Pietro Bartolo, Lidia Tilotta: Lacrime di sale

Pietro Bartolo, Lidia Tilotta
Ed. Mondadori
pagg. 139

Pietro Bartolo è diventato celebre la sera del 20 febbraio 2016 quando a Berlino il film Fuocoammare di Gianfranco Rosi vinse l’Orso d’Oro. Durante la premiazione Meryl Streep disse: “Questo è un film urgente, visionario, necessario”. Da quella notte tutti noi siamo venuti a conoscenza di un medico che a Lampedusa dal 1991 si occupa di migranti, accogliendoli, curandoli e ascoltandoli.

La storia di Pietro Bartolo, uomo, medico, marito, figlio prima e padre poi, si dipana in un libro emozionante e intenso: “Lacrime di sale”, scritto insieme alla giornalista del Tgr, Lidia Tilotta. Un libro forte, un continuum tra presente e passato, tra storie di migranti e ricordi di vita passata. Un’ambientazione unica, quella di Lampedusa, l’isola simbolo di quella che è stata definita la più grande emergenza umanitaria del nostro tempo. Un’isola affascinante e accogliente, forte e coraggiosa come i suoi abitanti, quei pescatori che non si sottraggono alla legge del mare perché: “c’è una cosa che forse non è comprensibile se non si è nati su un’isola lontana da ogni terra come noi: lasciare qualcuno, chiunque esso sia, in balia delle onde non è ammesso, non è nemmeno pensabile”.

La legge del mare: quel mare che quotidianamente mette alla prova migliaia di persone che rischiano la propria vita per attraversarlo alla ricerca di un futuro migliore. Persone che scappano dalla guerra e dalla povertà e le cui storie si intrecciano con quella di Pietro Bartolo, sempre presente al Molo Favaloro, in qualsiasi ora del giorno e della notte, pronto a salvarli. Storie di donne e uomini, vittime spesso di violenze e soprusi. Storie di bambini, alcuni dei quali molto piccoli, che il più delle volte arrivano sull’isola da soli. L’importante però è arrivare vivi e sperare in un futuro diverso. Perché di gente che in mare ha trovato la morte ne è piena la cronaca, ma nessuno come Pietro Bartolo sa veramente cosa vuol dire morire in mare e avere il compito di restituire dignità a un corpo offeso, straziato e consumato.

Un libro crudo, ma che consiglio a tutti di leggere per capire cosa veramente è successo e sta succedendo a Lampedusa, e per condividere quel senso di rabbia e di impotenza che si prova, e che credo provi il Dottor Bartolo, davanti a tanta sofferenza e disumana condizione. Come tutte le medaglie però esiste sempre un lato positivo e bello e lo ritroviamo anche in “Lacrime di sale”, nelle storie di nascite o in quelle a lieto fine. Chiudo con un passo del libro che mi ha toccato, un messaggio di speranza rivolti dai più piccoli ai loro coetanei: “Cari bambini, avete lasciato i vostri Paesi per cercare in Europa un mondo diverso, un mondo migliore. Tocca a noi giovani modificare questo mondo seguendo gli uomini e le donne che sanno donarsi con coerenza e generosità”.

Anita Fiaschetti