georgian-information-spa/.

Foto: საქართველოს პრეზიდენტის ადმინისტრაცია