Lettera a Difesa Online: Amarcord dei tempi d'oro della Rinaldo Piaggio a Finale Ligure

23/10/17

In un weekend di fine ottobre, io e mia moglie decidiamo di andare al mare con il nostro motorhome.

Una coppia di amici, anche loro camperisti, suggeriscono alla mia signora di provare un campeggio che a loro è piaciuto molto a Finale Ligure. A sentire quel nome, nella mia testa di pilota e appassionato di storia aeronautica, risuona un'equazione: Finale Ligure = Piaggio!

Partiamo venerdì sera da Milano alla volta di Finale che raggiungiamo per cena.

Sabato mattina, alzati di buon’ora, prendiamo la navetta che dal campeggio porta in centro a Finale e ci dirigiamo verso gli ex (ahimè!) stabilimenti della Piaggio, orgoglio italiano di un tempo che fu. Dico "che fu" perché ora, anche se la Piaggio ha trasferito lo stabilimento da Finale all'aeroporto di Albenga, la proprietà non è più italiana: è stata acquistata prima della Tata - quella che produce le auto - e successivamente da Mubadala Development Company fondo sovrano del governo di Abu Dhabi.

Avevo già avuto modo la sera prima, arrivando a Finale, di transitare davanti agli ex stabilimenti in fase avanzata di demolizione e di dare una prima occhiata. Quello che avevo visto mi è sembrata una pugnalata. Le emozioni erano state molteplici: tristezza, rabbia, rassegnazione, sdegno, ribellione nel non voler accettare ciò che stavo osservando.

Veder ridotti ad uno scheletro con i vetri rotti o mancanti, con operai che smantellavano i controsoffitti, quelli che erano gli uffici che ospitavano un tempo i tecnigrafi su cui hanno preso forma - prima in maniera bidimensionale, poi tridimensionale - molti aerei, più o meno fortunati, che hanno contribuito a scrivere la nostra storia aeronautica mi riempiva di una profonda malinconia e amarezza.

Mi rendo conto che oggi, dopo aver costruito un aereo, essere costretti a smontarlo per caricarlo su una chiatta o vagoni ferroviari per inviarlo ad un aeroporto e rimontarlo per poter effettuare i voli di collaudo avrebbe dei costi che inciderebbero notevolmente sul costo finale.

Inoltre gli spazi a disposizione sono limitati rispetto a quelli che vi sono ora nel nuovo stabilimento all’aeroporto di Villanova d'Albenga.

Ho provato a informarmi per sapere cosa sorgerà al posto dello stabilimento e quello che mi è stato risposto è che il Comune ancora non lo sa. Devono decidere...

Proporrei di conservarne una piccola parte - ove magari realizzare un piccolo museo - per poter ricordare alle generazioni future cosa è stato Finale Ligure per l'Aviazione.

Ho anche parlato con degli operai per chiedere se vi fosse rimasto qualche cosa... Mi hanno risposto che il mobilio era già stato preso. Ho risposto che non cercavo mobili ma stemmi, foto, documenti. Di quello mi hanno detto non c'è più nulla. Chissà quanta roba interessante sarà stata buttata!!!

Girando attorno allo stabilimento esistono vari punti in cui sarei potuto entrare per cercare qualcosa. Ovviamente non l’ho fatto: se avessi malauguratamente incontrato all'interno uno degli operai non avrebbe capito la mia intenzione di cercare di salvare qualcosa della storia della Piaggio.

Dove vi era la gru per mettere in mare gli idrovolanti ho trovato dei pescatori che - stupiti - mi guardavano mentre fotografavo il basamento di cemento dal quale loro pescavano, spuntavano ormai arrugginiti i monconi degli attacchi della gru, pensavano volessi fotografare loro!

Il resto delle foto è eloquente, non c'è bisogno di commenti.

Non so quando ripasserò da quelle parti. So però che quel giorno troverò solo il mare, muto testimone della follia umana nel voler cancellare la propria storia!

Renato Cortelletti

(foto: autore / web)