Gentile Direttore, è stato portato alla mia attenzione l'articolo apparso su Difesa Online intitolato "Italiani alle armi!" (v.articolo), a firma di Paolo Palumbo. Tralasciando il fatto di trovarmi in profondo disaccordo con la maggior parte delle opinioni espresse in tale articolo, rimango persona convinta della sacralità delle altrui opinioni e del libero pensiero. Ciò nonostante, non posso esimermi dal segnalare le inesattezze macroscopiche contenute nel suddetto articolo, delle quali sono a chiedere rettifica a tutela dell'onorabilità dell'associazione di cui mi pregio far parte e della categoria dei legali possessori di armi da fuoco:
"Alla luce di quanto sta uscendo sulla stampa, il primo problema sembra essere il compromesso siglato tra il ministro dell’Interno e la lobby delle armi che ha scioccato un po’ tutte le testate giornalistiche: ma davvero si pensava che una legge simile non includesse un patto con questi fabbricanti?"
L'oggi Ministro dell'Interno non ha firmato nessun "compromesso" con la "lobby delle armi", ha semplicemente siglato un impegno con il Comitato Direttiva 477, che è associazione di cittadini regolarmente costituita, indi espressione della società civile. Tale impegno, siglato di fronte alle telecamere, il cui testo è stato pubblicato, assieme alla notizia della firma da parte di diversi candidati alle elezioni, già a Febbraio, sia sul sito dell'associazione che su diversi media, di settore e non. Tale accordo indi NON è un "patto con i fabbricanti", ma l'impegno preso verso una categoria di cittadini ad audire le associazioni di settore quando si vanno a modificare le leggi che riguardano le armi, la loro detenzione ed il loro utilizzo (semplice buonsenso, considerata la qualità delle norme in materia promulgate dal 1975 ad oggi). Quanto affermo è facilmente verificabile collegandosi al sito dell'associazione.
"Il mercato è fiorente e sebbene le armerie lamentino crisi ci chiediamo come mai le vetrine siano sempre piene di fucili mitragliatori di ogni tipo"
Le armerie lamentano crisi e molte di esse hanno chiuso, anche per effetto della spada di Damocle costituita dalla revisione della Direttiva Europea in materia, che ha di fatto paralizzato il mercato delle armi di (ex) categoria B7 per 4 lunghi anni. Sono sicuro che potrà trovare conferma di questo contattando le associazioni di categoria, ad esempio Assoarmieri. Inoltre, cosa abbastanza grave, si afferma che i negozi sarebbero pieni di "fucili mitragliatori di ogni tipo", quando il possesso di "fucili mitragliatori", ovvero di armi a fuoco selettivo, è assolutamente precluso ai civili, in particolare dall'Art. 1 della legge 110/75. Presumo l'autore si riferisse appunto alle moderne carabine sportive utilizzate in tutte le discipline di tiro dinamico, ma che la locuzione "fucili mitragliatori" sia stata impropriamente scelta per suscitare nel profano maggiore impatto.
"il busillis sorge però quando una passione (mai innocua, visti gli incidenti) possa trasformarsi in una potenziale minaccia verso gli altri"
Il tasso di incidentalità negli sport di tiro è inferiore a quello di quasi tutti gli altri sport popolari nel nostro Paese, conferma di questo può essere trovata nei dati recentemente condivisi alle audizioni in Parlamento da parte delle associazioni di categoria, specialmente se confrontati con i tassi di incidentalità di sport normalmente percepiti come innocui.
"I titolari del primo “step” per ottenere il tesserino giallo sono i TSN o Tiro a Segno Nazionali i quali, dopo un corso di qualche oretta sul maneggio delle armi e una prova d’esame (facilmente superabile) certificano (in modo del tutto aleatorio) che il tiratore sia pronto a non rivolgere il vivo di volata verso gli astanti. Abbinati a questo ci sono gli accertamenti sanitari. A parte un certificato anamnestico rilasciato dal proprio medico curante e una visita “farsesca” condotta da un medico legale (tutte e due con esborso di denaro), la questione ruota intorno al pagamento di bolli e alla presentazione della domanda alla questura. Chiunque non abbia precedenti penali e provenga da una famiglia per bene può assicurarsi il permesso di portare un arma unicamente per la caccia o uso sportivo: bene inteso, per la difesa personale (per ora) le liste sono inaccessibili o limitate a pochi utenti. È fuor di dubbio che questo iter non attesti un bel niente circa le qualità di chi dovrà portare l’arma e non conferisca poteri veggenti su cosa poi con quell’arma si possa fare."
Il certificato di abilitazione al maneggio UITS (che è ente pubblico con potere di certificazione) conferma che il partecipante è in grado di maneggiare un'arma in sicurezza, attraverso valutazione e accertamento svolte da soggetti terzi, qualificati e autorizzati. A meno che il giornalista non abbia tale potere, quanto scritto non corrisponde a realtà. Inoltre con tale abilitazione il tiratore potrà solo cimentarsi nel tiro statico o accademico: qualsiasi poligono di tiro impedisce al tiratore di praticare discipline di tiro in movimento se prima non ha frequentato con successo ulteriori corsi (ad esempio il "Bronzo 3000" FITDS o un corso di tiro pratico, che durano in genere due giorni). Se l'autore poi trova "farsesca" la visita di un ufficiale medico, questo dovrà dimostrarlo e non limitarsi ad un infelice epiteto (In compenso durante tale verifica potrebbe occuparsi di chiedere come mai alcune ULSS richiedano una serie di esami e certificati previsti dalla legge solo in caso di necessità a tutti i richiedenti licenza, senza esclusione, con il chiaro scopo di dissuaderli attraverso costi esorbitanti). Parlando poi dell'istruttoria di Polizia che ogni richiedente subisce, questa attesta che il richiedente ha condotta morale irreprensibile e non presenta alcun motivo ostativo al rilascio di una licenza di Pubblica Sicurezza, non semplicemente che "non abbia precedenti penali" o che "provenga da una famiglia per bene".
"Più realisticamente è auspicabile che lo Stato non deleghi ai suoi cittadini in materia di difesa o di ordine pubblico"
La legittima difesa nulla ha a che vedere con l'ordine pubblico o con il lavoro di difesa espletato dalle forze dell'ordine. E' caratterizzata da immediatezza e configura una situazione dove l'azione difensiva non è rimandabile nel tempo né delegabile a terzi, se si vuole proteggere l'incolumità propria o di terzi da un'offesa ingiusta, spesso potenzialmente letale.
La informo inoltre che questa missiva sarà inoltrata ai legali del Comitato Direttiva 477 in modo che possano valutare se vi siano state violazioni del Codice Deontologico per le opportune segnalazioni all'ODG in caso di mancata rettifica.
Con i miei più Cordiali Saluti,
Andrea Favaro
Delegato Firearms United per il Comitato Direttiva 477
Firearms United - Staff Italiano
Gentile Delegato Firearms United per il Comitato Direttiva 477, la ringrazio vivamente per aver portato alla mia attenzione con la sua rettifica un campo dell'informazione che merita decisamente molta più attenzione.
Mi consenta di sottolineare l'inutilità dell'avermi rappresentato che segnalerà il tutto ai relativi legali "in modo che possano valutare se vi siano state violazioni del Codice Deontologico per le opportune segnalazioni all'ODG in caso di mancata rettifica", dal momento che questo quotidiano ha sempre riconosciuto il dovuto spazio ad eventuali richieste di rettifiche.
In quanto anch'io "persona convinta della sacralità delle altrui opinioni e del libero pensiero", da questo momento cominceremo una lunga serie di approfondimenti sul tema. Continueremo fino a che leggi e referendum avranno finalmente eliminato ogni dubbio sulla volontà popolare della stragrande maggioranza degli italiani.
Andrea Cucco
(nella foto un'immagine del sito del Comitato Direttiva 477)