Alessandro Vanoli: L’invenzione dell’Occidente

Alessandro Vanoli
Ed. Laterza BARI
pagg. 272

L’Occidente unito si schiera a favore di…

La coalition of willings occidentale ha deciso che…

Ormai numerosissime sono le formule con cui social e mass media diffondono una suggestione, un concetto, un’idea che porta il nome di "Occidente".

Indagare cosa si nasconda dietro questo sostantivo appare sempre più importante, sia per la cosiddetta perdurante crisi del sistema occidentale, sia perché è un concetto che appartiene nel profondo al mondo in cui viviamo, alla dimensione politica, geografica, culturale, umana latu sensu, di circa un miliardo di donne e uomini da Bucarest a Los Angeles, senza tralasciare Giappone, Corea del Sud e Australia.

Se far stare insieme Tokyo e Washington, Canberra e Varsavia può sembrare un’anomalia verrebbe da chiedersi quale sia la radice di questa stranezza della storia e cosa ha reso un concetto geografico, una direzione, il modello di vita ed economico più ricco e contraddittorio a cui il mondo intero guarda.

A queste ed a numerose altre domande risponde il prof. Alessandro Vanoli, con il suo saggio storico "L’Invenzione dell’Occidente".

Già docente presso l’Università di Bologna e la Statale di Milano è specializzato in storia del Mediterraneo, dell’Islam e delle relazioni tra spazio Mediterraneo e spazio Atlantico. Autore e divulgatore sopraffino, il professor Vanoli, attraverso un’opera scientificamente rigorosa e dalla prosa scorrevole e accattivante, tratteggia la storia dell’occidente in un percorso che procede dall’idea di spazio geograficamente inteso ad una concezione del mondo caratterizzata da "piedi in Europa e testa nell’Atlantico."

Vele e cannoni condussero spagnoli e portoghesi alla prima grande conquista marittima del mondo e poi olandesi e inglesi, compagnie commerciali, francesi, tedeschi con l’anima divisa tra il continente e il mare, due grandi rivoluzioni politiche, riforme e controriforme religiose, i sogni imperiali di Carlo V d’Asburgo e l’epopea del Far West, ma dietro tutto questo immenso turbinio una costante, la solita, continua, infinita ricerca dell’Oriente, passione atavica per cui agli albori del XVI secolo dell’era cristiana si decise di affrontare l’immenso oceano per ritrovare le rotte d’oriente bloccate dalla potenza ottomana.

"Come mai da una direzione geografica siamo passati a un’idea di appartenenza. E la risposta, come sempre, è complicata . Quello che sicuramente non possiamo fare è darlo per scontato, l’Occidente."

Con queste parole l’autore apre ulteriori stimolanti ambiti di curiosità in grado di illuminare la contemporaneità dell’Occidente.

AP