Il caso Skripal: più che Agatha Christie sembra la “Pantera Rosa”

(di Giorgio Bianchi)
08/09/18

Per assicurarsi una buona riuscita, il bluff dev'essere condotto fino in fondo, fino all'esasperazione. Non c'è compromesso. Non si può bluffare fino a metà e poi dire la verità. Bisogna essere pronti ad esporsi al peggior rischio possibile: il rischio di apparire ridicoli”.

Lo dice Titta di Girolamo nel celebre film di paolo Sorrentino “Le conseguenze dell’amore” e Theresa May sembra averlo preso alla lettera.

Al primo ministro inglese pare non sia bastata l’infilata di figure di palta collezionata giusto pochi mesi fa; pur avendo due scartine in mano anziché ritirarsi mestamente dal tavolo da gioco ha deciso di continuare la partita facendo “all in”.

Cerchiamo di fare un minimo di ordine in questa strampalata vicenda cercando di individuare alcuni punti fermi.
Innanzitutto la tempistica. La vicenda ha inizio il 4 marzo quando l’ex agente del Kgb Sergej Skripal viene ritrovato incosciente insieme alla figlia Yulia su una panchina di Salisbury, nel Sud dell'Inghilterra. I due vengono ricoverati in ospedale con sintomi da avvelenamento. Sono in tutto 21 le persone con malori per l'intossicazione e tra queste c'è anche l’agente intervenuto per primo sulla scena.

Fin dal principio la May accusa Mosca per l’accaduto essendo Skripal stato condannato nel 2006 a 13 anni di carcere in Russia per aver consegnato i nominativi di agenti russi al servizio segreto britannico. Nel 2010 era stato tra i quattro prigionieri rilasciati da Mosca in cambio della liberazione di dieci spie russe arrestate dall'Fbi.

La prima ipotesi è che il Novichock usato per l’attentato sia stato nascosto nella valigia della donna in Russia e trasportato inconsapevolmente a Salisbury probabilmente nascosto in un regalo, un profumo o un vestito, che Yulia ha portato al padre in occasione dell'anniversario della morte della moglie della spia.

Il 14 marzo, a meno di due settimane dall’evento, con le indagini ancora in corso, il governo britannico espelle 23 diplomatici russi; la giustificazione addotta dalla May per lo strappo diplomatico è che Mosca ha risposto con "disprezzo" e "sarcasmo" all’ultimatum britannico sul caso Skripal e la sola spiegazione è "che lo Stato russo è colpevole". Già questo basterebbe per definire il livello di pregiudizio sulla vicenda.

Gli Stati uniti e 14 paesi della Ue decidono a questo punto anche loro di espellere decine di diplomatici di Mosca (alla fine saranno più di 100) come risposta a quello che viene considerato un atto di aggressione. Donald Trump, oltre all’espulsione di 60 diplomatici russi ha disposto la chiusura del consolato russo di Seattle. La Polonia, la Francia e la Germania ne allontaneranno 4 ciascuno, l’Italia due (noi come sempre riusciamo a scontentare tutti, gli alleati angloamericani per la risposta morbida e i russi per aver comunque preso posizione contro di loro. La nostra pavidità in politica estera è seconda solo alla nostra inettitudine).

Ad inizio luglio, a quasi tre mesi di distanza dal caso Skripal e nel bel mezzo dei Mondiali di calcio in Russia, Dawn Sturgess e Charlie Rowley vengono ricoverati con sintomi di avvelenamento. Secondo le autorità britanniche si tratterebbe del medesimo agente nervino degli Skripal (che per inciso risulta essere cento volte più potente del Sarin). Secondo Scotland Yard infatti l’avvelenamento sarebbe avvenuto proprio a Salisbury, visitata dalla coppia il giorno prima della manifestazione della patologia (i due risiedono ad Amesbury a 12 km di distanza da Salisbury).

In quel momento, come ho poc’anzi ricordato, i Mondiali di calcio in Russia entravano nel vivo della competizione, ma soprattutto fervevano i preparativi del vertice Trump-Putin.

Quando si verificano queste strabilianti concomitanze temporali mi viene sempre in mente la frase che Cormac McCarthy fa recitare ad un personaggio di “The counselor”:

"I miei capi non credono alle coincidenze. Ne hanno sentito parlare ma non ne hanno mai vista una".

Sempre a proposito di coincidenze Salisbury, dove sono stati avvelenati gli Skripal, si trova a soli otto chilometri da Porton Down.

Porton Down ospita uno dei più segreti e controversi laboratori del Regno Unito, il Defence Science and Technology Laboratory (DSTL), mentre a soli “6 chilometri a Nord Est di Salisbury“, è situato il Defense CBRN Center, specializzato nella guerra chimica, biologica, radiologica e nucleare.

Si tratta della “più antica installazione di ricerca sulla guerra chimica nel mondo”, annota il Guardian in un articolo del 2004, che definisce tale centro “uno dei più infami stabilimenti scientifici della Gran Bretagna”.

Secondo l’inchiesta della testata britannica in quel luogo per anni il governo britannico avrebbe per anni testato il Sarin su cavie umane.

Il Novichok come il Sarin è appunto un agente nervino.

Coincidenze.

Sempre per coincidenza proprio nei giorni dell’avvelenamento degli Skripal, in Gran Bretagna si è tenuta l’esercitazione “Toxic Dagger, la più grande del suo genere nel Regno Unito”, mirata a contrastare attacchi chimici da gas nervino. Una notizia uscita sottotraccia, ma sulla quale a questo punto vale la pena fare qualche considerazione.

Il sito ufficiale della Royal Navy in una nota datata 6 marzo 2018 (Skripal è stato avvelenato il 4 marzo, attenzione alle date) riporta alcuni particolari dell’esercitazione1:

I Royal Marines hanno indossato maschere antigas per tre settimane per testare le capacità di combattimento della Gran Bretagna in caso di un attacco chimico – o, peggio – nucleare. Le truppe del 40° Commando hanno operato in collaborazione con i principali esperti del paese in materia di guerra chimica, biologica, radiologica e nucleare per verificare se potessero far fronte allo scenario peggiore”. Coinvolti, ovviamente, sia la DSTL che il CBRN.

“Il climax”, si legge ancora nella nota, “è un’esercitazione su vasta scala che coinvolge scienziati governativi e del settore e oltre 300 militari; il trattamento delle vittime è stato una parte fondamentale dell’esercitazione di Salisbury Plain“.

In un articolo del Daily Mail2 si legge un altro dettaglio: “L’esercitazione a Salisbury Plain è culminata in un attacco dei berretti verdi su un deposito simulato per il Sarin, il presunto agente nervino forse usato dalle forze siriane all’inizio di questo mese” (un colpetto alla Siria non guasta mai; l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche – OPCW in inglese, ha poi dimostrato che non vi è stato alcun attacco chimico: “L’analisi dei campioni prelevati durante le ispezioni non hanno indicato la presenza di sostanze chimiche schedulate nei campioni e il Team d’ispezione non ha osservato alcuna attività incompatibile con gli obblighi derivanti dalla Convenzione".

Coincidenze a parte (seppur di notevole entità), credo che neanche il più scalcagnato servizio segreto del mondo avrebbe mai pensato di compiere un avvelenamento con un agente chimico nervino di propria fabbricazione proprio nei giorni in cui le persone più competenti in materia e le più sofisticate tecnologie del settore erano allertate e operative. E esattamente nella zona della Gran Bretagna interessata alla più grande esercitazione contro quel particolare tipo di attacco.

Interpellato sul caso Skripal, Gary Aitkenhead, direttore del Defense CBRN Center, che ha condotto le indagini per conto del governo britannico, ha affermato di aver accertato la natura dell’agente chimico, ma di non sapere nulla della sua provenienza.

Lo stesso Mirzayanov, il chimico russo ideatore della formula, ha pubblicato un libro nel quale espone più nel dettaglio le sue ricerche e le sue scoperte.

Se è tutto pubblico, qualsiasi laboratorio attrezzato potrebbe riprodurre quanto scoperto da Mirzayanov.

Illogicità a parte, non si capisce dunque l’origine dell’equazione Novichok uguale Russia, punto fondante dell’attuale querelle.

Proprio in tal senso il governo israeliano ha chiesto ai suoi servizi segreti se risultasse un coinvolgimento di Mosca nella vicenda.

Questa la risposta: sebbene il Novichok (il gas nervino usato contro gli Skripal) “fosse originariamente prodotto nella Russia sovietica, oggi almeno 20 governi stanno fabbricando e accumulando tale agente chimico”3.

Nonostante tutta questa montagna di evidenze il governo della May ha comunque deciso di tirare dritto e continua a sfornare nuove ricostruzioni dell’accaduto, che di volta in volta finiscono a cozzare con le precedenti.

La prima ipotesi è stata che il veleno fosse stato celato nella valigia di Yulia.

Successivamente si è detto che per avvelenare Sergej e la figlia, il killer avrebbe cosparso di Novichok l’uscio della casa dell’ex spia.

Ma com’è possibile che per attentare alla vita di un uomo si cosparga di polvere ultra-fine una maniglia con il rischio che la polvere possa essere dilavata dalla pioggia (fenomeno notoriamente frequente in UK) o spazzata dal vento? Possibile che un servizio segreto tanto sofisticato utilizzi per un’operazione criminale così delicata un sistema tanto approssimativo e a rischio di errore?

A luglio, viene rilasciata una nuova versione: il Novichok sarebbe stato spruzzato con uno spray direttamente sulla panchina; a cospargerla sarebbero stati sei russi (il famoso assassinio di gruppo come sull’Orient Express); a conferma di ciò ci sarebbero le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso installate nei pressi della panchina.

Peccato che nessuno abbia avuto modo di visionare il filmato gelosamente custodito da Scotland Yard.

Ultima uscita in ordine di tempo è quella dei due fotogrammi simultanei che ritrarrebbero i presunti assassini all’aeroporto di Gatwick (da sei attentatori siamo tornati ad un più congruo duo).

Scotland Yard avrebbe rilasciato due fotogrammi estratti dalle videocamere di sorveglianza dell’aeroporto che ritrarrebbero le due presunte spie passare nel medesimo punto nel medesimo istante (Il time code coincide al secondo).

Probabilmente il celeberrimo Clouseau avrebbe saputo fare di meglio, ma si sa lui lavora per la Sûreté.

Va inoltre detto che alle autorità russe è stato negato di partecipare alle indagini e impedito qualsiasi contatto con le vittime del presunto attentato (Yulia è una cittadina russa a tutti gli effetti).

A questo punto mi fermo anche se in questa vicenda la lista delle incongruenze sarebbe lunga a sufficienza da farne una sitcom televisiva.

Gli unici punti fermi alla fine sembrano essere che il Novichok non è così letale visto che sia Julia che Sergej se la sono cavata benone e che in Occidente possiamo dormire sonni tranquilli visto che il temibile FSB non riesce neanche ad uccidere una spia in pensione da 12 anni.

  

https://www.royalnavy.mod.uk/news-and-latest-activity/news/2018/march/06...

http://www.dailymail.co.uk/news/article-4436106/Elite-commandos-train-st...

https://www.debka.com/israel-opts-out-of-us-eu-anti-russian-expulsions-i...

(foto: web / MoD UK)