I diversi modi di affrontare l’immigrazione

(di LA)
28/12/22

Qualche giorno fa l’Alta Corte del Regno Unito ha concluso che il piano ideato dal governo per il trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda è lecito. La decisione ha fatto molto discutere ed ha scatenato molto critiche da parte di parlamentari anglosassoni, ong e ONU ma pare che il progetto continuerà.

Nell’Unione Europea la questione è molto dibattuta e non sembra avere fin’ora trovato una soluzione condivisa da tutti i Paesi membri.

In Italia, il neo ministro dell’interno ha dichiarato che il governo sta lavorando su una “traccia normativa per rendere più efficace la non rassegnazione che l’Italia sia l’unico punto di sbarco: ci sarà un quadro di regole sulle ong come navi private, che ora sono senza regole e ci impongono le loro azioni”.

Fonti di informazione riferiscono che sta per essere redatto un nuovo codice di condotta per le ong. Queste dovranno subito richiedere un porto di sbarco e verrà loro imposto di farsi carico delle richieste dei soccorsi circa l’eventuale domanda di protezione internazionale dei migranti così da poter consentire la ridistribuzione nei diversi Stati, a seconda del Paese di bandiera della nave che li ha soccorsi.

La non piena condivisione delle politiche comunitarie sfociano in stucchevoli ed improvvidi bracci di ferro tra di essi. L’ultimo quello tra Italia e Francia in cui un vincitore certo non appare.

A seguito del divieto di attracco in uno dei suoi porti imposto dall’Italia, qual è stato il destino dei 234 migranti della Ocean Viking? Dopo lo sbarco nella zona sicura di Giens e dopo essere stati interrogati, dei 189 adulti solo in 66 sono stati ritenuti in regola per richiedere asilo. 26 dei 44 minorenni alloggiati in un centro di accoglienza dedicato sono invece fuggiti.

Un noto avvocato1 ritiene che il neo costituito esecutivo si pone in contrasto con il diritto internazionale, con i regolamenti europei e con la giurisprudenza italiana. Sostiene che “secondo le fonti internazionali, da interpretare alla luce della pronuncia della Cassazione sul caso Rackete, e poi della successiva sentenza della stessa Corte sul caso Vos Thalassa, la Libia e la Tunisia, ma anche Malta, non sono in grado di garantire tempestivamente place of safety.” Aggiungendo che secondo la Cassazione l’obbligo di prestare soccorso “non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare” e comporta l’obbligo di “sbarcarli in un luogo sicuro”.

Più volte e da più parti viene spesso affermato che la questione migranti può e deve essere affrontata anche al di fuori dei confini statali. Sia a livello nazionale che europeo diverse sono gli interventi nelle zone critiche, in particolare dell’Africa, posti in essere al fine di formare un argine alla cosidètta rotta del Mediterraneo centrale. Il Niger rappresenta lo stato chiave per questo scopo. L’UE dal 2014 finanzia progetti per rafforzare la stabilità e combattere le cause che sono alla radice dell’emigrazione L’Italia ha avuto ed ha ancora un ruolo primario, oltre che con interventi economici e diplomatici siamo attivi in quel Paese con l’operazione MISIN2 (foto) che risulta essere molto importante perché la zona è nevralgica ed è cruciale anche per il nostro interesse nazionale”3.

Il 16 novembre Ungheria, Serbia ed Austria hanno sottoscritto un’intesa con cui si impegnano a fortificare la collaborazione nel contrasto all’immigrazione clandestina che si sviluppa in particolar modo lungo la rotta balcanica. Il cancellerie austriaco Karl Nehammer ha dichiarato che “il sistema d’asilo dell’Ue è fallito. Le persone che arrivano per motivi economici dovrebbero essere trattate in modo diverso da quelle che cercano protezione” e ha aggiunto il patto è “una partnership contro il traffico di esseri umani”. Il serbo Vučić ha rivelato che entro la fine dell’anno sarà implementato il contingente che presidia il confine meridionale tra Serbia e Macedonia del Nord. Orbán ha affermato che l’immigrazione “va prevenuta, non gestita” e che cooperare con la Serbia è “fondamentale per una questione di sopravvivenza”.

In questi giorni si è riacceso il dibattito circa l’immigrazione illegale anche negli USA. I governatori degli stati del sud manifestano ostilità contro la politica migratoria dell’amministrazione Biden e, nel tipico stile americano, diversi migranti trasportati con tre autobus, sono stati lasciati, fuori l’abitazione della vicepresidente Kamala Harris, in segno di protesta. Già in passato il governatore del Texas, Greg Abbott, aveva inviato altri due pullman carichi di migranti, così come avevano fatto prima di lui i repubblicani Doug Ducey e Ron De Santis governatore della Florida.

Siamo tutti concentrati sugli sbarchi sulle nostre coste senza tenere in considerazione che nel giro di poche settimane dall’Ucraina milioni di persone hanno trovato asilo nei paesi europei e nulla lascia pensare che non continuino ancora.

1 Fulvio Vassallo Paleologo

2 Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger

3 presidente della Repubblica Italiana in collegamento con i militari impegnati nelle missioni internazionali

Foto: ministero della difesa