Intervista all'ambasciatore Björklund: "In Svezia, la gestione delle crisi si basa sul principio di responsabilità"

(di David Rossi)
04/11/20

“Chi ama la propria vita, la perde” (Gv 12,25) recita il Vangelo di San Giovanni. Fino a che punto possiamo desiderare di conservare noi stessi, anche a costo di perdere libertà e valori ritenuti, fino a nemmeno otto mesi fa, non negoziabili?

L’Italia, la Francia e persino, dopo l’iniziale riluttanza, il Regno Unito la scorsa primavera hanno seguito l’esempio della Cina, imponendo severi lockdown, allo scopo di “salvare le nostre vite”. Questo autunno si avviano, più o meno, sulla stessa strada. Al di là del danno economico e sociale, tutto ciò ha rappresentato un enorme e minaccioso precedente storico: in futuro, ogni qual volta la salute pubblica lo imporrà, le costituzioni potranno essere sospese per via amministrativa.

A questo trend inquientante, un Paese in particolare non si è accodato: la Svezia. Come dice l’ambasciatore Jan Björklund nel corso di questa intervista concessaci nei giorni scorsi, il suo Paese ha scelto di “adottare le misure giuste al momento giusto”, dando ascolto agli esperti interni e internazionali, ma alla fine lasciando che fosse il governo a prendere le decisioni, senza nascondersi dietro la foglia di fico dei comitati di scienziati. Così facendo, Stoccolma non si è unita al club degli imitatori della Cina comunista, le responsabilità della quale in merito ai danni della pandemia potranno eventualmente essere valutate in un prossimo futuro.

La stampa di molti paesi, compresa l'Italia, ha presentato l'approccio svedese all'epidemia di COVID-19 come un tentativo di raggiungere l'immunità di gregge. Lo scorso maggio, in una nostra intervista il vostro Ministero della Salute ha dichiarato che non avreste potuto fare altrimenti poiché "la costituzione svedese non consente al governo di dichiarare lo stato di emergenza ... e la limitazione di tali diritti (libertà di movimento ecc.) richiede una decisione del parlamento svedese”. Perché molti media sono stati così prevenuti?

Il governo svedese ha presentato molte misure diverse in diverse aree per combattere il coronavirus. Le competenti agenzie governative indipendenti formulano raccomandazioni, il governo prende le decisioni. Ogni decisione si basa su ciò che è ritenuto migliore per la nazione e la popolazione della Svezia. Le decisioni mirano a limitare la diffusione dell'infezione nel Paese, garantire la disponibilità delle risorse sanitarie, limitare l'impatto sui servizi critici, mitigare gli effetti su persone e imprese e alleviare le preoccupazioni, ad esempio fornendo informazioni.

La risposta della Svezia alla pandemia di coronavirus riguarda l'adozione delle misure giuste al momento giusto, perché misure diverse sono efficaci in momenti diversi. La risposta del paese si basa anche in parte su un'azione volontaria, ad esempio: le autorità raccomandano alle persone con sintomi e over 70 di rimanere a casa piuttosto che imporre un blocco a livello nazionale.

In Svezia, la gestione delle crisi si basa sul principio di responsabilità. Ciò significa che l'agenzia governativa responsabile di un ambito specifico in circostanze normali, è responsabile dello stesso ambito anche in una situazione di crisi.

Il governo svedese è pienamente soddisfatto delle posizioni e delle azioni dell'Organizzazione mondiale della sanità in questa crisi?

L'agenzia di sanità pubblica svedese sta studiando attentamente le raccomandazioni dell'OMS, ma ogni paese prende le proprie decisioni.

Direbbe che l'impatto economico e sociale della crisi del COVID-19 in Svezia è stato inferiore a quello della maggior parte dei paesi europei?

Come in tutti i paesi anche in Svezia la pandemia COVID-19 ha avuto un grave impatto sulla crescita economica. Possiamo vedere segnali di ripresa anche se la situazione economica della Svezia rimane molto grave. C'è molta incertezza su come si svilupperà la pandemia e la ripresa potrebbe ritardare. Il governo sta ora iniziando a passare da politiche temporanee di risposta alle crisi a investimenti per far girare nuovamente gli ingranaggi del Sistema Paese e creare nuovi posti di lavoro. Per far uscire la Svezia dalla recessione il più rapidamente possibile, dobbiamo far ripartire la nostra economia.

Qual è la posizione del governo svedese, come uno dei cosiddetti quattro paesi frugali, riguardo al Recovery Fund europeo e ad altri tentativi di ridurre l'impatto del COVID-19 nell'Unione?

Noi sosteniamo il Recovery Fund e la Svezia continuerà a svolgere un ruolo attivo nell'Unione Europea. In un momento in cui dobbiamo fronteggiare molte sfide comuni e uno Stato membro decide addirittura di lasciare l'UE (il riferimento è alla BREXIT, ndr), vogliamo vedere una maggiore cooperazione transnazionale. Per nuovi e migliori posti di lavoro, per un'ambiziosa politica climatica e per la sicurezza e la protezione di tutti coloro che vivono qui. 

Qual è stato il ruolo delle forze armate svedesi nell'affrontare la crisi del COVID-19 la scorsa primavera? Militare o no, avevate pronto un piano di emergenza?

Nessun paese al mondo aveva un piano di emergenza già pronto per questo tipo di situazione: tutti i paesi, compresa la Svezia, adesso sono meglio preparati per la seconda ondata. In Svezia la preparazione alle emergenze è intesa a proteggere la vita e la salute della popolazione, la capacità della società di funzionare e la capacità di sostenere valori fondamentali come la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani.

Il governo cinese avrebbe potuto fare qualcosa di più e meglio un anno fa quando la pandemia è stata inizialmente individuata?

Con la conoscenza che abbiamo oggi è troppo presto per commentare questo.