Alessandra Necci: Al cuore dell’Impero - Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere

Alessandra Necci
Ed. Marsilio, Venezia 2020
pagg. 405

Otto sono le donne che Alessandra Necci, avvocato e professoressa presso l’Università Luiss di Roma, descrive in questo suo saggio, caratterizzato, nonostante la grande mole di informazioni che in esso vengono riportate, da un ritmo narrativo tale da renderne la lettura estremamente piacevole. Attraverso queste otto donne, che hanno, nel bene e nel male, inficiato la vita di Napoleone, l’autrice descrive le imprese, le vittorie e le sconfitte del grande Corso.

La madre, Letizia Ramolino, rappresentò “l’elemento di unione e stabilità della famiglia.” Mise al mondo 7 figli, di cui tre femmine. Sopravviverà alla morte delle figlie Elisa e Paolina e anche a quella dello stesso Napoleone che, di lei, scrisse: “Le perdite, le privazioni, sopportava tutto, superava tutto: era una testa d’uomo su un corpo di donna… Devo la mia fortuna al modo in cui mi ha allevato in gioventù.” La madre fu, “probabilmente, la sola donna di cui abbia avuto realmente stima, del cui giudizio positivo e della cui approvazione abbia avuto bisogno.”

La sorella Elisa, sposata con il capitano Felice Baciocchi, nominata dal fratello principessa di Piombino e di Lucca, ambiziosa, spregiudicata e amante del potere, dimostrò di avere grande abilità politica e diplomatica. Trasformò Lucca in un centro culturale dove si faceva teatro e musica ad alto livello. Organizzatrice, in occasione di ricorrenze particolari, di meravigliosi ricevimenti fu, per questo, soprannominata, forse da Talleyrand, la Semiramide del Serchio.

La sorella Maria Paola, passata alla storia come Paolina Borghese, è stata resa celebre, oltre che dalla sua bellezza, anche dalle sue follie e dai suoi capricci. “La sua spregiudicatezza, la sua disinvoltura hanno fatto epoca.” Indro Montanelli disse di lei che fu l’unica Bonaparte che preferiva l’amore al potere. “Fu infedele a tutti gli uomini, ma fedele all’imperatore.” Pur con le sue bizze e i suoi capricci fu la migliore delle sorelle. Vedova del generale Leclerc, sposò il principe Camillo Borghese che, successivamente, commissionò, ad Antonio Canova, una statua che la raffigurasse. Fu nominata, dal fratello, principessa regnante e duchessa di Guastalla. “Paolina svolge un ruolo di primo piano durante l’esilio del fratello all’Elba. Dal punto di vista politico, questo è il momento più importante della sua vita.” Ella “è stata capace di dare il meglio di sé nelle circostanze più drammatiche. Mostrando così al mondo le misura del proprio carattere e della propria personalità.”

Poi c’è la terza delle sorelle, “Maria Annunziata, ovvero Carolina, che è la Bonaparte che gode di peggiore fama e peggiore stampa. Delle sorelle, si dice spesso che Elisa sia la più intelligente, Paolina la più bella e lei la più assetata di potere.” Il 20 gennaio 1800 sposò Gioacchino Murat che, nell’estate del 1801, venne nominato generale in capo degli eserciti della Repubblica Cisalpina e, il15 luglio 1808, con il Trattato di Bayonne, re delle Due Sicilie e grande ammiraglio dell’Impero, facendo il suo ingresso trionfale a Napoli alla fine dell’estate. Napoleone, in una lettera a Carolina, scrisse, dopo che Murat abbandonò, durante la campagna di Russia, l’esercito che l’Imperatore gli aveva affidato: “Il re di Napoli, vostro marito, ha abbandonato l’Armata… È un uomo coraggioso sul campo di battaglia, ma è più debole di una donna o di un monaco quando non vede il nemico.” Per mantenere a tutti i costi il regno, Murat e Carolina accettarono l’alleanza con l’Austria, coalizzandosi contro Napoleone. Sua madre, amareggiata, disse: “Mio figlio ha commesso un errore irreparabile, quando ha voluto fare di Murat un sovrano.” Napoleone, però, in un certo senso lo perdonò. Fu, invece, amareggiato dal comportamento di Carolina. Murat,tornato dalla parte di Napoleone, dichiarò guerra all’Austria, cercando di sollevare la penisola. Sconfitto, però, nella battaglia di Tolentino, “concluderà in modo drammatico la sua avventura, fucilato il 13 ottobre 1815 da un plotone di esecuzione borbonico a Pizzo Calabro.” Carolina, invece, dopo aver tradito il fratello “non si è mai più riconciliata con l’artefice delle sue fortune.”

Giuseppina, il cui vero nome era Marie-Josephe-Rose de Tascher de la Pagerie, nata in Martinica, fu la prima moglie di Napoleone. I due si sposarono il 9 marzo 1796. Lei, però, non riuscì a dare, all’Imperatore, il tanto agognato erede. Lui, quindi, nel 1809, chiese il divorzio; “a Sant’Elena, però, ammetterà: posso dire che è stata la donna che ho più amato.”

La polacca Maria Walewska fu la sua amante, un’amante disinteressata. Restò discretamente vicina a Napoleone negli anni dell’apogeo, “facendogli sentire con intensità il proprio affetto nel momento della caduta. Non ha mai voluto niente, non ha chiesto niente in cambio.”

Maria Teresa d’Austria fu la seconda moglie dell’Imperatore che sposò tramite un matrimonio per procura, avvenuto l’11 marzo 1810, in cui la figlia si piegò alla volontà del padre, Francesco I d’Asburgo e, quindi, alla ragion di stato. Il 20 marzo 1811 venne al mondo il loro figlio, Napoleon François Charles Joseph, il re di Roma. Però, Maria Luisa, nel suo ruolo “è episodica, irrilevante, incolore, distaccata. Non lascia impronta, non lascia traccia, non è capace neppure di gesti di affetto, di slanci.” Quando Napoleone cadde in disgrazia lei si allontanò da lui, insieme al figlio, definitivamente.

Betsy Belcombe era una bambina residente a Sant’Elena, quando Napoleone arrivò, sull’isola, per trascorrere, da prigioniero, gli ultimi anni della sua vita e,probabilmente, fu l’ultima sua amica.

Il 5 maggio 1821 “la morte, tanto bramata, tanto attesa, scioglie finalmente le ali dell’Aquila.”

Gianlorenzo Capano