"Proteggere gli interessi italiani, sempre, anche in Europa" - intervista alla senatrice Bonfrisco (Lega)

(di Federico Castiglioni)
21/05/19

La senatrice Anna Cinzia Bonfrisco è un personaggio conosciuto nel mondo del tiro e nel comparto delle armi per il mercato civile, perché è sempre stata una delle figure politiche più vicine a questo mondo.

Senatrice, oggi è un’autorevole esponente della Lega Nord, un partito che si è fatto portatore di una rivoluzionaria legge sulla legittima difesa, promessa da Matteo Salvini fin dalla campagna elettorale. Pensa che sia stato raggiunto un traguardo importante con questa legge?

La nuova legge sulla legittima difesa è semplicemente una misura di buon senso: la difesa deve essere sempre legittima, a non essere legittima è l’aggressione. Questa è la rivoluzione mentale e psicologica di cui c’è bisogno in Italia. Quello che la Lega voleva fare era dare alle persone degli strumenti in più per difendersi, nella loro abitazione o nel loro esercizio commerciale.

Non è più pensabile che in Italia sia perseguita dalla magistratura la vittima e mai il colpevole, chi subisce un’aggressione e non chi la commette. Ecco, questo è un primo passo nella giusta direzione. La normativa italiana grazie alla Lega diventa un poco più equilibrata.

Non è la prima volta che lei conduce battaglie per il diritto alla difesa. Una decina di anni fa infatti fu relatrice di un Ddl che legalizzò in Italia lo spray al peperoncino, qualcosa che all’epoca venne considerata controversa, ma che oggi a ben pensarci è uno dei pochi strumenti legali a disposizione di chi si vuole difendere dalle aggressioni anche fuori dell’abitazione.

Lo spray è solo un piccolo strumento che soprattutto le donne ora possono acquistare per sentirsi un poco più forti. Vedo tanti fatti di cronaca di questi tempi che mi preoccupano, da esponente delle istituzioni ma anche da donna, e quindi spero di aver dato una mano nel mio piccolo a far sentire le donne più sicure, permettendogli quantomeno di difendersi in situazioni pericolose.

Oggi sono contenta fare parte di un partito, la Lega, che ha fatto della sicurezza dei cittadini una sua priorità. Come sanno tutti Matteo Salvini è molto vicino alle nostre forze dell’ordine, e non solo perchè queste ultime, in particolare la polizia e i carabinieri, devono tutelarci nella vita di tutti i giorni, ma anche perchè esse stesse devono essere tutelate da attacchi, spesso ingiusti, provenienti dal mondo politico o mediatico. Ci troviamo in un mondo alla rovescia che dobbiamo cercare di aggiustare.

Pensa che la Lega stia ottenendo così tanti consensi proprio perchè ha intercettato questo bisogno di sicurezza degli italiani?

Sicuramente sì, ma dal canto nostro non dobbiamo semplicemente promettere genericamente più sicurezza, come se fosse uno slogan, ma portare agli italiani dei risultati concreti. Un primo passo è stato quello di fermare l’immigrazione irregolare, un fenomeno che è la causa di gran parte dell’insicurezza percepita dagli italiani.

Un’altra cosa da fare è quella di fornire strumenti moderni ed accrescere le competenze professionali di chi tutela l’ordine e la sicurezza, e non penso esclusivamente alle forze di polizia. Io dico sempre infatti che non c’è solo una “sicurezza” ma diverse “sicurezze”, ognuna con le sue esigenze e specifiche; si pensi al mondo delle guardie giurate e di chi fa vigilanza privata. Anche questo è un settore spesso ignorato dalla politica, con il rischio che un giorno qualcuno venga dall’estero e soppianti le nostre imprese e i nostri lavoratori: per evitarlo servono investimenti, più formazione e nuove tecnologie ed un quadro normativo al passo con i tempi.

Lei è candidata alle elezioni europee del 26 maggio. Sono elezioni importanti per l’Italia dal punto di vista politico, ma anche per il resto dell’Unione Europea, visto che dal Parlamento di Strasburgo deriva gran parte della legislazione nazionale in diversi settori.

Ci sono due problemi principali in Europa: il primo è l’eccesso di burocrazia e il secondo è un atteggiamento sbagliato di alcuni Paesi membri, che sono più attenti ai vincoli di bilancio che all’efficacia delle risposte che si dovrebbero offrire ai cittadini. Le Lega vuole un’Unione Europea più snella, che non appesantisca ulteriormente le nostre imprese con la sua burocrazia, ma che anzi sappia imparare dagli Stati che ne fanno parte, quando ci sono esempi virtuosi.

Penso per esempio al nostro settore armiero per il settore civile e per la difesa: stiamo parlando di un’intera filiera produttiva che costituiscono un’eccellenza del nostro Paese che non viene sempre riconosciuta. L’Italia è riuscita a creare un’industria fiorente, sapendola equilibrare al contempo con una legislazione adeguata; in questo settore è l’Europa che deve imparare dall’Italia, non il contrario. Lo stesso vale in tanti altri campi.

Quello che la Lega farà in Europa sarà proteggere gli interessi italiani, soprattutto quando essi coincidono con la crescita dell’economia, e quindi con l’interesse generale europeo.

Senatrice, lei è stata una delle poche a ricordare e commemorare l’anniversario della nascita delle nostre Forze Armate, lo scorso 4 maggio. Visto che questa rivista si occupa principalmente di Difesa, vuole lasciarci un pensiero rivolto ai nostri militari?

Ricordare le nostre Forze Armate per me è quasi naturale, visto che sono cresciuta in una caserma. Si figuri! Il mio ricordo in quell’occasione era andato principalmente ai fanti e agli alpini che completarono definitivamente il processo di unificazione dell’Italia, servendo i colori della nostra giovane bandiera.

Oggi credo che servano dei messaggi concreti, per far capire agli uomini e alle donne che indossano la divisa quanto le nostre istituzioni li apprezzino.

Sono un po' sconcertata quando leggo certe notizie provenienti dal mondo militare, come quella della dedica della sfilata sui Fori Imperiali del 2 giugno “all’inclusione”. Spero vivamente che questa festa possa essere un’occasione per rendere onore e ricordare chi presta servizio e si sacrifica per il nostro Paese lontano da casa, in basi minacciate in zone di guerra o navigando in giro per il mondo a bordo delle nostre navi.