Lettera aperta a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica di Turchia

29/10/20

Signor Presidente, mi chiamo Andrea Gaspardo, sono un analista geopolitico basato in Italia e, assieme alla Redazione di Difesa Online, con cui collaboro da due anni, mi permetto di scriverLe direttamente alla luce delle Sue ultime azioni e dichiarazioni perché Le confesso che da diversi anni la Sua persona mi inquieta, e non poco.

Voglio essere chiaro da subito sia con Lei che con i lettori che avranno occasione di scorrere le seguenti righe; io non credo assolutamente che Lei sia “pazzo” o “lunatico” come afferma molta gente superficiale, anche negli entourage di molte cancellerie occidentali e non solo. Io so per certo che Lei è un individuo razionale e che prende le proprie decisioni in base ad un coerente piano che dovrebbe portare Lei ed il Suo paese a dominare il mondo. Del resto è proprio quanto Lei va dicendo costantemente, giorno dopo giorno ormai da anni, in tutte le occasioni pubbliche possibili ai suoi compatrioti, i quali sono ben lieti di seguirLa nei suoi propositi, come ha tristemente dimostrato la realtà della Turchia negli ultimi 20 anni. Sfortunatamente, non molte persone all'estero, soprattutto in Europa, conoscono la lingua turca perciò fino ad oggi non c'è ancora stata quella presa di coscienza collettiva a livello globale rispetto alla pericolosità del Suo operato che invece si creò abbastanza rapidamente nell'Europa degli anni '30, quando Adolf Hitler divenne il Führer del Terzo Reich.

Interessante notare che nel corso di una riunione in presenza della stampa internazionale, nel 2016, Lei abbia proprio citato il Terzo Reich di Hitler come esempio di “presidenzialismo” al quale ispirarsi. Signor Presidente, si trattò veramente di un malinteso come il Suo staff si affrettò successivamente a rimarcare, oppure si era già immedesimato nella parte? Ad ogni modo, essendo io un cittadino ed un patriota italiano, e sapendo per certo che i Suoi disegni espansionistici non sono in alcun modo compatibili con gli interessi nazionali del mio paese, la Repubblica Italiana, vorrei confrontarmi con Lei in maniera franca e schietta, come si fa con un “Onesto Nemico”. Voglio anche sgombrare il campo da qualsiasi retro pensiero sul fatto che questa sia una guerra tra Islam, Ebraismo, Cristianesimo o qualsiasi altra religione, come molti irresponsabili nostrani dicono, dando acqua al mulino di un teorema che Lei tenta artatamente di alimentare attraverso la miriade di messaggi contrastanti che lancia regolarmente all'indirizzo dei leader e dei popoli degli altri paesi. Sì, Signor Presidente, questa è una guerra, ma non una guerra di religione e Lei non è il campione ed il capo politico dell'Islam, anche se, ai suoi fini espansionistici, tale ruolo non le dispiacerebbe affatto. Lei, Eccellenza, è solamente un imbroglione che, grazie ad una congiuntura storica molto particolare, è riuscito a sedurre un'intera nazione tanto nazionalista da rasentare il gingoismo ma nel profondo assai frustrata dagli ultimi 100 anni della propria Storia e che ha visto in Lei un “Führer” che potesse portarla a nuovi orizzonti di gloria, vendicando in tal modo le percepite umiliazioni subite nel coso del tempo.

In estrema sintesi, oh Reis (è così che La chiamano i suoi seguaci, e tale parola significa “il Leader”, giusto?), in questa contesa la religione non c'entra proprio nulla, così come non c'entra nulla la democrazia, dato che la Turchia non è una democrazia e non sta a noi il compito di “democratizzarla”. Noi combattiamo per impedire a Lei e ai Suoi “sudditi” (a questo si sono ridotti i Turchi moderni) di fare i Vostri comodi in un'area del mondo che non Vi appartiene in maniera esclusiva e nella quale dovete smetterla di fare i bulli e andare ad intimidire, quando non ad aggredire militarmente, tutti “altri” che non accettano i vostri diktat. Questo è un pensiero dedicato in particolar modo anche ai molti lettori male informati che sono letteralmente ossessionati dall'Islam: il nostro nemico NON è l'Islam ma il Nazionalismo Turco, che oggi dopo un secolare processo di “evoluzione”, è finalmente degenerato nella sua “apoteosi” finale di Fascismo Turco.

Venendo alle Sue dichiarazioni, Presidente, nei giorni successivi alla barbara decapitazione del professore francese Samuel Paty, ad opera di un giovane criminale ceceno di nome Abdoullakh Abouyedovich Anzorov, Lei non ha manifestato alcun tipo di solidarietà nei confronti della famiglia della vittima, e del popolo francese in generale, al contrario di quanto fatto da molti leader persino nello stesso mondo islamico, ma ha anzi pensato bene di cercare di surriscaldare ulteriormente gli animi diffondendo una serie di comunicati nei quali afferma, leggo testualmente, che: “In Europa contro i musulmani si sta compiendo una campagna di linciaggio simile a quella contro gli Ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale” continuando poi nell'affermare che “l'islamofobia è la peste dei Paesi Europei” ed infine, rivolto questa volta alla cancelliera Angela Merkel: “Faccio appello alla cancelliera Merkel. Se voi avete libertà di religione, com'è che ci sono stati quasi 100 attacchi contro moschee? Voi siete i veri fascisti, siete gli eredi dei nazisti”.

Premetto che l'islamofobia non piace neppure a me, e l'aumento degli attacchi contro luoghi di culto, sia islamici che non, è effettivamente la spia di un profondo malessere interiore delle società europee, ma ci vuole veramente coraggio per affermare che la condizione dei musulmani qui in Europa oggi sia paragonabile a quella degli Ebrei all'epoca della Shoah! Per Sua informazione, nel continente europeo vivono circa 44 milioni di musulmani, pari a circa il 6/7% della popolazione totale dello stesso. Circa 19 milioni di essi vivono all'interno dei confini dell'Unione Europea e del Regno Unito, mentre i restanti si trovano nei vari paesi della penisola balcanica e negli stati ex-sovietici (soprattutto in Russia) che non fanno parte della UE. Quindi, numericamente parlando, le comunità musulmane non hanno mai goduto di una salute migliore, senza contare inoltre il fatto che gran parte dei musulmani che vivono nel continente europeo non sono immigrati di recente arrivo ma appartengono a comunità indigene o che si sono stanziate nel nostro continente secoli addietro, come gli Albanesi, i Bosniaci Musulmani, i Pomacchi, i Turchi Balcanici e Ciprioti, le varie popolazioni musulmane del Caucaso e i Tatari delle origini più disparate (Tatari del Volga, Tatari di Crimea, Tatari di Lipka, ecc...). E, se è vero che gli atti di razzismo non fanno onore alle nostre società, non di meno sfido chiunque, incluso Lei, ad affermare che i governi dei paesi europei stiano preparando dei campi di sterminio per i musulmani di questo continente o che abbiano anche solo preparato un programma di schedatura di massa delle proprio minoranze etno-religiose come invece fa il Suo paese da decenni nei confronti dei suoi “sudditi” appartenenti alle superstiti comunità armene, ebraiche e greche, un tempo numerose e vitali ed oggi piccole e sparute, dopo oltre un secolo di genocidi, deportazioni, espulsioni ed assimilazioni forzate.

A titolo esemplificativo, Signor Presidente, nel novembre del 2019, TRT World, il canale TV in lingua inglese che il Suo governo utilizza come piattaforma di propaganda a livello globale, se ne usciva con un mini documentario dal titolo “Are Turks living in Bulgaria still oppressed?” (traducibile con: “I Turchi che vivono in Bulgaria sono ancora oppressi?”). Ebbene, secondo i dati dell'ultimo censimento disponibile, nel 2011 i Turchi di Bulgaria erano 588.318 pari a circa l'8,8% dei 7.364.570 abitanti della Bulgaria. Non sono per altro gli unici, dato che, oltre ai Turchi, la costituzione della Bulgaria riconosce l'esistenza di almeno altre 12 minoranze.

Ma se l'esempio bulgaro non le piace, possiamo parlare invece del paese che rappresenta storicamente per la Turchia il suo nemico per antonomasia: la Grecia. Qui ancora oggi vivono 135.500 Turchi divisi tra Tracia Occidentale (130.000), isola di Rodi (3.500) ed isola di Coo (2.000) nonostante ancora oggi la già citata TRT World lavori alacremente per dipingere la Grecia come una sorta di inferno vivente per i Turchi. Di grazia, Presidente, non pensa che, nonostante gli innegabili problemi, se in Grecia esiste ancora una comunità turca così numericamente robusta ciò sta a significare che forse la loro vita laggiù non sia poi così proibitiva e i loro diritti, tutto sommato, garantiti? Se permette, andiamo ora ad analizzare che cosa avviene a casa Sua. Nonostante almeno il 30% della popolazione della Turchia appartenga ad una delle varie minoranze etniche o religiose diverse dai “Turchi Sunniti” e persino nei discorsi della gente dei bazar il Suo paese sia noto come “la terra dei 35 gruppi etnici”, la costituzione turca afferma che nella Repubblica di Turchia esiste un solo popolo e una sola nazione, quella turca.

Le uniche “minoranze” che voi Turchi riconoscete sono solo alcune comunità religiose (Armeni, Ebrei e Greci) che il Trattato di Losanna vi ha obbligato a riconoscere e che voi avete sempre trattato con fastidio assai malcelato. Al giorno d'oggi vivono in Turchia solamente 70.000 Armeni, 18.000 Ebrei e 5.000 Greci, ultimi superstiti di comunità antiche di migliaia di anni e che, all'epoca del loro massimo splendore, contavano centinaia di migliaia (Ebrei) o milioni (Armeni e Greci) di individui e che oggi sono state quasi completamente spazzate via anche e soprattutto a causa delle politiche discriminatorie, quando non di vero e proprio genocidio che tutti i governi turchi, dal regime dei “Giovani Turchi” del 1908-1918 fino al Suo hanno portato avanti.

Mi dica, Sua Eccellenza, che paura le fanno delle piccole comunità che nel complesso assommano a meno dello 0,2% della popolazione totale della Turchia (un gigante da almeno 83 milioni di abitanti), da meritarsi di venire costantemente attaccate e vilipese dalla stampa di regime, intimidite dalla bande fasciste dei Suoi sodali “Lupi Grigi” e costrette ad emigrare dal paese nel quale hanno sempre vissuto e che deve gran parte del suo sviluppo culturale, economico e sociale proprio a loro?

Che senso ha il fatto che, ancora nel 2010, Lei abbia minacciato di “deportare tutti gli Armeni viventi in Turchia” se altri paesi dovessero riconoscere il Genocidio Armeno?

E che senso ha la pervicacia con la quale Lei, il Suo governo e la Sua intera nazione negate ancora oggi che siano avvenuti il Genocidio Armeno, il Genocidio Greco ed il Genocidio Assiro che, tra il 1913 ed il 1924 causarono la morte di 2.000.000 di Armeni, 1.300.000 Greci e 750.000 Assiri?

Si rende conto che, alla luce di tutto quello che è stato esposto qui sopra, le Sue accuse dirette a noi Europei oggi sono assolutamente ridicole e le Sue pretese di farci la morale, strampalate?

Al di là delle sparate propagandistiche, è necessario notare che, nel campo geopolitico e militare, Lei continui ad essere operoso. Nonostante il fatto che l'economia turca stia affondando ed il cappio degli assegni post-datati si stia inesorabilmente stringendo attorno al Suo collo, come già ampiamente descritto in una delle mie analisi precedenti, Lei non demorde, ed anziché affrontare seriamente il problema di riforma del sistema economico sta puntando tutto sull'avventurismo geopolitico e militare a 360 gradi pensando così di sviare le problematiche interne mediante l'arma del nazionalismo. Non si rende conto che questa è esattamente la strada che innumerevoli dittatori prima di Lei hanno già percorso andando a schiantare loro stessi ed i loro paesi?

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale e con l'Italia già virtualmente annichilita nella sua capacità economica dalle sanzioni internazionali seguite allo scoppio della Guerra d'Etiopia e del coinvolgimento nella Guerra Civile Spagnola, durante un comizio, il dittatore Benito Mussolini affermò: “Nel dilemma tra burro e cannoni, scegliamo i cannoni!”. Ora, con una crescita economica prevista per il 2020 pari ad almeno il -4%,un rating che tutte le agenzie internazionali descrivono come “spazzatura”, un 13,9% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, un 9,3% che vive con meno di 5,5 dollari al giorno ed un ulteriore 39,8% a rischio di povertà ed esclusione sociale, Lei sta essenzialmente dicendo ai Suoi “sudditi”: “Nel dilemma tra burro e droni, scegliamo i droni!”. Quegli stessi droni che Lei ha venduto e sta vendendo in gran numero in ogni dove, specialmente al Suo sodale di Baku, e che nei Vostri piani comuni dovrebbero servirvi per portare definitivamente a compimento quel genocidio contro il popolo armeno che i Giovani Turchi prima e Mustafa Kemal Atatürk dopo non sono riusciti a portare a compimento del tutto. Ed ora, dopo aver coinvolto il suo paese in guerre tanto costose quanto inutili in Siria, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e Caucaso Meridionale, dopo aver tentato finanche di sottrarre l'Ucraina, il Caucaso e l'Asia Centrale all'influenza russa, Lei sta ora preparando il “Grande Colpo” nel Mediterraneo Orientale, nell'Egeo e nella Penisola Balcanica Meridionale, che nei piani Suoi e di quella classe politica di fascisti zeloti di tutti i partiti, anche dell'opposizione, che Le stanno intorno, dovrebbe portare sotto il controllo della Turchia la Tracia Occidentale, la Penisola Calcidica, Salonicco, una buona metà delle isole greche dell'Egeo e l'intera isola di Cipro in modo da permettere al Suo paese di dispiegare nuovamente quella potenza navale che proprio noi Italiani abbiamo annichilito nel corso della Guerra Italo-Turca del 1911-1912 e che da allora voi Turchi non avete mai più riguadagnato.

Lei Signor Presidente sta giocando con il fuoco e, benché la propaganda del Suo regime non perda l'occasione di associare la Sua figura a quella del sultano e califfo ottomano Abdülhamid II, la verità è che, ogni giorno che passa, Lei rischia invece di fare la fine di un altro leader ottomano: Ismail Enver Pascià, la cui memoria è ancora maledetta da milioni di persone, anche nel Suo stesso paese.

In realtà Le confesso che non nutro alcuna seria speranza sul fatto che Lei possa fare ammenda dei propri peccati e redimersi, ma devo concedere alla Storia il beneficio del dubbio. E se Lei è invece intenzionato a seguire fino in fondo la strada dell'imperialismo e della guerra, come ogni “Onesto Dittatore”, allora non mi resta che ricordarle che, come recita un proverbio popolare della zona d'Italia dalla quale provengo: “Nessun banchetto, sotto questo cielo, dura per sempre”.

Andrea Gaspardo

Foto: presidency of the republic of Turkey