Quesiti a Difesa Online sul volo Air France intercettato dai nostri Eurofighter il 22 marzo

27/03/18

Sono da poco cessati il chiasso della stampa e quello dei nostri Typhoon relativi al traffico aereo in oggetto.

Ho cercato di comprendere l'avvenimento ed il resoconto dela stampa mi è sembrato un tentativo malriuscito di raccontare barzellette al popolo italiano!

Il volo in oggetto è entrato nel cielo italiano in Puglia ed è uscito dal nostro spazio aereo in corrispondenza della Valle d'Aosta. Sul cielo della Valle d'Aosta (v. tracciato su FlightRadar24), ha effettuato una specie di loop prima di uscire dallo spazio aereo italiano.

I caccia militari sono partiti dalla base di Istriana (Treviso) e per raggiungere l'aereo hanno dovuto superare la barriera del suono con grandi boati sulla lombardia.

Non conoscendo la precisa tempistica dei fatti vi chiedo:

1) possibile che lungo tutto il nostro amato stivale la base per lo scramble più "vicina" al percorso dell'aereo di linea fosse Istrana? Per "caso" non c'erano disponibili altri aerei per ìl controllo in Puglia oppure in altre basi?

2) l'aereo dell'Air France ha impiegato parecchio tempo ad attraversare verticalmente la penisola (50'?): ma lo "scramble" non deve impiegare normalmente pochi minuti ed il raggiungimento del velivolo incriminato deve essere rapidissimo?

3) come mai l'aereo Air France ha "dovuto" effettuare il loop di "controllo" sulla valle d'aosta e non sulla pianura padana?

4) come mai l'aereo Air France non ha impiegato il canale radio di emergenza?

È possibile da parte vostra una spiegazione completa, al di fuori dei canali "ufficiali", dell'avvenuto incidente?

Cordiali saluti

S.B.

 

Gentile lettore, premesso che “una spiegazione completa al di fuori dei canali ufficiali” (come dice Lei) sarebbe una dimostrazione di sfiducia verso chi garantisce la difesa dello spazio aereo nazionale e ce ne rende conto, una spiegazione di tale tipo non sarebbe nemmeno possibile per una lunga serie di motivi.

Il mondo dell’informazione è oggi fatto quasi essenzialmente di “tuttologi” ed “opinionisti” che hanno la lingua o la matita certamente più veloce della normale attività cerebrale preliminare necessaria per farlo, ma un professionista in questi casi non andrà mai oltre ai canali ufficiali.

In primo luogo, perché non dispone né dei tracciati radar della Difesa (FlightRadar24 o altri, con rispetto parlando, sono inadeguati alla Sua richiesta), né delle trascrizioni radio Terra-Bordo-Terra, né di voice recorder del volo AirFrance intercettato, né di altre prove documentali di livello adeguato ad analizzare con la dovuta serietà un evento di intervento della Difesa Aerea.

In secondo luogo, non sarebbe nemmeno corretto interessarsi a chiederli perché sarebbe una dimostrazione di sfiducia verso gli enti preposti.

In fine, nella specificità dell’evento lombardo che ha riempito i giornali (mi riferisco all’intercettazione di un’attività aerea non-standard) è a nostro avviso da considerarsi come evento di assoluta routine. Questa volta ha scatenato un polverone mediatico unicamente perché non è avvenuta in modo silente (sotto ogni punto di vista), ma non è affatto un evento straordinario.

Detto questo (che non piacerà né a Lei né a molti altri lettori), cerchiamo di dare qualche risposta alle Sue domande.

In primo luogo con “scramble” si intende il più rapido livello di prontezza operativa, che prevede il decollo di intercettori. Questa, a sua volta, per quanto veloce nel suo processo di delibera è solo l’ultima fase di una attività di indagine che incomincia con adeguato anticipo sulla base della costante osservazione dello spazio aereo di competenza.

In merito alle perplessità che Lei solleva in merito all’efficacia del disporre di un numero esiguo di basi di intercettori, va ricordato che l’evoluzione del mezzo aereo militare moderno (che ha nell’Eurofighter un eminente rappresentante) rapportato al contesto geopolitico attuale del bacino mediterraneo e Paesi limitrofi, permette di garantire la piena efficacia dell’intervento nel modo più efficiente ed economico per il contribuente. L’evento dell’altro giorno lo ha dimostrato. La capacità di volare a velocità supersoniche permette infatti di gestire settori di competenza molto vasti riducendo la necessità di avere basi di prontezza operativa costosissime disseminate in tutto “il nostro amato stivale”. In pratica si beneficia “in orizzontale” della grande velocità disponibile, a differenza di un tempo quando era maggiormente richiesta una “alta velocità in verticale”. Se preferisce, si può sintetizzare che i tempi della “caccia al MiG intruso” con basi di intercettori ovunque sul territorio nazionale sono finiti da 40 anni, e ci siamo (purtroppo) disabituati ai “bang” supersonici!

In quanto al perché il volo civile intercettato non abbia fatto uso di codici trasponder specifici, ci dispiace non poter essere di aiuto, ma bisognerebbe esser stati in cabina di pilotaggio di quel volo Air France per poterLe dare la risposta richiesta. I motivi possono essere riconducibili ad una temporanea avaria agli impianti radio o strumentali, così come ad un difficile momento di gestione dei passeggeri o altro ancora. Semplicemente: non sappiamo!

A nostro avviso è credibile quanto letto altrove in merito ed è supportato dal fatto che a quanto è dato sapere: il volo è proseguito lungo la sua rotta, gli intercettori sono rientrati. Il tutto in piena sicurezza per i passeggeri Air France e della popolazione civile sottostante, senza ulteriori “strascichi”.

In merito al “loop” eseguito dal velivolo civile, ci risulta che fra le procedure aeronautiche civili esistano dei circuiti specifici da eseguire per notificare in caso di avaria radio la propria condizione di difficoltà, a chi da terra segue il tracciato radar del velivolo, per richiedere un intervento. Il “route manual” di bordo indica per ogni specifica nazione le modalità da eseguire e l’intervento degli intercettori di prontezza operativa può anche essere proprio l’unica risposta per accertare la situazione in essere ed apportare l’intervento più adeguato alla situazione.

Essere dei professionisti, nel mondo dell’informazione militare, vuol dire sapere circoscrivere la curiosità fidandoci di quanto è dato sapere da chi ci difende, indipendentemente dal fatto che questi lo faccia su terra, cielo e mare.

Abbiate fiducia, siamo in buone mani!

Andrea Troncone

(immagini: Aeronautica Militare / FlightRadar24)