Giovanni Adducci: Un garibaldino a Casa Giacometti

Giovanni Adducci
Ed. Palombi, Roma 2015
pagg. 131

Casa Giacometti è "un piccolo casale, di un colore giallo opaco, piuttosto sviluppato in altezza e stretto, con un’insegna di osteria in basso." Si trova a Roma, in via di S. Pancrazio, sul colle del Gianicolo, nel quartiere di Monteverde. Conservatosi fino ai nostri giorni nella sua forma originale, questo casolare, posto a ridosso del Casino dei Quattro Venti e del Vascello, "nei primi giorni di giugno 1849 si trovò al centro di una delle più cruenti battaglie combattute per la difesa di Roma, contro i francesi inviati da Pio IX."

Inizialmente di proprietà di un certo Giacometti, il casale fu acquistato, nel 1816, da Antonio Adducci, antenato dell’autore di questo saggio, per diventare sede, nel 1849, di una storica trattoria ancora oggi in attività e che condivise, con altre Ville dei dintorni più grandi e blasonate, i "drammatici eventi che si susseguirono per la difesa di Roma e della giovane Repubblica Romana contro l’invasione straniera."

Dopo la proclamazione della Repubblica, avvenuta alle ore 12 del 9 febbraio 1849, da parte del presidente dell’Assemblea Costituente Giuseppe Galletti, Pio IX, il 18 febbraio successivo, chiese aiuto ad Austria, Francia, Spagna e al Regno delle Due Sicilie. Fu così che, nella primavera del 1849, i romani, strettisi intorno a Giuseppe Garibaldi e ai bersaglieri lombardi di Luciano Manara, dovettero difendersi e seppero "tener testa per due mesi all’incontenibile assalto di un esercito francese superiore per uomini, mezzi e preparazione. Un evento straordinario nella storia della Roma papalina, che ebbe come protagonisti personaggi di spicco del nostro Risorgimento:Mazzini, Garibaldi, Mameli, Manara, Ciceruacchio e, non ultimo, il piccolo Righetto."

I francesi arrivarono nel porto di Civitavecchia il 25 aprile, con una flotta di 17 navi al comando del contrammiraglio Trehouart. La nave ammiraglia, il Labrador, aveva a bordo il generale Oudinot, comandante della spedizione. Luciano Manara con i suoi seicento bersaglieri lombardi, non potendo sbarcare a Civitavecchia, arriverà ad Anzio il 27 aprile, con due battelli a vapore, il Colombo e il Giulio II, per giungere a Roma due giorni dopo. Garibaldi, invece, arrivò a Roma il 27 aprile, insieme a 1200 legionari. Roma si preparava così, sotto la gestione del Triumvirato costituito da Mazzini, Armellini e Saffi e con il comando dell’esercito di circa 9.000 uomini, affidato al generale Giuseppe Avezzana, ad accogliere i francesi.

Alle 11 e mezzo circa del 30 aprile cominciò la battaglia per la vita della giovane Repubblica Romana, che si concluse, lo stesso giorno, con la sconfitta dei francesi i quali, successivamente, chiesero e ottennero, il 17 maggio, una tregua di venti giorni che permise loro di riorganizzarsi e di fare arrivare rinforzi. Nel frattempo il generale romano Pietro Roselli venne nominato, a scapito di Giuseppe Garibadi, comandante di tutte le forze armate della Repubblica.

Alle 02:30 del 3 giugno 1849 un boato fortissimo annunciò l’ultimo mese di vita della Repubblica Romana, mentre "l’osteria di Antonio Adducci sta per essere consegnata alla storia, in una giornata che si rivelerà terribile per i difensori romani, i quali si trovano ora in evidente svantaggio numerico e tecnologico rispetto ai francesi." Il baricentro della battaglia divenne il colle del Gianicolo, con il Casino dei Quattro Venti, "posizione chiave per decidere della vita o morte di Roma, cuore della difesa italiana", caduto in mano ai francesi.

"A rendere le cose più difficili ai difensori, sono gli ordini contraddittori fra Roselli e Garibaldi, con Luciano Manara che non sa più a chi dar retta." Casa Giacometti, dalle cui finestre al secondo piano si riusciva a tenere sotto tiro il Casino, venne occupata da una compagnia di bersaglieri. E fu così che "Padron Adducci, che nella vita ha scelto di fare l’oste e di guerra non se ne intende, suo malgrado si ritrova nel bel mezzo di una guerra, vista l’enorme importanza strategica che il suo minuscolo casale ha acquisito nel corso di tali drammatici eventi." Cinque furono gli assalti ordinati da Garibaldi ai Quattro Venti. E alla fine di quella terribile giornata, segnata dalla superiorità dell’esercito francese, le perdite italiane furono gravissime.

Il 5 giugno iniziò l’assedio di Roma da parte dei francesi. Casa Giacometti rappresentò la punta più avanzata del sistema di difesa italiano. Tremilaquattrocento furono le bombe che, per due settimane, i francesi seminarono sulla città, terrorizzando la popolazione. Alle due del mattino del 30 giugno ebbe inizio l’ultimo assalto dei francesi, nel quale perse la vita Luciano Manara. La sera del 2 luglio, seguito da 4.500 uomini, Garibaldi lasciò Roma. Mazzini la lasciò il 5 luglio.

A futura memoria di quelle giornate di sangue, scomparsi il Casino dei Quattro Venti, Villa Spada e Villa Savorelli, sono rimasti il Vascello e Casa Giacometti.

Gianlorenzo Capano