Elezioni 2018: "Fuori dalla Nato, leva e armi nucleari", intervista a Simone Di Stefano (CasaPound)

(di Andrea Cucco)
01/03/18

L'Italia riteniamo sia ancora la stella polare per chiunque indossi o abbia indossato (con onore) una divisa. Ospitiamo oggi un'intervista ad un politico che probabilmente crede a quell'orizzonte più della maggioranza dei militari (l'esperienza ha un costo...): Simone Di Stefano, leader di CasaPound. Le idee sulla Difesa sono talvolta decisamente "originali" e di certo non immuni da perplessità in chi ascolta... tuttavia sembrano sincere, sentite, vissute.

Il programma sulla Difesa di CasaPound prevede l'uscita dalla Nato?

La riteniamo un'organizzazione anacronistica che non tutela più gli interessi nazionali. Purtroppo!

Quando ci troviamo alleati che sono contro i nostri interessi strategici, non possiamo fare a meno di constatare che le necessità su cui è nata la Nato non esistono più.

Uscita definitiva o "rimodulazione" della partecipazione?

Non credo ci sia spazio di discussione. Nel momento in cui l'Alleanza è stata incapace di tutelare interessi dell'Italia, come il recente affronto della Turchia o la mancata difesa dei nostri militari nella vicenda dei marò con l'India, si è dimostrato che il nostro Paese è castrato e tenuto in un recinto dove non conta nulla. Come CasaPound abbiamo invece voglia di contare. Dobbiamo intervenire, anche militarmente, in Paesi per noi strategici come la Libia. La Nato non ha evidentemente interesse a tutelarci.

Nazioni concorrenti che vanno contro i nostri interessi, come Inghilterra, Francia e Turchia, si vedono bene dall'uscire dall'Alleanza...

Lo so. Potremmo per questo anche cambiare partner strategici. Perché non ragionare con altri? Sto pensando alla Russia...

Nel vostro programma leggo infatti “allargamento della cooperazione ad est”. La Russia non è quindi la minaccia che viene descritta in occidente?

Non crediamo sia una minaccia ed abbiamo apprezzato il comportamento nello scacchiere siriano.

Dovendo tutelare interessi nel Mediterraneo ed in Africa. Dovremmo quindi poter ragionare liberamente con un partner non solo potenzialmente militare ma anche energetico.

Avete citato la Siria. Ci siamo stati in diverse occasioni constatando una realtà descritta differente da quella raccontata.

È stato da noi apprezzata la coerenza con cui la Russia ha aiutato la Siria nel momento del bisogno. Le nazioni dovrebbero tornare ad essere libere. I nostri attuali "alleati" non ci concederanno mai quell'indipendenza.

Di quello che accade in Libia che opinione avete?

Dovremmo intervenire con una reale missione di pace. Aiutandoli a ricostruire un Paese sovrano.

Quali sono gli interventi più urgenti per la Difesa italiana?

Aumentare la spesa pubblica dedicata all'apparato militare. Abbiamo anche perso posizioni in campo aeronautico negli ultimi anni...

Abbiamo tanti soldati in numerosi teatri operativi. Dovremmo scegliere con più attenzione dove mandarli.

Proponete anche il ripristino della leva.

Assolutamente. Al compimento del 18° anno tutti dovrebbero partire per un anno di leva obbligatoria che può anche tradursi in servizio civile. La distanza dal comune di residenza dovrebbe essere però di almeno 400 chilometri. Parlo di servizio militare vero, con un addestramento compiuto ed efficace. La leva in precedenza era diventata un inutile "parcheggio" per migliaia di giovani.

Le donne dovrebbero poi indossare la divisa in un corpo a parte.

Separato?!

Sì. Per evitare equivoci.

Avete fatto il servizio militare?

Sì. In tempi in cui la legge prevedeva si effettuarlo non lontano dal comune di residenza. Per questo ne vorrei una che imponga 400 chilometri “dal” comune di residenza.

Mi hanno mandato a Roma a fare lo spaccista in un bar di una caserma quando avevo fatto domanda per fare il paracadutista. La richiesta era stata accolta, tuttavia, essendo stato riservato il servizio nei parà ai volontari in ferma breve, sono finito a Roma a fare i cappuccini. Un'esperienza che mi ha lasciato l'amaro in bocca.

La naia era un'esperienza da fare vicino alla residenza ed alle cinque si lasciava la caserma per tornare a casa e poi nuovamente a dormire in caserma. Un pastrocchio da non ripetere.

Vorremmo un servizio serio con magari richiami periodici su modello svizzero.

Be', avete sperimentato uno spaccato della Difesa importante: al bar di una caserma se ne sentono di cotte e di crude...

Al bar di una caserma si impara ciò che non funziona. Sopratutto se in una caserma di Roma.

Un anno di militare dovrebbe essere un anno di “attività militare”. Si esternalizza tutto. Si poteva lasciare la gestione ad una ditta esterna ed impiegare noi del X° Nomentano in attività addestrativa seria. Altro che dieci mesi a fare cappuccini!

Un ricordo positivo di quel periodo proprio non c'è?

Il giuramento solenne a Fano ed i 18 colpi sparati al poligono. 18 centri...

Nel programma parlate anche di eliminazione dei limiti ai sistemi d'arma: dalle portaerei alle armi nucleari!

Non possiamo essere sempre limitati rispetto ad altre nazioni “alleate”. La Cavour è splendida, bellissima, ne siamo orgogliosi, ma abbiamo bisogno di una portaerei vera!

Dovremmo anche avere un armamento tattico nucleare per avere nel mondo il posto che ci compete.

Sono sistemi d'arma che presuppongono una struttura militare di base solida e sopratutto molti, molti, molti fondi.

Certamente.

È piuttosto impegnativo sviluppare armi nucleari...

È fondamentale l'idea che si possa realizzare un simile programma. Se siamo una nazione libera, possiamo.

Nel nostro programma economico c'è la sovranità monetaria: una banca centrale, la sovranità di bilancio, la possibilità di stampare cartamoneta. Esportiamo sistemi d'arma avanzati ovunque. Possiamo ambire tecnologicamente ad un simile risultato.

Una nazione produttrice di armi nucleari passa ovviamente anche per l'adozione di impianti nucleari. Anche quello è nel nostro programma.

Per concludere, perché un militare dovrebbe votare CasaPound?

Perché è l'unico movimento politico dotato di idea dello Stato e della Nazione che rispecchia la voglia di sacrificarsi per la Patria presente in tanti giovani. I militari ancora credono in questi valori.

Ci sono tanti uomini in uniforme delusi dai vertici politici e militari. Sono italiani che però sperano ancora negli ideali e nello spirito con cui si sono arruolati.

CasaPound è l'unica a parlare di "nazione sovrana", libera e padrona del proprio destino.

Vorremmo anche una rappresentanza efficace del mondo militare per portare all'attenzione della politica cosa davvero funziona e cosa non va. Non voglio utilizzare il termine “sindacato”, ma va riformata.

Immaginiamo anche un militare alla guida del ministero della Difesa. Basta con le vecchie signore del tè delle cinque! Le riunioni europee dei ministri della difesa sembrano un ritrovo del club del bridge.

“Militare” dovrebbe tornare ad essere sinonimo di “marziale”.