Medical Intelligence nel mondo multipolare

21/01/25

Nel 2007 usciva il libro “Geopolitica del caos” di Carlo Jean, generale dell’Esercito Italiano e stimato geopolitico, che raccoglieva una serie di interventi da lui tenuti in vari consessi tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Ad occuparsi di caos nelle relazioni internazionali non era ovviamente il primo; il tema della complessità, dell’influenza delle variabili nei rapporti umani, del funzionamento delle reti complesse era già stato affrontato con molteplici sfaccettature in campi quali la sociologia, l’economia, l’antropologia, le scienze politiche. Eppure quel libro di Jean, visto con gli occhi di oggi, rappresenta qualcosa di diverso dalla semplice analisi del caos nelle relazioni internazionali. Era in realtà più una presa di coscienza, un momento di cesura tra il mondo prima (bipolare) e quello che sarebbe iniziato subito dopo (multipolare), uno stato d’animo del mondo occidentale nei confronti di quello a lui esterno.

Dopo la fine della guerra fredda e il crollo dell’Unione Sovietica, si era presto fatta avanti la convinzione che, venendo meno il “competitor paritetico”, cioè l’URSS, la missione storica e idealista degli Stati Uniti sarebbe stata quella di esportare la democrazia e favorire il libero mercato, condizioni che avrebbero reso il mondo sempre meno conflittuale e sempre più proiettato verso la fine della storia. Ma agli inizi degli anni 2000, mentre Jean scriveva, il mondo non andava affatto nella direzione auspicata dai “neocon” americani, e non solo per il proliferarsi dei conflitti nel mondo. Piuttosto vi fu per la prima volta la consapevolezza che il modello occidentale non era affatto accettato in molte parti del mondo e, come ha osservato giustamente Dario Fabbri nella sua “Geopolitica Umana”, non perché ci fosse un cattivone di turno autocrate che impediva il diffondersi della democrazia, o perché certe società erano così immature da non capire la profondità del pensiero occidentale, ma semplicemente perché il modello occidentale non è, per storia, tradizione, cultura, il modello di riferimento di altri popoli. E quindi, non è detto che funzioni e che porti a un mondo migliore. È qui che sta lo sgomento occidentale, che vede nell’avanzare dell’egemonia di altri Stati, avversi all’occidente, una minaccia alla propria esistenza. Ed è qui che sta il senso del caos individuato da Jean: oggi sappiamo che non era confusione e complessità, o meglio non solo quello, ma era l’amarezza della sconfitta dell’idealismo per il ripresentarsi nel mondo geopolitico del pragmatico realismo.

Oggi una analisi geopolitica soddisfacente deve per forza andare a riguardarsi quello che fu il realismo dei classici (Mahan, Mackinder, Spykman) ma anche il neorealismo di Mearsheimer, che spiegherebbe in modo chiaro e, forse, altrettanto drammatico, la direzione cui tendono le azioni politiche di Russia, Cina, USA, Europa. Il caos percepito diviene quindi consapevolezza che il disegno di grandi potenze avverse all’occidente è tutt’altro che caotico, ma motivato da logiche che appartengono al contempo sia alla potenza che alla intima consapevolezza del loro ruolo assegnato dalla storia.

L’“isola-mondo” costituita dal continente euroasiatico, il cosiddetto “Heartland”, rimane il luogo il cui controllo consente di dominare il mondo, e i suoi bordi, dall’Europa al medio oriente, all’India e al Pacifico, il cosiddetto “Rimland”, costituisce elemento essenziale dell’Heartland.

Oggi le potenze dell’Heartland, Russia e Cina, rincorrono il controllo del Rimland per sconfiggere l’occidente, l’una guardando a ovest e sognando di ripristinare la cortina di ferro, o forse anche più in là, l’altra guardando sia verso est (Formosa e isole del mar cinese meridionale), sia verso ovest (vie della seta – Belt and Road Initiative). Gli USA possono contrastare questa rincorsa solo mantenendo il controllo sia del pacifico sia dell’Atlantico, e quindi dell’Europa, compito oneroso che ha imposto loro ultimamente di spingere la stessa Europa ad assumersi più responsabilità nell’assicurare il controllo di quella parte del Rimland per conto degli Stati Uniti.

La competizione sarà dura, onerosa e in tutti i campi, a cui l’Europa e noi Italiani non sarà consentito di sottrarci. La necessità di azioni difensive, protettive e di deterrenza saranno vitali per la tutela dell’economia, la tenuta sociale, i livelli di occupazione, la tutela dei settori industriali, l’integrità delle istituzioni politiche e dei valori democratici, la salvaguardia del territorio, del patrimonio artistico, la corretta informazione; dobbiamo altresì aggiungere la salvaguardia del benessere fisico, la salute, la sicurezza sanitaria, che possono essere compresse da minacce esterne, dirette e indirette, non convenzionali, transnazionali ed asimmetriche come le CBRN in cui ricadono le minacce chimiche, biologiche, radioattive, nucleari, inferte sia da attori tangibili, statali e non statali, che da attori non tangibili, con risvolti apocalittici per economia e salute che rappresentano pericoli pari per dignità a fenomeni globali come una guerra mondiale.

In ambito NATO, le minacce biologiche da tempo sono state classificate a seconda dell’origine per insorgenza naturale di agenti sconosciuti o riemergenti, rilascio accidentale ed infine rilascio intenzionale per scelta politica, sabotaggio o furto, in contesti di guerra biologica, bioterrorismo, biocrimininalità.

Lo sviluppo della tecnologia digitale nell’ambito medico/sanitario, sottopone il sistema di raccolta dei dati a una maggiore consapevolezza dei rischi nel trattamento delle informazioni che possono avere implicazioni per la sicurezza nazionale, richiedendo pertanto un elevato sistema di difesa delle informazioni strategiche, ma anche un ruolo più pro-attivo, di acquisizione di dati sensibili in questo settore.

L’elaborazione di modelli interpretativi, la sottrazione di informazioni sensibili, la modifica di dati sanitari, la manipolazione di apparecchi sanitari e diagnostici, la manipolazione di referti, l’interferenza durante operazioni mediche computerizzate e a distanza, sono minacce e procurano allarmismi a cui il sistema di sicurezza nazionale deve far fronte a livello sistemico: sicurezza, attiva e passiva, ricerca, consapevolezza, cultura e organicità delle catene responsabili della sicurezza e della tutela degli interessi nazionali.

Un sistema paese consapevole degli effetti che un’emergenza sanitaria può generare, deve necessariamente sviluppare una “Medical Intelligence” (MEDINT) che inquadra i rischi pandemici nell’ambito della sicurezza nazionale per ampliare le fonti di conoscenza degli apparati di sicurezza massimizzando informazioni e allarmi in tempi rapidi, con un vantaggio tattico nella penetrazioni in ambienti compromessi, potendo agire in anticipo con azioni libere da vincoli e da protocolli, analizzando informazioni basate su indicatori atipici relativi al rischio-Paese, programmando il monitoraggio sotto copertura delle capacità tecno-scientifiche esterne al Paese, con l’ingaggio di fonti umane nel mondo scientifico e accademico di paesi esteri utili a generare salti tecnologici e incrementi informativi strategici.

La MEDINT, dunque, contribuisce alla difesa del perimetro di sicurezza biologico-sanitario del Paese, attraverso la raccolta, la custodia, l’analisi, l’uso e la sicurezza dei dati sanitari per la tutela e la salvaguardia dell’integrità della nazione attraverso i servizi di Intelligence, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di delitti o di azioni da cui possono derivare pericoli per i cittadini e per lo Stato, il monitoraggio, la valutazione, la gestione e la comunicazione dei rischi di natura bio-scientifica, bio-medica, epidemiologica, ambientale, relativi alla salute umana o veterinaria.

La MEDINT è strumento della Medical Policy di un governo che ovviamente demanda la sua azione tecnica ad organismi specifici come ISS (schema di protezione nazionale), Università (ricerca), Agenzie del farmaco (autorizzazione dopo verifica studi di prodotti per la salute), produzione Industriale (vaccini e farmaci), mentre l’attività d’investigation o d’indagine vera e propria è demandata agli organi di sicurezza e alle Forze armate/Polizia con compiti internazionali: AISI, AISE, DIS, ROS, Specifici settori delle Forze Armate delle 4 Armi e relativi Centri Studi.

Essa diventa utile e necessaria per fornire indicazioni rapide e attendibili ai decisori pubblici, sull’insorgenza, l’espansione e il contagio di virus conosciuti, sotto controllo, ma anche di quelli endemici e potenzialmente capaci di fuoriuscire dal loro ambiente, malattie di natura naturale o artificiale, che possano mettere a rischio la tenuta del sistema di difesa in caso di propagazione nel territorio.

Strumenti e finalità della MEDINT sono fornire informazioni strategiche, quali le necessità sanitarie e i rischi di un territorio; le tecnologie di impiego, la dotazione di risorse umane formate, i medicinali; la sperimentazione e la relativa logistica; l’analisi predittiva di uno scenario di epidemia, le azioni preventive da intraprendere, le azioni coordinate nelle diverse fasi del contagio, come connettere le catene di comando, i presidi ospedalieri e quelli di primo accesso, sia in territorio nazionale che in territorio estero, il coordinamento di civili e militari all’interno e all’esterno della nazione, come raccogliere i dati sensibili e come custodirli. Ma anche quali effetti possono scaturire nel medio e lungo periodo sull’assetto politico, economico, sociale, militare per il paese colpito da un focolaio epidemico conosciuto o potenzialmente sconosciuto.

Occorre quindi sviluppare e ampliare la coscienza MEDINT non solo nel settore sanitario ma nel sistema paese, iniziando fin da subito una formazione seguendo un approccio innovativo che va oltre l’utile taglio psico-pedagogico e storico politico, aggiungendo l’aspetto propositivo e operativo nell’ambito delle discipline di analisi di un settore strategico emergente e preoccupante: l’informazione o investigation medica e epidemiologica, con una specifica capacità di analisi delle criticità e di divulgazione di potenziali scenari che vedono necessariamente coinvolte figure specifiche a beneficio della sicurezza nazionale e di esperti in guerra CBNR per lo più Batteriologica/Virologica, ricercatori di settore e tecnici addetti a tale difesa, economisti e programmatori della difesa, operatori del settore medico, analisti civili e militari in settori strategici in grado di valutare tali nuovi pericoli che potrebbero essere strumenti potentissimi sia d’offesa che di difesa.

C’è bisogno, quindi, di creare una struttura, indipendente o funzionalmente inserita nell’ambito di un Ministero, composta da particolari figure qualificate in ambito sanitario e di analisi securitaria, figure specializzate in epidemic intelligence, agenti con specifiche competenze tecniche, mediche, biologiche, farmacologiche, economiche, adoperati come soggetti d’indagine in campo nazionale e anche in altri luoghi del globo, al fine d’anticipare e capire situazioni di minaccia. Figure specializzate capaci di analizzare notizie sospette e pericolose, promuovendo una capace contromisura grazie a conoscenze anticipate dei rischi e dei pericoli insiti a tali minacce.

Quanto siano necessari passi in tal senso, ce lo ricordano gli eventi pandemici degli ultimi tempi e le ingerenze straniere nei confronti dell’Italia per sfruttare vulnerabilità in situazioni di crisi. Del resto Mackinder diceva: "Chi controlla l'Heartland, controlla il mondo. Ma chi non si difende in tutti i campi, rischia di perdere anche il proprio Heartland."

dottor Roberto Bevacqua

gen. d. (aus) Manlio Scopigno