Addio a Martin McGuinness, politico nordirlandese compianto da tutti

(di Matteo Acciaccarelli)
22/03/17

Sono poche le persone che come Martin McGuinness, morto all’ospedale di Belfast il 21 marzo, hanno incarnato meglio la storia dell’Irlanda del Nord. Aveva 66 anni ed era stato ricoverato a causa di una rara malattia genetica al cuore, malattia che lo aveva portato a dimettersi da vice primo ministro nel governo di coalizione con gli unionisti ad inizio dell’anno nuovo.

Una vita sempre in prima fila quella di McGuinnes, con una storia, la sua come quella di tanti altri, legata a doppio filo con l’identità repubblicana irlandese. La sua città natale, Derry, già fa capire quanto forti siano le problematiche identitarie per quella porzione dell’isola irlandese: da una parte i repubblicani che la chiamano Derry, mentre dall’altra gli unionisti che continuano a chiamarla con il nome di Londonderry. Ma non è tutto, Derry, o Londonderry che dir si voglia, è una delle città che venne maggiormente colpita dalla violenza, sia da parte dell’IRA sia da parte dell’Esercito di Sua Maestà. Un esempio su tutti: il Bloody Sunday, quando i 1º battaglione del reggimento paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco su una manifestazione pacifica, uccidendo 14 civili disarmati. In quel 30 gennaio del 1972, indimenticabile per quanti lo abbiano vissuto sulla propria pelle, McGuinness era il vice-comandante del distaccamento locale dell’IRA, il primo passo per la carriera politica che lo condusse, ovviamente, nelle fila del Sinn Féin, il braccio politico dell’IRA. Fu un passaggio per certi versi obbligato quello che fece McGuinness, che gli permise di diventare molto velocemente il braccio destro del leader del partito, Gerry Adams, colui che ha avuto il compito di annunciare la sua morte.

Un repubblicano appassionato, che ha lavorato per tutta la sua carriera politica affinché tornasse la pace sulla sua terra di Irlanda e per una riunificazione politica e pacifica del paese. Non a caso McGuinness, insieme ad Adams, fu uno dei propugnatori, a metà degli anni ‘80, del cambiamento radicale di linea politica sia all’interno della Provisional IRA sia all’interno del Sinn Féin: la tradizionale politica di astensione alle urne e dalla politica nord-irlandese e irlandese veniva chiusa definitivamente. Si apriva un nuovo ciclo per il Sinn Féin e per McGuinness che venne nominato capo negoziatore del movimento alle trattative che portarono agli accordi del Venerdì Santo del 1998, i quali posero fine alla lunga stagione della lotta armata e della repressione violenta.

Si era aperto un nuovo capitolo nella storia dell’Irlanda del Nord, basato sulla condivisione del potere, anche con gli “odiati” unionisti del DUP (Partito Unionista Democratico). È da questa base che è stato possibile costruire una serie ininterrotta di governi di coalizione, che vedono McGuinness sempre come protagonista sulla scena politica. Ma a questa riconciliazione con gli unionisti, un esempio ulteriore è la carica di vice primo ministro nel 2007 sotto la guida di Ian Paisley, storico leader lealista del DUP, si è sempre affiancata la lotta, seppur velata, continua al Regno di Sua Maestà. Infatti McGuinness, in linea con il suo partito, dal 1997 non ha mai occupato il suo seggio a Westminster seguendo il dogma dei repubblicani irlandesi: l’astensione completa dal sedere nei seggi dei Parlamenti inglese, irlandese e nord-irlandese. Ma, mentre per gli ultimi due questo dogma è caduto, rispettivamente nel 1986 e nel 1998, quello nei confronti del parlamento principale della Corona britannica non è ancora caduto e, forse, mai verrà cancellato.

Un riavvicinamento per McGuinness c’era stato, una prima volta, nel 2012 quando strinse la mano alla Regina Elisabetta II, così come nel loro ultimo incontro dello scorso anno, quando McGuinness era primo ministro dell’Irlanda del Nord. Una pace che non c’è mai stata tra Sinn Féin e Regno Unito, ma che a giudicare dai messaggi di cordoglio che arrivano dall’altra parte del Mare d’Irlanda, primo su tutti quello inviato dal Premier Theresa May che fa seguito all’annuncio di Buckingham Palace di inviare una lettera di cordoglio alla famiglia, fa pensare a quanto McQuinness abbia fatto per il dialogo e per la pace tra i due popoli. Una perdita importantissima per l’Irlanda del Nord, specialmente in un momento cruciale come quello che sta vivendo il Regno Unito, spinto dalle forze indipendentiste interne scozzesi che potrebbero riaccendere la miccia di un conflitto, quello tra repubblicani ed unionisti, spento da quasi vent’anni.