Lettera a Difesa Online: presto un Reality negli ospedali della Lombardia?

24/03/20

In realtà il Reality è già incominciato: tantissimi servizi mandati dalle principali reti televisive proiettano gli spettatori direttamente nei pronto soccorso, nei reparti infettivi (e infettati), con tanto di zoomate sui respiratori, sui tubi, sui nasi e le gole dei poveri malati protetti solo per la privacy da un cerchietto sfocato. Immagini che rasentano la pornografia (il termine nella Treccani cita così: "trattazione o rappresentazione di soggetti o immagini ritenuti osceni, fatta con lo scopo di stimolare eroticamente lo spettatore"). Le immagini che vediamo in TV non ci stimolano eroticamente ma emotivamente. La loro invasività però è oscena.

La comunicazione è cambiata. La visibilità degli stadi, delle arene concerti ora si è spostata verso gli ospedali. San Siro, Olimpico o Forum di Assago ora hanno poco appeal rispetto allo Spallanzani o al San Raffaele. I grandi calciatori sono stati soppiantati per visibilità da virologi, infettologi, professori illustri. Medici che rilasciano interviste fiume, ricercatori che aprono le porte degli ospedali a giornalisti, intervistatori e operatori video. Dottori, operatori sanitari e reparti interi distratti per ore dal più importante lavoro nell'immediato: cure e assistenza. Tutti (davanti e dietro l’obiettivo) coperti solo da una ridicola mascherina che spesso, al momento dell’intervista, per esigenze televisive, viene spostata liberando il volto e portata sotto il mento da mani (non protette) e riportata al viso subito dopo.

L’esempio e la sensibilizzazione all’uso delle mascherine, le regole sulle distanze che dovrebbero dare tutti gli addetti che oggi possono lavorare per tenere l’Italia in piedi, operatori sanitari in primis e mondo dell’informazione poi, viene meno.

Negli USA oggi ci sono chat che postano gli errori di prevenzione fatti in diretta nella nostra nazione da medici, infermieri, forze dell’ordine, giornalisti. Chat americane e scandinave utilizzate quasi come tutorial con il monito: non fate così. Chiunque può fare una semplice prova e anche un profano si accorge degli errori comuni. Basterebbe fotografare lo schermo durante i servizi in TV e poi postarlo e denunciarlo sui social che il web si inonderebbe di foto che segnalano i gravi errori e le carenze.

Il parallelismo tra trincee e corsie di ospedale è diventato un luogo comune. La storia ci ha tramandato che in guerra gli italiani son stati un popolo di eroi. Le colpe delle sconfitte militari, specialmente nella seconda guerra mondiale, le ricordiamo perché i nostri nonni erano inondati da bugie governative, erano mal equipaggiati e disorganizzati. La colpa di allora fu attribuita alla dittatura. Oggi il rischio è che questo fallimento se lo porti dietro una democrazia. Se falliscono le democrazie ho paura che dopo ci rimanga ben poco.

Enrico Spanu

Foto: La7 / Twitter