Il Co.Ce.R. Marina ritiene necessario esprimere una ampia ed approfondita valutazione sui contenuti del Libro Bianco che interesseranno il personale militare; questo documento rappresenta soltanto una prima analisi, altre ne seguiranno su argomenti più specifici.
La prima considerazione che viene spontanea, e non meraviglia più di tanto, è che il Libro Bianco è stato redatto ascoltando molti pareri, ma non quello dei legittimi ed unici rappresentanti del personale, il Co.Ce.R., che avrebbe certamente evidenziato fin da subito le difficoltà ad applicare determinate scelte.
Inoltre non vi è stato alcun passaggio parlamentare preliminare alla presentazione del testo che a nostro avviso sarebbe stato necessario poiché il Libro Bianco, pur essendo un documento di rango ministeriale, da indicazioni di politica estera e difesa che sono argomenti che il Parlamento deve esaminare e approvare anche alla luce della recente L. 244/2012 e dei provvedimenti legislativi discendenti.
La straordinaria affermazione, contenuta nelle linee guida, che il Libro Bianco intende individuare “la corretta futura postura” cassa ogni dubbio circa la necessità che questo Consiglio debba esprimere un parere esaustivo, pertinente, ma soprattutto necessario sulla questione. Il termine “postura” richiama alla mente equilibrio, funzionalità, armonia e vitalità: talenti che gli uomini in divisa possiedono e debbono essere raccontati al Paese.
Lo stesso Libro Bianco rammenta come indipendentemente dal nuovo modello operativo che si vorrà strutturare l’attuale strumento militare deve essere preservato nella sua essenza poiché le professionalità, le passioni, il convinto spirito di sacrificio, i valori dei singoli individui e la loro motivazione sono linfa vitale alla quale la difesa non può rinunciare. Tali qualità non sono acquisibili in poco tempo ma sono espressione di un patrimonio conquistato con sacrificio di generazioni e una volta perse lo sono per sempre. Ogni appartenente alle FF.AA. deve riconoscersi e identificare le proprie azioni ed ambizioni con quelle della compagine militare a cui appartiene; pertanto ogni forma di precariato minimizza la condivisione di una parte significativa del personale a quel progetto di Difesa che si vuole ottimizzare non è accettabile.
Il modello di strumento militare delineato, seppur sommariamente, pone questioni di assoluta preoccupazione. La mente corre lontano, ad affermazioni fatte da un ex Ministro della Difesa circa l’attualità e la bontà del modello francese che, caratterizzato da una ferma ventennale prevede il successivo inserimento nel mondo del lavoro civile. Corre l’obbligo rammentare che il nostro Paese non dispone di un mercato del lavoro permeabile come quello di altre realtà dell’Eurozona e la professione del militare non si colloca tra quelle maggiormente apprezzate dalla nostra opinione pubblica. Ancora una volta crescente è il dispiacere poiché vengono individuate possibili soluzioni che appaiono completamente avulse dalla realtà di questo Paese.
Inoltre, il Libro Bianco della Difesa per assurdo, invece, assomiglia molto a quello che potrebbero scrivere in Austria o in Slovacchia, in Paesi senza confini sul mare; non vengono menzionate le più importanti operazioni navali e le loro conseguenze né tenuto in considerazione, per lo sviluppo del sistema di Difesa, che l’Italia ha 8000 km di coste e interessi nazionali sui mari. Non vi è stata alcuna considerazione al valore, ed ai sacrifici svolti dagli equipaggi della Marina Militare nelle attività di controllo delle acque nazionali ed internazionali a difesa della sovranità e degli interessi dello Stato. Sacrifici che questo Consiglio ci tiene a sottolineare avvengono senza alcun trattamento di missione.
A seguito delle premesse, il Co.Ce.R. Marina esprime il suo parere negativo nei confronti dei contenuti del Libro Bianco ed i suoi riflessi sul personale rappresentato, per i seguenti motivi:
Il ringiovanimento verrà attuato attraverso una forma di “precariato”, per periodi di gran lunga superiori agli attuali, che la R.M., viceversa, cerca di ridurre e contrasta da sempre; contestualmente non è chiaro quali saranno le conseguenze per gli attuali militari in servizio permanente, anche in previsione della notevole contrazione organica nel ruolo Marescialli.
Non vi è cenno alla armonizzazione del Libro Bianco con i provvedimenti già esistenti (applicazione L 244/12), ciò crea sul personale incertezze profonde su come saranno ridotti gli organici e su quanto ne conseguirà in termini di impiego e sacrificio per chi rimarrà in servizio.
A fronte delle chiare volontà di riduzione / riequilibrio del personale non vi è una progettualità ben definita volta a tutelare il personale al termine del periodo di “precariato”.
Analoga mancanza di visione si ravvisa nel non dettare modalità di gestione dell’eventuale personale in esubero e i tempi del transitorio.
Non è chiaro cosa si intende per “incentivi motivazionali” previsti dal Libro Bianco; questo concetto è così lontano dalla mentalità della P.A. che rischia di tradursi esclusivamente in compensi economici, che a nostro avviso, pur necessari, non possono essere l’unica motivazione di chi opera a favore della Difesa.
Invece di definire in modo ambiguo una futura “adeguata retribuzione”, sarebbe stato necessario definire che la retribuzione dovrà essere adeguata alla media europea.
Non vi è traccia della Rappresentanza Militare e se al personale militare saranno concessi i diritti associativi, anzi sembra sottendersi che la famosa “specificità” si tradurrà con una riduzione dei diritti dei cittadini in divisa nell’applicazione di orario di lavoro e tutele famigliari.
Non sono evidenti le modalità di coinvolgimento di altri Ministeri o componenti dello Stato che potrebbero dare un contributo essenziale per il riconoscimento di titoli professionali necessari al reinserimento nel mondo del lavoro.
Per ultimo, ma non meno importante, notiamo che non sono stati definiti i costi di questo progetto, né le coperture finanziarie per la gestione di questa ambiziosa trasformazione.
Occorre fin da subito chiarire che la contrarietà espressa al precariato, soprattutto di lungo periodo, senza certezze sul futuro post-servizio, è basata sulla necessità da parte del personale, che deve essere disposto al sacrificio, di percepire che il Paese gli riconosce stabilità economica e sociale.
Diversamente chi si arruolerà per ferme così prolungate saranno solo uomini e donne senza alternative che ben presto riserveranno le loro energie alla ricerca / realizzazione del percorso di vita successivo, distogliendo la propria attenzione dalle esigenze di servizio, in pratica operando senza motivazione e con poca professionalità.
In generale il Libro Bianco è ricco di modelli teorici poco definiti ed estremamente scarso in termini di soluzioni pratiche, sembra essere l’ennesima riforma che subisce il personale del comparto. Non si fa in tempo a portare a compimento quella precedente che un'altra ne segue. Al fallimento, palesemente sotto gli occhi di tutti i vertici militari e politici, del modello professionale oggi in vigore, si accoda il provvedimento legislativo 244/2012, che ancor prima di prendere forma è già superato da quanto delineato nel tanto decantato Libro Bianco.
Consiglio Centrale di Rappresentanza dei Militari - Sezione Marina