Racconto fantaterroristico: affinché non accada...

(di David Rossi)
24/06/18

Chi non ha sentito parlare di “invasione di migranti”, accostando il fenomeno alle grandi invasioni barbariche che dai Germani agli Ungari sconvolsero l’Europa occidentale tra il IV e il IX secolo? E chi non ha paragonato i flussi incontrollati almeno una volta alle scorrerie dei così detti Saraceni che per un millennio depredarono le imbarcazioni, città costiere e non solo, finché gli Yankee (sempre loro!) alla fine delle Guerre napoleoniche non decisero, facendo sponda sul Mar Ligure, che non era più tollerabile questo genere di “disturbo” ai loro commerci nel Mediterraneo. Ebbene, che la Storia -almeno in teoria - potrebbe ripetersi è un fatto che dovrebbe inquietarci e renderci reattivi, più di quanto non lo faccia la presenza, a cui siamo assuefatti, di centinaia di migliaia di individui più o meno tracciati nel territorio del nostro Paese. Sì, perché è fin troppo facile prevedere i passi che potrebbero svolgere, con una regia nascosta tra le oasi del Sahara, ben finanziata da sceicchi al riparo nei loro palazzi nel Golfo Persico, un gruppo di miliziani addestrati alla guerriglia nei conflitti dell’ex Gran Giamahiria libica, compresi molti giovani tunisini frustrati dal fallimento della rivoluzione del 2011, giordani e palestinesi acciecati dalla corruzione delle leadership del Levante e ex cittadini sovietici alla ricerca del paradiso attraverso una morte da martire... Chi scrive, si permette di srotolare davanti al lettore come la trama di un documentario, un’ipotesi di pura fantasia, perché chi legge capisca che purtroppo questo scenario così estremo è drammaticamente possibile.

  

I proprietari di Bed & Breakfast, gli affittacamere e i titolari di pensioncine di una o due province della Calabria non possono quasi credere ai propri occhi: senza che una struttura sappia dell’altra, una ventina di camere sono state prenotate, attraverso noti portali, per periodi di 4-7 giorni da diversi “turisti”, la maggior parte dei quali dai nomi di impronta araba, ma non senza nomi di matrice cristiana e cognomi chiaramente europei, in un momento di bassa stagione: hanno scelto in periodi diversi, non tutti insieme, e hanno prenotato date differenti, anche se accavallate. Che gli europei siano dei convertiti all’Islam non è certo dato di saperlo sfogliando la carta d’identità. Alcuni hanno chiesto una culla per un bambino, altri si sono presentati come coppie omosessuali. Perché preoccuparsi? L’estensione del territorio, la possibilità che certi affittacamere nemmeno segnalino gli “ospiti” alle autorità di polizia e il fatto che la presenza di nomi occidentali e coppie non eterosessuali rassicuri il solerte “appuntato Caputo”: tutto contribuisce a rendere invisibile la presenza di poche decine di mujaheddin sul territorio italiano. Dopo tutto, molti sono cittadini europei e sono arrivati nel Mezzogiorno senza nemmeno un controllo doganale.

Ipotizziamo che ciò accada in bassa stagione, per esempio a ottobre, nei giorni in cui la Chiesa cattolica festeggia Santa Maria della Vittoria1. È facile immaginare che qualche mente culturalmente più robusta possa davvero progettare qualcosa per un giorno che per lui è di sconfitta e umiliazione, come già è successo nemmeno vent’anni fa a New York2. Il territorio della Calabria non è molto esteso, ma si caratterizza per rilievi prossimi al mare e per una costa che si riempie di turisti durante l’estate ma che d’inverno è molto meno popolata. Ha però buoni porti e porticcioli, con acque profonde. E nella stagione calda si riempie di navi. Non è difficile trovare più di un posticino dove possa pacificamente gettare gli ormeggi un bestione di oltre centocinquanta metri di lunghezza. Poco meno del Vlora, che nell’estate 1991 sbarcò a Bari quasi ventimila albanesi alla ricerca dell’America in Italia.

Ora, sempre con la fantasia, ipotizziamo anche che una nave mercantile battente bandiera di un Paese europeo, formalmente di proprietà di una società di diritto europeo, sia appena attraccata al porto di Tripoli, dove è presa d’assalto da poche migliaia di poveri cristi di ogni colore ed etnia, che ne occupano il ponte e sembrano costringere il comandante a far rotta verso l’Italia. Chi scrive chiede al lettore di immaginarla talmente piena che uno potrebbe non sentire mai uno spillo che cade sul pavimento, ma soprattutto tanto brulicante di esseri umani da non poterci calare a bordo nessuno, da quanto sono strizzati come sardine. Chi legge e chi, nella finzione, assiste deve pensare che comandante debba essere in enormi difficoltà: non comunica con le autorità maltesi e italiane, forse è stato messo fuori gioco dai troppi disperati. La nave può agevolmente sfuggire i soliti porti delle isole per puntare dritta, in apparenza, al primo porto del continente. I giornalisti e le autorità potrebbero pensare, realisticamente, che questa folla di migranti illegali voglia evitare di prendere il traghetto. Puntare dritti su Reggio permetterebbe di far accumulare nella città gran folla di soccorritori e di mezzi, poi molto difficili da spostare agevolmente in un’altra località.

Chi scrive ritiene che, nello scenario che andiamo dipingendo, la nave eviterebbe, possibilmente durante la notte e con una manovra a sorpresa, il porto di Reggio, a cui pure era sembrata diretta per giorni, dribblando Scilla, a cui era previsto arrivasse, per scivolare chissà verso dove in direzione Nord Est. Per andare dove? Vorrà forse spiaggiarsi da qualche parte? O forse punta su Taranto?

In realtà, è facile immaginarla, mentre si caccia, a sorpresa, nel cuore di un piccolo golfo, una località con uno o due campanili e poche centinaia o migliaia di abitanti alle prime luci dell’alba. La macchina organizzativa dei soccorritori, a questo punto, è lontana e confusa: il sindaco, pochi carabinieri, pochi vigili urbani e un pugno di volontari sarebbero i rappresentanti dello Stato. Intanto, nella nostra ipotesi, gli affittacamere nel portare la colazione del mattino trovano gli appartamenti vuoti: i loro ospiti da quasi un’ora sono saliti su alcune automobili e si sono diretti verso la costa. A questo punto decine di occhi furtivi scrutano il centro della cittadina dello sbarco, confusi tra i curiosi del mattino. Sembrano avventori ma appostati a bordo di poche auto o nei bar attorno al porto, senza che nessuno li noti: la popolazione, d’altronde, è troppo sconcertata e incuriosita per l’imminente “invasione”.

Chissà quanti curiosi si sono assiepati ignari del loro destino? Da Reggio si mettono in movimento alcuni pullman e altri mezzi. A chi scrive non è passata di mente la nave, che immaginiamo circondata a debita distanza da imbarcazioni della Marina e della Guardia costiera. Cala l’ancora. Apre i portelloni. La pancia della nave non era stata occupata dai migranti, ma da decine, forse alcune centinaia di guerriglieri, pronti a rispondere al benvenuto delle anime belle a colpi di mitragliatore, stringendo i pochi rappresentanti dello Stato e la piccola folla nella morsa tra quelli appostati nel centro storico, alle spalle del porto, e la massa di mujaheddin usciti dal ventre della nave. Né sarebbe migliore il destino delle centinaia di poveretti, assiepati sul ponte, che si lasciano cadere in mare e vengono falciati dalle raffiche dei proiettili. Potrebbero spuntare persino dei bazooka per prendere a bersaglio i motoscafi di scorta alla nave. Continuiamo a descrivere questo scenario…

Lungo le vie d’accesso, le avanguardie dei soccorritori, ancora ignari del carnaio in corso, diventano bersaglio di pochi terroristi ben addestrati, determinati a usare pullman e camionette per fortificare l’unica strada che collega il comune alla Nazione. Una parete rocciosa verticale farà da scudo… Il governo a Roma riceve le prime comunicazioni: un gruppo di terroristi di numero incerto, ma importante, ha preso il controllo di una parte del territorio del Paese. Perché non di attentato dinamitardo si tratta, ma di una vera e propria invasione dal mare. Non è chiaro quali e quante armi abbiano, ma è facile ipotizzare la disponibilità di un vero e proprio arsenale da guerra, forse anche biologica o chimica. A confronto con quanto dipinto da chi scrive, Beslan sembra per i Russi una passeggiata nel parco. Soprattutto, per la prima volta dal 1945 l’Italia nel nostro scenario è invasa.

È solo una ricostruzione di fantasia, ma può diventare reale se una o più organizzazioni di terroristi impiegano uomini ben addestrati e mezzi acquistati con ingenti risorse economiche. A questo punto, chiediamo al lettore se sia il caso di sottovalutare la minaccia, immaginando gli emissari dello Stato Islamico solo come scellerati con gravi turbe psichiche che cercano di fare attentati con camion rubati e coltellacci da cucina, oppure se convenga bloccare l’autostrada anarchica del Mediterraneo centrale, prima di ricevere... brutte sorprese.

  

1 Il 7 ottobre 1571 la flotta ottomana guidata da Müezzinzade Alì Pascià fu sconfitta dalla Lega Santa comandata da Giovanni d’Austria e composta da Spagnoli, Pontifici, Toscani, Veneziani, Genovesi, Urbinati, Savoiardi e Maltesi.

2 Quanti hanno notato che l’11 settembre è anche la data della sconfitta dei Turchi a Vienna, sotto la guida di Giovanni III Sobieski e Eugenio di Savoia?

(foto: EUNAVFOR)