Tra Difesa Personale e Comunicazione non Verbale si dovrebbe valorizzare l’Etica: nel mezzo un coltello!

(di Massimo Giuliani)
29/07/19

In una società sempre più pressapochista, veloce, compulsiva e social, l’essere umano sta perdendo il privilegio del confronto e della critica a svantaggio dell’efficacia e della qualità. Le grandi multinazionali hanno appreso questi concetti da quasi un ventennio sapendo dirottare messaggi efficaci sul target di riferimento che si sono prefissati. Che sia la vendita di un orologio, di una bibita o di una vettura ci si deve indirizzare sull’eccellente comunicazione e sul massimo fatturato attraverso l’etica.

L’etica di per se è un valore che dovrebbero possedere tutti gli esseri umani in qualsiasi organizzazione - professionale e non - che li vede interagire con altri individui o altri sistemi di persone.

Pensate… un valore talmente forte e gratuito attenzionato da società di settore che hanno fatto di essa un bene a pagamento. Questo perché l’etica oggi è misurabile! Quantificabile da organizzazioni di consulenza esterne che a fronte di un compenso economico (diviso a volte in step certificabili con i famosi ISO9000…) monitorano il nostro operato, verificano l’applicazione della nostra mission secondo criteri di attendibilità per il sociale, per il benessere dell’individuo, per la cultura, per la prevenzione, immettendoci sul mercato come realtà di cui ci si può assolutamente fidare! Una sorta di bollino blu che premia il nosro operato come uomini garantiti verso gli stakeholder.

Bene, a fronte di questo concetto, come dovere di esseri pensanti, dobbiamo diffidare sempre, e solo una buona e capillare osservazione da parte nostra, con l’impegno severo di qualche settimana di applicazione deve farci riflettere e tentennare.

Da che mondo è mondo si vende di tutto, è nella natura dell’uomo. È scritto nel nostro DNA di dover far fronte alla nostra sussistenza personale, al nostro benessere psico-fisico, dinamiche talmente classiche che noti programmi pre-serali di cronaca hanno fatto la loro fortuna in audience. Casi tipici come quelli raccontati da Striscia la notizia (falsi dentisti, maghi ciarlatani, sedicenti raccoglitori di offerte per questa o quell’organizzazione no-profit volta a tutelare la povertà).

In questo marasma ancora purtroppo indisciplinato da seri organi di audit non sono da meno i venditori di fumo nell’ambito dei corsi di Difesa Personale.

Fateci caso, partendo da un’accurata osservazione di ciò che essi esprimono, dall’immagine non verbale e da quella verbale. Le logiche sono sempre le stesse, corsi a pagamento adatti ad ogni fisico e carattere. Lezioni personali o di gruppo dove la leva motivazionale è prodotta da poche parole: subito, velocità, adatto a tutti.

In realtà tramite questi concetti, l’opera di questi sedicenti imbonitori di masse crea solo Marketing, Business Plan, sul loro Target definito a monte e nient’altro.

Ma veramente potremo imparare a difenderci dopo un corso di trenta ore (se tutto va bene) con lezioni bisettimanali?

Tutto ruota sul commercio e sull’illusione coercitiva di vendere un prodotto drammaticamente inutile per la salvaguardia della nostra incolumità, per la salute delle tasche di alcuni soggetti senza scrupoli.

Nelle logiche dinamiche del nostro quotidiano assistiamo in diretta a casi che dovrebbero farci riflettere, in ultimo e non per importanza, il recente fatto di cronaca che ha visto la morte di un carabiniere al servizio delle istituzioni per mano di un balordo che non ha pensato due volte ad infliggergli 11 pugnalate.

Non esiste nessun corso di autodifesa capace di preparare le persone normali nel fronteggiare questi imprevisti, specie se la discriminante la fa la lama, il coltello. Non esiste nessun corso - nemmeno per un addetto ai lavori - di fronte alla diversa psicologia con la quale gli individui si svegliano la mattina.

Condizioni psicologiche diverse, nettamente divergenti tra vittima ed aggressore. Chi offende, armato di lama o pistola che sia, è sempre lontano anni luce dalle persone perbene.

Ma il popolo di tanti sedicenti "istruttori" non è incline al benessere della persona ma solo ed esclusivamente nel far cassa, nel catturare, dopo un’accurata pastura in mari ignoranti e creduloni, altri nostri simili avvolti dal miraggio di conquistare in due week end non a costo zero l’agognato diploma fasullo di trainer di difesa personale, di Grand Master della “rispettabile” casta di questi beceri imbonitori.

Astuzia, osservazione, attenzione, accurata valutazione dei luoghi e delle persone che caratterizzano la nostra presenza in quel determinato momento. Questa Signori, solo questa, si chiama "Difesa Personale".

Nessuno deve mai augurarsi di raggiungere il contatto fisico: ci sarà sempre una perdita.

Due soggetti che escono di casa la mattina con fini diversi hanno tavolta inclinazioni mentali opposte. Da un lato, magari, la serenità d’animo, la preoccupazione di affrontare l’ennesima giornata di lavoro: il tempo che scorre in attesa di far collimare l’ultima riunione con il capo mentre i bambini stanno uscendo da scuola in attesa del nostro arrivo, la normale quotidianità di gente normale. Dall’altra potrebbe esserci il balordo senza scrupoli che, solo per il fatto di girare tranquillamente nella società con un coltello in tasca, è già predisposto all’offesa, al dolo, al contatto fisico per nuocere.

Teniamo anche conto che, nell’ipotesi di uscire indenni o parzialmente indenni da un eventuale scontro fisico, ci saranno certamente ripercussioni giudiziarie in merito: denunce di furto e tempo speso nei vari commissariati, perdita di giorni di lavoro per rifare documenti e carte di credito, eventuali rimandi in sedi legali volti alla nostra difesa con tanto di spese verso avvocati che si batteranno per suffragare le nostre ragioni… Il malintenzionato comunque cercherà sempre di difendersi e farà il possibile per abbattere la sua possibile pena con gli stessi diritti.

Non siamo mai in un ambiente protetto, tatami o palestra che sia. La strada, le stazioni della metropolitana, la città in genere sono pregne di rischi diretti e indiretti, statici e dinamici: spigoli murari, la circolazione delle autovetture, ecc. Anche il solo atto di scappare comporterà decine di ostacoli che, complice la nostra produzione di adrenalina per l’agitazione e la paura, li farà percepire annebbiati, offuscati.

Non credete mai nei video corsi venduti su internet dove l’istruttore di turno con le più svariate tecniche rappresentate, vi accompagnerà corteggiandovi, all’apprendimento di un metodo che non applicherete mai. Non credete mai a chi vi illude di poter affrontare una lama tagliente, schivando in un decimo di secondo un colpo, facendo perno laterale sulla traiettoria o incrociando le braccia per piegare un polso.

Nella vita reale, una lama taglia sempre e può recidere un’arteria anche senza impiegare colpi offensivi tipici dei film d’azione.

Ricordiamo sempre che la nostra rappresentazione sociale nel mondo durante la quotidianità, di norma non prevede armature tali da poter contenere questi fendenti: lo sanno bene i reparti di polizia antisommossa che potete vedere strutturati fuori dagli stadi o in prima fila nelle manifestazioni pubbliche più importanti, protetti da gusci rigidi, para gomiti, gilet anti taglio, para nuca rinforzati e caschi. Noi andiamo in giro così?

In conclusione le uniche armi valide che una persona normale deve esercitare sono la prevenzione e la mobilità articolare. La prima, tramite seri corsi capaci di insegnare la comunicazione verbale e non verbale nei diversi setting che la vita ci pone di fronte: analisi dell’abbigliamento, delle tendenze, valutazione delle possibili situazioni di rischio. Rientro con un treno a tarda notte? Cercherò sempre di posizionarmi in scompartimenti composti da viaggiatori visibilmente sobri ed ipoteticamente attendibili. Devo mettere benzina? Mi rifornisco prima di un’uscita con gli amici evitando magari che la spia del carburante mi costringa a farla in un distributore isolato! E così via... abituando il cervello ad una consapevolezza meno istintiva e più programmata.

Il secondo consiglio è invece quello di praticare sport, allenare le articolazioni, ossigenare la nostra corteccia cerebrale nell’ottenere una visione più brillante della vita, più ottimista e certamente più salutista.

Foto: U.S. Marine Corps