Nuovo stipendio per i militari con l’assegno per l’abitazione

(di Femaz)
17/01/17

Uno dei problemi principali per il personale del Pubblico Impiego è la retribuzione mensile, tendenzialmente inferiore a quella degli altri settori e frequentemente vittima del blocco contrattuale da parte dei vari Governi che si sono succediti, per esigenze di finanza pubblica. La Corte Costituzionale ha condannato il citato blocco contrattuale, tant’è che il Governo Renzi e Gentiloni ora sono stati costretti a prevedere lo sblocco dei contratti, fermi al 2010.

La vicenda degli stipendi bassi e non in linea con quelli europei, dei blocchi dei contratti, dei mancati riordini delle carriere per i militari e quant’altro hanno favorito, nelle varie amministrazioni, l’aumento del contenzioso e l’immobilismo funzionale delle stesse.

Per il personale civile della PA è quasi impossibile avviare procedimenti di trasferimento per esigenze funzionali, in uffici dove si registrano gravi carenze organiche; ciò, a danno dei cittadini che non ricevono i necessari servizi per i quali pagano le tasse.

Per quanto riguarda il personale militare, invece, il trasferimento, “l’ordine di impiego”, diventa esecutivo e non sindacabile perché il militare deve eseguire l’ordine di impiego.

Il trasferimento avviene nella base militare dove vi è carenza organica, per soddisfare precipue esigenze si servizio. Si crea però, così, una sperequazione per le famiglie dei militari perché il tenore di vita e la sistemazione alloggiativa a Milano, Roma, Bologna è sicuramente diversa da quella di altre città più piccole e lontane dai grossi agglomerati urbani.

Il personale militare, con al seguito le famiglie, così come è la situazione attuale, vive questa contraddizione. Al Sud può avere una vita dignitosa anche con un solo stipendio, al Centro e al Nord, invece è costretto a vivere più modestamente e con ripercussioni per l’intero nucleo famigliare. Non a caso gran parte dei militari sono costretti a lasciare le famiglie nei luoghi di origine aumentando il fenomeno del pendolarismo e non ultimo quello più doloroso dei divorzi. Nel mondo militare, difatti, si registra un sensibile aumento del numero dei divorzi, superiore alla media nazionale.

Negli Stati Uniti, invece, hanno risolto tale problema, noto già circa trenta anni fa, con il Basic Allowance for Housing.

Hanno studiato un metodo per determinare lo stipendio mensile, in funzione del luogo di impiego. In concreto, lo stipendio di un militare che lavora a Washington DC è superiore a quello di un collega che lavora in Arizona, TX. Secondo un algoritmo, studiato dalla Difesa, lo stipendio viene incrementato con un assegno per l’abitazione, determinato in base ai prezzi di mercato degli alloggi del luogo di riferimento.

I militari americani hanno due possibilità: essere ospitati negli alloggi militari gratuitamente, oppure usufruire di un assegno per l’abitazione, secondo il luogo di lavoro. Per non parlare degli asili nidi, previsti in tutti i sedimi militari.

L’idea è sicuramente onerosa per la finanza pubblica, tuttavia se applicata a tutti i comparti e non solo alla Difesa, si darebbe una svolta epocale all’impiego del personale dell’Amministrazione e si  garantirebbero maggiori servizi ai cittadini. Non ci sarebbero, così, obiezioni ad un trasferimento da un luogo ad un altro, a parità di condizioni di vita. Si prenda ad esempio le difficoltà del Governo ai trasferimenti “d’autorità” degli insegnanti dal sud al nord.

È una idea “sociale” che darebbe maggiore dignità al lavoratore e maggiore fluidità all’impiego del personale all’interno della Pubblica Amministrazione, ma soprattutto maggiori servizi ai cittadini e ulteriori risorse all’indotto locale interessato.

Non è l’isola che non c’è, l’idea esiste ed è già applicata negli USA.

(foto: U.S.DoD)