Marina Rossi: Le streghe della notte. Storie e testimonianze dell’aviazione femminile in URSS (1941–1945)

Marina Rossi
Ed. Unicopli, Milano 2003
pagg.191

L’autrice, cha ha insegnato Storia della Russia all’università di Trieste, affronta, in questo suo saggio, un argomento poco noto ai più: quello dell’aviazione femminile in Unione Sovietica. ”Fino al 1941, le più prestigiose scuole di volo ed istituti per l’Aviazione furono monopolizzati dall’elemento maschile e nessuna donna fu accettata nelle accademie aeronautiche militari. Solo l’eccellenza del merito, alimentato da una passione straordinaria, permise, alle prime aspiranti, la frequenza di particolari corsi preparatori al pilotaggio professionale. Ne 1931 l’Accademia Aeronautica Žukorskij ammetteva per la prima volta due ragazze: Marina Michajlovna Raskova, allora diciannovenne, come disegnatrice ed Elena Nikolaevna Kusmina, come analista, nell’Istituto di Navigazione Aerea.”

Nel settembre del 1938 tre donne, Valentina Grisodubova, comandante dell’equipaggio, Polina Osipenko,secondo pilota e Marina Raskova, ufficiale di rotta, compirono su un bimotore, il Rodina, una trasvolata da Mosca all’Estremo Oriente, percorrendo, senza scali intermedi, 5.947 km e volando per 29 ore e mezzo ad una velocità superiore ai 220 km orari. Ricevute al Kremlino, furono decorate con l’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica. Il 22 giugno 1941,in seguito all’attacco della Germania, ci fu la mobilitazione in quasi tutto il territorio europeo dell’URSS per le leve 1915-1918. Molte furono, in quei giorni, le lettere di ragazze frequentatrici degli aeroclub e in servizio nell’aviazione civile, che chiedevano di essere inviate al fronte per combattere insieme agli uomini.

”Nell’estate del ’41, il governo sovietico non disponeva di alcun piano che prevedesse l’utilizzo delle donne in combattimento e meno ancora la creazione dei reggimenti femminili.”

Dopo che nei primi mesi di guerra l’Aviazione sovietica perse, in combattimento, 7.500 aerei, nonostante non ci fosse bisogno di nuovi piloti, tanto meno donne, fu grazie alla sua fama che Marina Raskova venne “autorizzata a creare un gruppo temporaneo, il 122, in cui potevano essere inserite donne pilota, navigatrici di rotta ed armiere.” Da questo gruppo nacquero, sempre organizzati da Marina Raskova e in seguito ad un decreto autorizzativo di Stalin dell’8 ottobre 1941, tre reggimenti aviatori femminili: il n.586, formato da caccia bombardieri, il n. 587, formato da bombardieri in picchiata, il n.588, formato da apparecchi adatti ai bombardamenti leggeri notturni.

Dopo un addestramento a Engels, sul Volga, i reggimenti si trovarono al fronte, dove le donne pilota, per conquistarsi il rispetto dei colleghi maschi, dovettero dar prova di tutta la loro abilità. E quando i tedeschi scoprirono che a bombardarli ci fossero anche delle ragazze, “lanciarono sulle linee sovietiche dei volantini in cui, accanto a varie ingiurie, avevano aggiunto per loro l’epiteto Streghe della notte.”

Anche tra le donne arrivarono le prime vittime. Tra di esse ci fu il comandante delle tre unità aeree: il maggiore Marina Raskova, precipitato al fronte di Stalingrado, a causa di una bufera di neve, il 4 gennaio 1943, con tutto il suo equipaggio. “Le donne pilota ricevettero 32 delle 92 medaglie d’oro conferite alle eroine di guerra, considerando che le aviatrici (circa 300 donne) costituivano solo una piccola frazione delle 800.000 donne mobilitate nell’Armata Rossa.”

Ad esse fu riconosciuta una capacità di resistenza superiore a quella degli uomini.“Alla fine del ’45, le aviatrici delle tre unità aeree rientrarono nella vita civile e si dispersero nelle diverse repubbliche dell’URSS. Decisero, però, di incontrarsi ogni anno, il 2 maggio, nel giardino del teatro Bol’šoj, alle ore 12.”

Gianlorenzo Capano