Lettera della Marina Militare a Difesa Online

19/10/20

Gentile direttore, abbiamo letto l'articolo dal titolo "Vendiamo le navi all'Egitto...ma la nostra Marina cola a picco" a firma di Tiziano Ciocchetti e pubblicato lo scorso 16 ottobre sul vostro sito con grande stupore e sorpresa.

Conosciamo da tempo il modo di rappresentare il mondo della Difesa della vostra autorevole testata giornalistica, sempre caratterizzato da precisione, imparzialità, obiettività e accuratezza, oltre che scevro da sterili polemiche. In questo caso ci ha stupito il differente modo di rappresentare un fatto, utilizzando parole e immagini in modo differente dal passato. Non discutiamo le opinioni e le valutazioni del singolo sulla nota vicenda del passaggio di due unità della classe FREMM. Quello che invece ci ha molto colpito è l'uso delle immagini (una nave che sta affondando) e le parole, dal titolo dell'articolo già citato in precedenza, alla frase di chiusura del testo: "In pratica, la Marina Militare, con le unità attualmente in dotazione, non è in grado di assolvere il proprio compito istituzionale".

Da questa frase lapidaria, inequivocabile, inappellabile scaturiscono i dubbi sulle valutazioni dell'autore che forse non è completamente a conoscenza dei compiti istituzionali della Forza Armata e delle attuali attività in corso. La Marina, peraltro la più piccola tra le 4 FF.AA., proprio in questi ultimi tempi e in linea con le direttive del vertice politico militare, è attiva in molti teatri di interesse strategico, dal Mar Mediterraneo al Medio Oriente, dall'Oceano Indiano al Golfo di Guinea e fino al Mar Artico. Tra le operazioni principali si annoverano “Mare Sicuro”, “Irini”, la “Vigilanza Pesca” e “Atalanta” e le attività di sorveglianza a tutela degli interessi nazionali nel Golfo di Guinea; che interessano vaste aree nei mari del mondo, dal profondo connotato marittimo ma ricche di focolai di crisi e minacce emergenti. Oltre ai compiti militari non si deve trascurare l'aumentato numero di iniziative a favore di altri dicasteri, istituzioni e popolazione civile. Per esempio il supporto alla Protezione Civile come nel caso dell'emergenza Covid-19, l'operazione "Emergenza Cedri" a Beirut o l'intervento di ricerca e recupero delle cosiddette "ecoballe" dal fondo del golfo di Follonica, quest’ultima da poco entrata nella sua terza fase con una nuova Task Force specialistica della Marina. Per non menzionare le attività di supporto alla sicurezza della navigazione svolte dall'Istituto Idrografico della Marina e dalle unità idro-oceanografiche, il mantenimento in efficienza di tutto il complesso dei fari e segnalamenti marini e le attività di bonifica degli ordigni rinvenuti nei mari e laghi italiani. In pratica, anche nonostante la grave emergenza dovuta alla pandemia, non ci siamo mai fermati e risulta quindi assai difficile comprendere da quali elementi derivi quanto sottolineato, in maniera anche perentoria, dall'autore dell'articolo.

Riteniamo necessario scriverle anche per rispetto dei circa 28.000 uomini e donne in divisa che ogni giorno si impegnano con volontà, determinazione e tanti sacrifici, spesso lontano da casa e dai propri cari, per la sicurezza ed il benessere della nostra grande Nazione.

Cordiali saluti.

Capitano di Vascello
Antonello de Renzis Sonnino
Capo Ufficio Pubblica Informazione
Stato Maggiore della Marina Militare

    

Caro e stimato comandante, sono lieto che "non discutiate le opinioni e le valutazioni del singolo sulla nota vicenda del passaggio di due unità della classe FREMM", perché è proprio dalla gravità di tale cessione, oltre che da molto altro che seguirà, che derivano le nostre preoccupazioni.

Sette anni addietro la Marina gridava un allarme in cui non si trattava di "efficienza", bensì di "estinzione" della forza armata. La parziale (2/3 di quanto richiesto) "legge navale" ha dato il via all'introduzione di nuove unità che saranno consegnate - confidiamo senza allungamenti di tempo (e di scafo...) - dal prossimo anno.

La cessione di ben due unità come le FREMM (già equipaggiate e con gli equipaggi addestrati), anche senza pensare all'infamia della mancata consultazione della Marina Militare, solleva due quesiti gravi: o qualcuno desidera ripristinare nel breve periodo le precarie condizioni in cui si dirigeva la forza armata pochi anni addietro, oppure quanto paventato prima del finanziamento statale nel 2014 per "salvarla" era falso. Avendo ben seguito a suo tempo la vicenda, escludiamo per certo la seconda ipotesi.

Sottostima dei compiti delle attività della Marina? L'opposto! Non abbiamo mai messo in dubbio la capacità di fare il proprio dovere dei nostri uomini, è purtroppo tradizione di lunghissima data riuscirvi senza mezzi (adeguati e "scarichi").

Vi è infine l'aspetto scaramantico dell'immagine utilizzata per l'articolo (presupponendo che qualcuno si sia grattato per la prima e non la seconda, a sinistra...). Spero, se di gatti neri vogliamo parlare, che la Marina (egiziana) non sia superstiziosa: poche azioni portano sfiga come il cambiar nome ad una nave. E nel nostro caso i nomi con cui erano state battezzate le FREMM erano quelli di due eroi dell'impresa di Alessandria... d'Egitto.

Cordiali saluti

Andrea Cucco