Il ministro della difesa Roberta Pinotti incontra il segretario alla difesa del Regno Unito Michael Fallon

(di Matteo Acciaccarelli)
09/02/17

Questa mattina il ministro della difesa, senatrice Roberta Pinotti, ha incontrato, presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate D’Italia, il rispettivo segretario alla difesa del Regno Unito, sir Michael Fallon. Nella conferenza stampa successiva all’incontro, i due hanno parlato di quanto importanti e saldi siano i rapporti tra i due paesi, evidenziando il fatto che, in contemporanea al loro incontro, il primo ministro britannico, Theresa May e il presidente del consiglio italiano, Paolo Gentiloni, stavano tenendo un incontro a Londra.

Il ministro Pinotti ha aperto il suo intervento ricordando che il Regno Unito, come poi ha confermato anche Fallon, rimarrà in Europa, nonostante la Brexit. Come ci rimarrà? Ovviamente per quanto riguarda la difesa e la sicurezza del continente. “Il Regno Unito ha dato piena disponibilità a rimanere a disposizione per quanto concerne la sicurezza”, questo è quanto ha detto il ministro. Anche Fallon ha assicurato che il Regno Unito rimarrà al centro di tutte le vicende militari e politiche che riguardano la sicurezza del continente europeo, perché di riflesso anche loro ne verrebbero colpiti a pieno.

L’altra grande sfida di cui hanno parlato i due, rispettivi, ministri della difesa è quella relativa alla NATO, che rimane la pietra angolare di tutte le politiche di difesa da attuare, cominciando dalle due grandi problematiche che affliggono l’Europa: da nord-est la Russia e da sud-est il terrorismo islamico. Sul primo punto Fallon ha espresso il suo desidero di fermare le possibili mire espansionistiche di Putin, con il Regno Unito che ha schierato militari in Estonia e in Polonia e, presto, schiererà anche degli squadroni aerei in Romania, il tutto per contenere la Russia. Proprio sul “contenimento” alla Russia e sulla possibilità di reazione rapida delle truppe NATO, prima Fallon poi la Pinotti, hanno parlato dell’importanza della VJTF (Very High Readiness Joint Task Force), che vedrà il passaggio di consegne del comando, proprio tra Regno Unito ed Italia.

Sul secondo punto, ovvero la lotta al terrorismo, entrambi hanno messo il punto su quanto sia importante per la NATO, specialmente per i paesi maggiori aderenti all’Alleanza Atlantica, la cooperazione in tutti i campi, dall’intelligence alle operazioni internazionali. L’Europa in questo, secondo Fallon, sta prendendo la giusta strada, specialmente dopo il piano di implementazione proposto dalla Mogherini e fortemente sostenuto dall’Italia, il quale prevede un aumento della cooperazione militare tra le varie nazioni europee. Questa cooperazione, così importante e così centrale nella conferenza stampa, va ampliata anche nei confronti della NATO, che non potrà mai essere duplicata e sostituita, un concetto importantissimo per entrambi, da un eventuale Esercito Europeo.

La NATO che dopo l’elezione di Trump, negli Stati Uniti d’America, è stata messa in dubbio dallo stesso neo presidente. Glissa velocemente Fallon: “Ci sono delle differenze tra ciò che si dice in campagna elettorale e ciò che realmente si fa”. A conferma di tutto questo entrambi hanno parlato con il nuovo segretario della difesa statunitense, John Mattis, comunicando che per Trump, quindi per gli Stati Uniti, l’Alleanza Atlantica è imprescindibile su tutto. La richiesta è sempre la stessa: raggiungere il 2% di spesa nella difesa. Un traguardo lontano in Italia, come ha dichiarato la Pinotti, mentre raggiunto nel Regno Unito.

Dalla conferenza stampa, comunque, è uscita una comunione d’idee e d’intenti tra i due ministri, entrambi intenzionati a mantenere una fortissima collaborazione sia in campo militare sia in campo industriale, anche una volta terminato il percorso che porterà il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. La lotta al terrorismo, lo sguardo verso maggiori spazi di collaborazione e la volontà, ferrea, di “contenere” a tutti i costi la Russia fanno sì che tra Italia e Regno Unito ci sia un rapporto ben saldo che difficilmente sarà scalfito dagli eventi futuri. Una visione del mondo a 360° che, tra l’altro, è condivisa anche da tutti i paesi membri della NATO e dagli stessi Stati Uniti d’America.